Juve-Milan, bianconeri alla notte prima degli esami
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Juve-Milan, notte prima degli esami

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Juve-Milan è sempre la classica del nostro campionato. Ronaldo non c’è e Allegri punta su Dybala, Mandzukic e Bernardeschi. Lo Stadium commemora L’Aquila e Leoncini

Una notte, o meglio un tardo pomeriggio quasi autunnale, prima degli esami di Champions in casa Ajax. Juve-Milan regala mille ricordi agli spettatori presenti così come la speranza di poter avvicinarsi allo scudetto in modo netto se non decisivo.

Gridare però ad uno spagnolo che è un napoletano non è il modo migliore per cominciare una partita dopo il minuto di silenzio per tutte le vittime della tragedia de L’Aquila di dieci anni fa, commemorata assieme alla scomparsa dell’ex giocatore bianconero Gianfranco Leoncini. Dieci secondi stonati, prima di Juve-Milan, subito affossati dall’eterna rivalità delle due squadre impegnate, oramai da un decennio, a raggiungere traguardi diversi.

Lo spagnolo Reina, sostituto di Donnarumma, ha dribblato i cori saltando come faceva a Napoli e poi è stata partita vera, accesa, spigolosa. Così come la marcatura, alla prima da ex in campionato, di Bonucci su Piatek. Il tutto intrecciato a squilli – dall’una e dall’altra parte – per un andamento frizzante, ma per metà tempo non redditizio.

Sulla distinta l’assenza di Ronaldo ha generato qualche mugugno in chi tra i tifosi mieteva speranze last minute, a differenza di chi elogiava la scelta pur di riaverlo per la prima notte d’esame ad Amsterdam. In campo intanto qualche fallo di troppo come le indecisioni arbitrali nel prendere quella meno sbagliata.

La situazione da brividi capita attorno al trentacinquesimo minuto quando l’arbitro Fabbri si convince al Var che può decidere quello che vuole tanto qualcuno non sarà mai contento. Dare rigore per quel pallone che schizza sul gomito chiuso di Alex Sandro sarebbe stato un regalo di Pasqua anticipato. Lo stesso regalo che concede pochi minuti dopo Bonucci nell’appoggiare malamente il pallone pochi passi fuori dall’area. Pallone recuperato con l’imbucata e la “pistolata” di Piatek.

E Dybala fino a questo momento? Fuori da ogni linea di gioco. Poco incisivo al pari del compagno di reparto Mandzukic. Tanto fumo in mezzo al campo, poco arrosto in avanti. Salvo una rovesciata “ronaldesca” di Super Mario. Aspettando di “ripassare” meglio la materia in vista della ripresa e dell’esame vero di mercoledì prossimo.

Detto fatto. Nella ripresa Dybala addomestica il pallone e viene travolto in area. Rigore. Battuto alla Dybala. E gol del pareggio. Coraggio, adesso entra anche Kean. E si accendono i riflettori. A lasciargli il posto è Dybala. Per fortuna tra gli applausi (per il gol). Ma il gol bagna subito anche lo scarpino del baby fenomeno che si regala così la firma su questo scudetto già vinto se domani sera il Napoli resterà ancora una volta in albergo come a Firenze un anno fa.

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