Juve Toro: il piacere di sapersi superiori
Connettiti con noi

News

Juve Toro: il piacere di sapersi superiori

Pubblicato

su

Juve Toro: il piacere di sapersi superiori. I bianconeri riscoprono quella sensazione di sicurezza che mancava da un po’

Non so se succede anche a voi, ma confesso che sempre di più guardo le partite della Juve con delle lenti aprioristiche. Credo che ognuno di noi si avvicini con delle aspettative e spesso la lettura del match non è estranea anche a giudizi fuorvianti.

Per intenderci, credo che la maggior parte delle critiche poste ad Allegri sul famoso “bel gioco” dipendano da un’irriducibile opposizione tra chi si aspetta un livello non tanto estetico (da qui la confusione interpretativa), piuttosto vorrebbero una Juve che fornisca l’idea di una squadra che sappia manifestare in pieno tutte le sue virtù. Pensando che siano diffuse in più uomini e perciò non si accontentano neanche di Nantes e delle assortite meraviglie di Di Maria se poi vedono altri componenti della squadra fornire un rendimento non all’altezza per stare in una big. E neanche coerente in alcuni casi con quanto si sia visto in occasioni precedenti. Il mister credo che invece commisuri il rapporto tra risultato ottenuto, sforzi fatti e crescita graduale, che è ciò a cui è maggiormente interessato. Anche nel passato era così: ricordo le sue aperte critiche alla squadra in un dittico che in 4 giorni dell’ottobre 2017 aveva visto la Juve infilare 10 gol a Udine e alla Spal, all’interno però di gare un po’ saliscendi e con 3 reti incassate. Anche in quest’ultimo periodo ha messo l’accento su alcuni limiti di gestione della partita in coppa a risultato acquisito.

Perciò, a differenza di altri, io dalla sua Juve non mi aspetto mai una gara esplosiva. Semmai, una partita solida, che porti poi a essere pronti nei momenti clou. Che è esattamente quella sensazione di sicurezza che da un bel po’ di tempo non abbiamo, neanche dopo un filotto di clean sheet. Ed è questa la parola chiave, lo specifico metro di misura, col quale mi sono visto il derby. In una gara dove per statuto (anche se poi non vale più come si dice, ho visto Juve-Toro di assoluta linearità) ci possono essere giri di giostra, mi sarebbe piaciuto una conduzione ferma dei 90 minuti più recupero.

Aggiungo un’altra aspettativa che mi sono scritto prima (c’è la prova sul mio profilo twitter). Siccome la Juve è la squadra che in Italia tira meglio le punizioni dirette (non ci vuole nemmeno troppo data la rarefazione dei gol in Serie A), avrei voluto che ci fosse un’intelligenza di gioco per procurarcele. Cosa che invece si è verificata solo all’ultimo minuto, grazie a un’iniziativa di Chiesa che poi è andata a tirarla, non benissimo (ne ha persino riso), ma velenosa quanto basta per mettere un po’ in difficoltà Milinkovic-Savic. E però sono state proprio le palle inattive di fatto a decidere un derby che si è aperto del resto con un calcio d’angolo a favore dei granata trasformato da Karamoh e si è risolto con soli 2 gol su azione sui 6 complessivi: l’invenzione di Kostic per Cuadrado, la grande deviazione di Sanabria sul suggerimento di Ilic. Per il resto la Juve si è confermata una squadra che da fermo riesce a esprimere una forte forma di superiorità: chi ci volesse vedere una definizione del calcio di Allegri potrebbe anche proporla, credo che stavolta ne sorriderebbe molto di più di quando gli imputano la famosa pratica del “corto muso”.

Nella vittoria di ieri sera non c’è nulla di eclatante o di particolarmente indicativo per il futuro, se non appunto questa forma di eccellenza in una specifica voce tecnica che può tornare estremamente utile in gare equilibrate. Può anche funzionare come utile additivo di quella sicurezza che citavo prima. Che si è manifestata in parte nella capacità di rispondere abbastanza in fretta ai gol granata. E che mi è sembrata dentro in particolare nell’avere un certo controllo del tempo: nella ripresa la Juve con i cambi ha avvertito che stava arrivando la spallata, dopo avere fatto sfogare la buonissima capacità di palleggio del Toro. La storia dei derby da 30 anni a questa parte è molto semplice: siamo più forti. Non esserlo sul piano del gioco ma sul risultato è quasi una forma sottilmente perversa per confermarlo di volta in volta.

Copyright 2024 © riproduzione riservata Juventus News 24 – Registro Stampa Tribunale di Torino n. 45 del 07/09/2021 - Iscritto al Registro Operatori di Comunicazione al n. 26692 Editore e proprietario: Sport Review S.r.l P.I.11028660014 Sito non ufficiale, non autorizzato o connesso a Juventus Football Club S.p.A. I marchi Juventus e Juve sono di esclusiva proprietà di Juventus Football Club S.p.A.