Il Malmoe ha la linea alta: Bonucci e Morata la demoliscono - ANALISI
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LAVAGNA TATTICA – Il Malmoe ha la linea alta: Bonucci e Morata la demoliscono

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In Malmoe-Juve, i lanci di Bonucci e le corse di Morata hanno fatto la differenza. I bianconeri hanno attaccato in modo diretto

Una Juve brillante centra la prima vittoria della stagione. Dopo un avvio problematico, dove i bianconeri erano un po’ troppo remissivi e fragili, il gol di Alex Sandro ha messo totalmente in discesa la partita. La Juve ha iniziato a dominare, recuperando il pallone in avanti e gestendo con brillantezza il possesso. I calciatori sembravano divertirsi, con la manovra fluida e costanti rotazioni, tutti elementi che ci danno indicazioni sulle potenzialità di questa rosa (tutt’altro che mediocre, nonostante molti giudizi duri dopo le prime 3 giornate di Serie A).

In modo simile all’asimmetria vista lo scorso anno, la Juventus è scesa in campo con un 3-5-2 in fase di possesso che diventava un 4-4-2 senza palla. Danilo rimaneva stretto e bloccato vicino a Bonucci e De Ligt, con Cuadrado che dava ampiezza a destra e Alex Sandro che si alzava sull’altra fascia.

Qui si vede chiaramente la costruzione  3 della Juve.

Il Malmoe era ben lontano dallo stereotipo della squadra svedese arroccata e rinunciataria. Anzi, manteneva una linea alta e tentava di pressare molto in avanti, cosa riuscita bene nei primissimi minuti. Con il passare del tempo, la retroguardia si è però rivelata molto perforabile. Difendevano molto male la profondità e spesso non accorciavano con i tempi giusti. La Juve riusciva così a sfondare in tanti modi: a volte trovando l’uomo tra le linee (Rabiot, Bentancur e Dybala avevano tanto spazio), a volte lanciando direttamente lungo. Il merito principale dei bianconeri è stato quello di attaccare spesso in modo diretto, con la difesa svedese che andava costantemente in crisi quando sollecitata.

In questo frangente , Bonucci è stato forse il giocatore più importante dei bianconeri. Il capitano va a nozze quando, su situazioni di palla scoperta, può giocare lunghe contro una linea difensiva così alta e scoordinata. Le sue palle alte erano sempre precise, così come i cambi di campo. Grazie al numero 19, la Juve ha così trovato tantissime volte l’uomo libero, sia in fascia che centralmente.

L’occasionissima di Alex Sandro, che si vede sopra, è proprio nata da una traiettoria millimetrica del capitano juventino, ma non è stata certo l’unica. I suoi lanci sono stati una costante del match, che hanno esaltato i compagni. Oltre a un Alex Sandro trovato tante volte, anche Cuadrado finalmente è stato servito in corsa (e non da fermo come avviene nella stragrande maggioranza dei casi).

Altri due dei molti esempi. Nella prima azione, da una posizione decentrata, Bonucci cambia il gioco per Alex Sandro che di prima serve Rabiot bravo a buttarsi dentro. Nella seconda slide, Bonucci lancia invece Cuadrado alle spalle del quinto del Malmoe.

Quando gli spazi sono così lunghi, anche Morata va a nozze. E infatti lo spagnolo è stato tra i migliori, confermando quanto di buono fatto vedere a Napoli. Morata ha effettuato movimenti preziosissimi: sia quando attaccava la profondità, sia nei frangenti in cui veniva incontro. Basti pensare a quando ha messo Dybala solo davanti al portiere con quel bel passaggio alto. Non si è limitato ad aggredire come un ossesso la profondità (situazione che comunque ha portato al rigore e a tante occasioni), ma anzi ha offerto un set piuttosto ampio di smarcamenti.

Due diverse situazioni che fanno vedere la varietà delle giocate di Morata. Nella prima, con la linea alta del Malmoe, si butta alle spalle della difesa. Nella seconda, viene incontro e serve Dybala con un lancio millimetrico.

Oltre a questi attacchi diretti, la Juve ha fatto vedere molte cose interessanti. C’è stata una buona fluidità, con tante rotazioni e la palla che (finalmente!) girava con rapidità. I calciatori venivano serviti sulla corsa e non sulla figura: ci si muoveva bene, gli spazi erano riempiti con efficacia e l’area di rigore veniva attaccata con incisività. L’avversario non era certo irreprensibile, ma è una partita che dimostra come la rosa della Juve abbia tante potenzialità, con giocatori che vogliono fare un certo tipo di calcio.

 

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