Kean: «Mi è dispiaciuto lasciare la Juve. Vi dico questo sul mio futuro»
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Kean svela: «Mi è dispiaciuto lasciare la Juve. Vi dico questo sul mio futuro»

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Moise Kean, attaccante del Psg, ha rilasciato un’intervista, parlando anche di Juve e del suo futuro. Le dichiarazioni

L’ex attaccante della Juve ora al Psg, Moise Kean, ha rilasciato un’intervista a La Gazzetta dello Sport. Le sue parole.

PSG – «A Parigi mi trovo benissimo, mi hanno accolto a braccia aperte, non me lo aspettavo. Qui la gente è più calda, con i compagni di squadra c’è una grande allegria, una gioia di giocare, ci si diverte. Siamo tutti giovani e però di grande talento. Qui puoi solo imparare. Neymar e Mbappé sono i due attaccanti più forti che ci siano. Sono giovani anche loro, per cui ci si intende al volo. Ho sempre sognato di arrivare in alto, di giocare ad alti livelli. Giocare con loro è bellissimo. Champions? Dopo la partita con il Bayern mi sono reso conto di quanto siamo cresciuti. L’ho avvertito sia in campo che negli spogliatoi. Siamo cambiati molto, dall’inizio dell’anno. Ora siamo in semifinale, ma non ci sentiamo arrivati al traguardo. Ora tutto è possibile». 

LASCIARE LA JUVE – «Sinceramente un po’ mi è dispiaciuto. La Juve mi ha dato tutto, sono cresciuto lì, senza la società non sarei dove sono ora. Ma poi ho capito che la vita di un calciatore è così e me ne sono fatto una ragione. Dovevo imboccare la mia strada, diventare uomo, era giusto così. La Juve mi resterà sempre nel cuore. Tornare? Questo non lo so. Ora mi godo le semifinali, poi vedremo. Se sapessimo cosa succede domani, saremmo tutti ricchi». 

DIFENSORI PIU’ FORTI – «Senza dubbio Van Dijk. E poi Giorgio Chiellini. Lui, per fortuna, l’ho incontrato solo in allenamento. Ho ancora una cicatrice… Giorgio era il saggio del gruppo, mi trattava come un fratello piccolo, mi ha sempre dato consigli, mi diceva come entrare in gruppo, come starci. Consigli che mi hanno aiutato e che porto con me».

RICORDO ALLEGRI – «È un po’ particolare. A me piaceva molto. Magari scherzando ti stimola a lavorare di più. Lui ti fa una battuta, tu ridi. Poi ci ripensi e capisci che lui, facendoti sorridere, ti ha voluto dire qualcosa di importante, darti un consiglio, un insegnamento. È una bella cosa, mi ha aiutato molto. Senza di lui non sarei cresciuto». 

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