Juventus fuori dalla Borsa? «Soluzione giusta, ma è difficile»
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Juventus fuori dalla Borsa? «Soluzione giusta, ma è difficile»

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Juventus fuori dalla Borsa? «Soluzione giusta, ma è difficile». Ecco come si configura lo scenario del delisting

Alessandro Barbano, firma del Corriere dello Sport, promuove -‘una mossa che sarebbe molto sensata in teoria, assai difficile nella pratica’ – l’ipotesi di un delisting per la Juventus, ovvero l’uscita alla Borsa.

«Il delisting avrebbe senso perché la Juve non avrebbe i lacci imposti dalla quotazione», sottolinea, facendo notare come «la vicenda da cui è investita non sarebbe neppure partita senza la Consob». Il calcio, prosegue Barbano, «non si rivolge a un mercato finanziario trasparente, in grado di misurare il valore, gli azionisti sono tifosi per cui le azioni valgono come gadget o abbonamenti allo stadio. Molti si sentono onorati di partecipare all’assemblea con la hostess che consegna cartellina e biro con logo del club e rivolgere domande al presidente, spesso scollegate da aspetti societari o finanziari. Perciò delistare la Juve sarà difficile».

Ma quanto costerebbe? Ad Exor circa 300 milioni: «A prezzi correnti il flottante da ricomprare ne vale circa 230 e un’OPA (offerta pubblica di acquisto) normalmente richiede un premio del 20-25% rispetto ai prezzi di mercato. Nel caso di un club spesso neppure basta, perché i tifosi non vogliono privarsi delle azioni e si deve supplire con incentivi per tifosi: gadget, scontistica, esperienze allo stadio o al campo di allenamento, maglie autografate».

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