Juve Lazio: le tre cose che non hai notato
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Juve Lazio: le tre cose che non hai notato

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Juve Lazio: le tre cose che non hai notato del match dell’Allianz Stadium. Gli episodi curiosi sfuggiti all’attenzione dei più

Juve-Lazio: le tre cose che non hai notato. Oltre all’addio di Chiellini e Dybala, oltre al pareggio in extremis firmato Milinkovic-Savic.

1. Sarri saluta Dybala, non Chiellini: poi spiega tutto

Al momento dell’uscita dal campo di Paulo Dybala anche Maurizio Sarri si è avvicinato all’argentino salutandolo affettuosamente. È proprio con Sarri che la Joya ha vissuto una delle sue migliori stagioni in bianconero e non poteva mancare tra i due un punto d’incontro in una serata così particolare come quella di ieri. Diverso il discorso con Chiellini, che non è stato salutato inizialmente da Sarri: «Giorgio non l’ho salutato perché è uscito dall’altra parte, Dybala invece davanti a me. Ho comunque salutato tutti e due dopo» ha precisato Sarri, spegnendo sul nascere ogni tipo di polemica. Il rapporto con entrambi è rimasto ottimo.

2. Tutti, ma proprio tutti, piangono per Dybala

Quella di ieri è stata indubbiamente anche la serata di Paulo Dybala. L’argentino ha lasciato il terreno di gioco dell’Allianz Stadium al minuto 77′ accompagnato da un’ultima lunga standing ovation da parte del proprio pubblico. Tante lacrime in campo e sugli spalti, anche dei più piccini. Iconica la foto di un bambino che, sorretto dalla propria mamma, si lascia andare ad un piato disperato. Sì, perchè Dybala è stato l’idolo delle generazioni più giovani, un punto di riferimento che ha fatto avvicinare al calcio tantissimi bambini.

3. Dirigenza fischiata

Uno dei momenti più toccanti della serata è stato quello riguardante l’ultimo saluto tra Paulo Dybala e i tifosi della Juventus. La Joya, accompagnato da Bonucci sotto la Curva Sud, non ha trattenuto le lacrime e si è lasciato andare ad un pianto sincero e commosso. Le immagini per qualche secondo hanno spostato l’attenzione su Arrivabene e Agnelli, scesi a bordo campo per omaggiare l’argentino: non appena i loro volti sono finiti sui maxi-schermi dello Stadium, gran parte del pubblico ha iniziato a fischiare, chiaro sintomo di come la decisione presa dalla società non sia ancora stata digerita dall’ambiente.

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