Bernardeschi è intelligente senza palla, ma non basta - ANALISI
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LAVAGNA TATTICA – Senza Dybala, Bernardeschi è determinante senza palla: ma non basta alla Juve

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I movimenti di Bernardeschi hanno creato problemi al Venezia, anche se non è bastato alla Juve per vincere. I cambi di Allegri non hanno inciso

Il Venezia ha ottenuto un pareggio meritatissimo in una gara che la Juve sembrava avere messo in discesa. Già nei primi minuti, era chiaro il modo in cui i bianconeri volevano provare a sfondare l’assetto tattico rivale. La Juve faceva densità a destra, per poi tornare in mezzo (di solito su Locatelli) e cambiare il gioco a sinistra, dove Pellegrini e Bernardeschi potevano ricevere in ampiezza. In questo modo, soprattutto a inizio gara, i bianconeri hanno fatto girare abbastanza bene palla da un lato all’altro, con Locatelli che aveva tempo e spazio per calciare. A sinistra, Pellegrini ha dimostrato ottima intraprendenza palla al piede, provando spesso a puntare l’uomo (ben 10 cross per lui). Ci sono state fasi del primo tempo in cui gli ospiti accumulavano corner su corner, con il Venezia schiacciato dietro. Proprio da uno spunto dell’ex Genoa è arrivato il gol di Morata.

L’infortunio di Dybala, in una situazione già abbastanza emergenziale, poteva essere un dramma. Lo è in effetti per le prossime partite, ma i bianconeri sono riusciti a sfruttare nel complesso bene gli spazi centrali. Bernardeschi, anche se spesso impreciso al momento dell’ultimo passaggio, veniva trovato tante volte tra le linee, smarcandosi bene. Come faceva giustamente notare Parolo in telecronaca su Dazn, i suoi smarcamenti sono stati una costante spina nel fianco per la difesa veneta. La Juve lo ha servito tante volte tra le linee, con Bernardeschi che era intelligente nell’individuare la zona corretta in cui ricevere. Senza Dybala e con un Kaio Jorge che ha faticato nell’individuare la zona in cui ricevere, l’ex Fiorentina ha permesso ai bianconeri di trovare diverse volte l’uomo libero.

Purtroppo per la Juve, Bernardeschi ha vanificato tante di queste situazioni. Gli è mancata spesso pulizia tecnica o nel controllo o nel passaggio, con il risultato che la Juve è stata meno pericolosa di quanto avrebbe potuto.

Come spesso succede, la Juve è però uscita troppo presto dalla partita, accettando di speculare e di aspettare passivamente gli eventi. L’avvio di ripresa è stato un incubo, con il Venezia che sbucava da tutte le parti e una Juve schiacciata dietro. Il gol è la dimostrazione di ciò, con i bianconeri che – oltre a farsi girare da un lato all’altro del campo – sono stati lentissimi nelle uscite. Aramu ha tirato senza alcuna pressione addosso. Pochi minuti dopo, la Juve si è di nuovo fatta perforare centralmente, con Busio servito alle spalle della difesa (e meno male che Pellegrini si è immolato in anticipo su Henry).

Inoltre, i cambi di Allegri non hanno sortito gli effetti sperati. Il tecnico livornese ha tolto Bernardeschi passando a un 4-3-3 con Bentancur mezzala offensiva. Successivamente, ha spostato Cuadrado a sinistra. Questi cambi hanno reso la Juventus ancora più confusa. Perlomeno Bernardeschi dava buone ricezioni tra le linee, senza di lui la manovra si è ingolfata.

Squadra ferma e statica, con Cuadrado che da solo prova a fare la giocata difficile entrando dentro il campo. Il Venezia recupera palla.

Insomma, c’è poco o nulla da salvare in questa Juve. La squadra dimostra povertà sia agonistica che tattica: ogni squadra affrontata dai bianconeri sembra sempre più organizzata e meglio allenata della Juventus. Come il Venezia di Zanetti, che ha ottenuto un pareggio meritatissimo. E la cosa doppiamente grave è che la Juve era riuscita a mettere la partita apparentemente in discesa.

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