Kapteijns (De Telegraaf): «Ihattaren Juve: vi racconto tutto» - ESCLUSIVA
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Kapteijns (De Telegraaf): «Ihattaren Juve: vi dico tutto su di lui» – ESCLUSIVA

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Jeroen Kapteijns, giornalista del quotidiano olandese De Telegraaf, ha parlato di Ihattaren alla Juve in esclusiva a Juventusnews24

Nell’ultimo giorno di mercato, la Juve ha ufficializzato il colpo Mohamed Ihattaren, trequartista classe 2002 proveniente dal Psv Eindhoven. Subito prestito, per il calciatore, alla Sampdoria, dove avrà la possibilità di giocare con maggiore continuità e assaggiare da protagonista il campionato di Serie A. A parlare di lui in esclusiva su Juventusnews24 è stato Jeroen Kapteijns, giornalista del quotidiano olandese De Telegraaf, che ha parlato del giocatore sbarcato in Italia.

La Juventus ha acquistato Mohamed Ihattaren nell’ultimo giorno di mercato. Che tipo di giocatore è l’olandese? I suoi punti di forza e in cosa può ancora migliorare…
«Lui ha una storia interessante perché è arrivato in prima squadra molto giovane. Era considerato uno dei migliori talenti del settore giovanile del Psv, debuttando in prima squadra all’età di 16 anni, giovanissimo. Tutti parlavano di questo straordinario prospetto quando era nel vivaio del club, c’erano grandi aspettative su di lui. È un giocatore tecnico, cresciuto giocando nel calcio a 5 e in strada. È molto creativo: appena vede uno spazio ha già in mente la soluzione per sfruttarlo. Ha un buon tiro ma non è un giocatore dotato di grande velocità. Penso possa esprimersi al meglio lungo la fascia destra per accentrarsi, visto che non è un giocatore che va sull’esterno per crossare ma ama tagliare verso il centro del campo. Si è parlato a lungo del discorso Nazionale per Ihattaren, dovendo scegliere tra Marocco e Olanda. C’erano dei dubbi, visto che gli ultimi calciatori ad avere questo doppio passaporto hanno tutti scelto il Marocco. Ronald Koeman, allora ct olandese, è venuto ad Eindhoven a convincerlo a scegliere l’Olanda: a 18 anni non ha ancora fatto il suo esordio per via di un infortunio. Cambiando allenatore, non ha più trovato la stessa sintonia che aveva prima con Koeman, anche perché non è stato più così professionale… Non ha più percorso i binari giusti, per questo motivo aveva bisogno di un nuovo inizio: Juve e Sampdoria sono la scelta giusta per lui. Non ci sono dubbi sul suo talento e sulle sue qualità, ma per diventare un giocatore professionista dovrà abbinare anche disciplina e crescita fisica».

Non ha lasciato il Psv nel migliore dei modi, giusto? È stato messo fuori rosa nell’ultimo mese: puoi spiegarci la situazione?
«Lo scorso anno ha avuto dei problemi ed è stato messo due volte fuori rosa. Non ha terminato la stagione nel migliore dei modi, con il suo ruolo diventato secondario. Quest’anno aveva iniziato bene, lavorando molto su se stesso soprattutto dal punto di vista fisico durante l’estate. Ha fatto un bella preparazione, anche nell’ultimo test match, poi non è stato chiamato in squadra. Era molto deluso e ha deciso di partire. Il problema è che lui ha dichiarato di essere malato, ma l’hanno visto in Francia con il suo agente Mino Raiola. Non era vero che era malato quindi… Non aveva più prospettive al Psv: se non si fosse trasferito in un’altra squadra non avrebbe più giocato».

La Juve lo ha subito mandato in prestito alla Sampdoria. Secondo il tuo punto di vista, non era ancora pronto per giocarsi le sue chances a Torino?
«Penso sia stata la scelta più giusta, forse anche la Sampdoria è una squadra troppo grande per lui in questo momento. È giovane, ha avuto problemi l’anno scorso, quindi per un giocatore della sua età è meglio giocare con continuità. Fosse rimasto alla Juve, avrebbe giocato 3 partite in 4 mesi probabilmente, e non sarebbe stato giusto. Giocando ogni settimana, può diventare più forte fisicamente, più maturo, e arrivare al livello degli altri giocatori della Juventus. È un salto troppo grande passare dall’Olanda alla Serie A, specialmente in un club come quello bianconero, anche per il miglior giocatore del campionato olandese. Figuriamoci per un giovane che, seppur molto talentuoso, non lo è ancora. Ha potenziale per il futuro, ma il prestito è una decisione intelligente per farlo abituare ad un calcio diverso come quello della Serie A».

Ihattaren ricorda qualche giocatore in particolare? In patria è accostato a Depay e Afellay per le sue qualità in campo…
«Forse un po’ di più Afellay, anche se lui era più dinamico e più un giocatore di corsa. Lui ha grandi qualità ma non è un corridore. È un artista, per il pubblico, bello da vedere per le azioni spettacolari che costruisce. In alcuni fasi di gioco può somigliare ad Afellay, ma le sue caratteristiche sono difficili da accomunare con altri calciatori».

Come lo vedresti alla Juve in futuro? La sua posizione in campo, l’intesa con Dybala, Chiesa: in quali aspetti potrà crescere con mister Allegri?
«Lo vedrei bene su tutto il fronte offensivo della Juventus, forse di più sulla fascia destra per rientrare e calciare sulla sinistra. Mohamed segna tanti gol, anche se uno degli aspetti sui doveva lavorare maggiormente erano gli assist. Crea tante occasioni, questa è una delle sue peculiarità».

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