LAVAGNA TATTICA - Cosa non è piaciuto a Pirlo in Juve-Torino
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LAVAGNA TATTICA – Cosa non è piaciuto a Pirlo in Juve-Torino

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La prima parte di Juve-Torino è stata molto deludente, con Pirlo che si è lamentato. Ecco che cosa non ha funzionato nei bianconeri

Le critiche di Pirlo

Come abbiamo scritto ieri, le sostituzioni fatte da Pirlo in Juve-Torino hanno inciso parecchio. McKennie ha dato presenza offensiva e inserimenti alla squadra, mentre Alex Sandro ha supportato bene a Chiesa, sovrapponendosi spesso. Di conseguenza, la Juve ha riempito meglio l’area ed è stata più pericolosa.

Non possono però passare in sordina i 70′ di profonda sofferenza e sterilità, in cui i bianconeri hanno mostrato ben poche idee su come perforare il bunker granata. Nel post match, Pirlo è stato molto preciso nell’analizzare ciò che non ha funzionato: “Nel primo tempo non siamo riusciti a essere aggressivi, a palleggiare, soprattutto a muovere la palla velocemente, quindi siamo andati un po’ in difficoltà. eravamo troppo statici, non riempivamo mai l’area quando riuscivamo a trovare il giocatore nell’ampiezza e quindi poi diventa difficile con una difesa a cinque trovare la soluzione giusta. Quando si chiudono hai bisogno di muoverti, di trovare più spazio, attaccare più volte la profondità per liberare spazi anche per altri giocatori”.

Dybala soffre spalle alla porta

In effetti, la palla ha girato con una lentezza disarmante. La manovra era prevedibile, con il Torino che riusciva a leggere in anticipo le (scontate) giocate avversarie. L’idea era probabilmente quella di attaccare la profondità, soprattutto con Chiesa e Cuadrado alle spalle di Singo e Ansaldi, ma il movimento senza palla è stato quasi assente.

Nelle settimane precedenti, la Juve si aggrappava spesso a Morata quando non riusciva a risalire, sfruttando la fisicità dello spagnolo. Senza un riferimento al centro dell’attacco, i bianconeri sono andati ulteriormente in difficoltà.

A volte, la squadra ha provato a verticalizzare per un Dybala spalle alla porta che però era costantemente circondato da maglie avversarie. La Juve ha così perso tanti palloni centralmente, che hanno generato tante ripartenze da parte dei granata.

Un esempio nella slide sopra. La Juve è estremamente statica e ferma, con i giocatori lontani dal portatore. Cuadrado verticalizzare per Dybala, che però è isolato. La Joya perde palla.

Per quasi tutta la gara, i padroni di casa non sono quasi mai riusciti a trovare l’imbucata tra le linee. La Juve cercava così di allargare il gioco in fasica, nella speranza che gli esterni (Ronaldo compreso, visto che si defilava parecchio) creassero superiorità numerica. Come detto da Pirlo, la palla girava però troppo lentamente, di conseguenza i granata non avevano troppi problemi nello scivolare in fascia.

L’azione sopra fotografa bene la prevedibilità dei bianconeri. Dybala viene incontro per sfuggire alla marcatura rivale e allargare il gioco a sinistra. La Juve è però troppo ferma e statica, con i calciatori fermi: per i granata, è troppo facile leggere in anticipi il cambio campo della Joya per Chiesa (una giocata difficile da effettuare), con Singo che intercetta il passaggio. Soprattutto nel primo tempo, sono stati parecchi gli errori tecnici di questo tipo, la squadra era troppo ferma.

L’area è spesso vuota

Oltre a tutti questi problemi, c’era anche il pessimo riempimento dell’area (uno dei passi avanti della squadra rispetto all’anno scorso). Senza Morata e con un Ronaldo che spesso si apriva, i compagni non erano bravi ad attaccare gli spazi, con il Toro che aveva vita facile nei cross. Come scritto sopra, l’ingresso di McKennie ha poi migliorato di molto la situazione.

Un esempio qui. Ronaldo va al cross da sinistra ma l’area è vuota.

Nonostante la gioia per una vittoria fondamentale, i primi 70′ ci hanno mostrato una Juve assai deludente, con i soliti problemi che abbiamo analizzato nelle scorse settimane. C’è ancora tanto lavoro da fare per Pirlo.

 

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