Juve Atalanta: le tre cose che non hai notato
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Juve Atalanta: le tre cose che non hai notato

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Juve Atalanta: le tre cose che non hai notato del match dell’Allianz Stadium. Gli episodi sfuggiti all’attenzione dei più

(inviato all’Allianz Stadium)Juve Atalanta: le tre cose che non hai notato.

1. Marinelli, niente rigore? La reazione di Di Maria

Risultato di 1-0 in favore dell’Atalanta: la prima svolta di marca Juve arriva al minuto 24. Fagioli prova ad entrare in area di rigore ma viene ostacolato da Ederson, che lo atterra sotto gli occhi dell’arbitro Marinelli. Penalty? Inizialmente no… Il direttore di gara lascia giocare, tra le proteste dei tifosi e dei giocatori in campo. Una su tutte: quella di Angel Di Maria. Il Fideo cerca in tutti i modi di richiamare l’attenzione dell’arbitro, per chiedere spiegazioni sulla sua decisione. Solo qualche minuto più tardi, dopo il check al VAR, Marinelli concede il rigore alla Juventus.

2. Tutti da Fagioli

Passiamo all’istantanea successiva, dopo che Marinelli indica il dischetto degli undici metri. Tutto il merito va a Nicolò Fagioli, bravo ad avventurarsi in un’azione solitaria e guadagnarsi il rigore dopo una grande giocata. Lo sa Arkadiusz Milik che, dopo la decisione dell’arbitro, va subito ad abbracciare il centrocampista classe 2001: una bella immagine, di loro due in area, che rafforza il segnale di gruppo e di unione in questo momento delicato. Ma non è finita: Di Maria non sbaglia e corre nella sua esultanza verso la panchina. Cerca Pinsoglio, ma il primo che abbraccia è Fagioli, complimentandosi anche lui con il compagno.

3. Danilo, il gesto a fine partita

C’è un giocatore fermo, impassibile nel cerchio di centrocampo dopo il fischio finale di Juve Atalanta. Quello è Danilo. Il capitano ha tanti pensieri: guarda i tifosi, ripercorre nella sua mente quel 3-3, riceve l’appoggio dei compagni con tanti abbracci. L’errore sul gol di Maehle è da matita rossa (e la sua reazione finale sembra sfogare tutto il disappunto per quell’episodio) ma il brasiliano si riscatta con la punizione del definitivo pareggio. La dimostrazione che un capitano fa anche questo: rialzare se stesso e la squadra dopo un errore, senza abbattersi.

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