LAVAGNA TATTICA - Mancano idee e movimenti, così Arthur soffre
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LAVAGNA TATTICA – Mancano idee e movimenti, così Arthur soffre

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Non funziona nulla nella Juve di Allegri. Si difende male e la fase di possesso è costellata da tanti problemi

In queste ultime partite, stiamo vedendo gli enormi limiti della Juve quando non riesce a segnare in avvio e non può quindi abbassare il baricentro, aspettando dietro gli avversari. Anzi, a Verona è stata costretta a rincorrere fin da subito dopo un avvio shock. Ancora una volta, i bianconeri hanno mostrato una fase di possesso preoccupante nella propria mancanza di contenuti e idee. La squadra è costantemente ferma, sembra quasi che i compagni si divertano a rendere la vita difficile al giocatore che in quel momento ha la palla, costretto spesso a tornare indietro per mancanza di soluzioni di passaggio.

Se queste difficoltà erano già palesi, si sono accentuate a dismisura contro un Verona diretto discendente della squadra lasciata da Juric. Il pressing a uomo scaligero, tanto alto quanto aggressivo, ha a lungo soffocato la costruzione bianconera. La Juve non aveva idea su come manipolare le marcature rivali: i giocatori erano costantemente costretti a ricevere spalle alla porta o sulla figura, quasi mai la Juve ha servito i propri calciatori sulla corsa.  La manovra si inceppava spesso e volentieri in tutte le zone del campo.

Soprattutto nel primo tempo, in molti frangenti l’Hellas ha pressato stabilmente nella trequarti bianconera, tentando di recuperare velocemente il possesso contro una Juve inerme anche dal punto di vista agonistico. I bianconeri hanno perso diversi palloni sanguinosi: spesso erano  costretti a lanci nel vuoto (di solito da parte di Chiellini) per un Morata isolato che ovviamente non portavano a nulla. La stessa ripartenza che ha portato al primo gol è nata da un recupero di Casale su un Dybala costretto a ricevere spalle alla porta.

Due esempi qui. Nella prima slide, un lancio alla disperata da dietro per Morata circondato da maglie avversarie (la Juve è bassissima). Nella seconda azione, Cuadrado si abbassa molto ma viene seguito da un Casale attaccato a lui: la Juve perde palla, mancano soluzioni di passaggio. Tutti i giocatori sono marcati da un Verona tanto preciso quanto aggressivo.

Come accaduto mercoledì scorso, i bianconeri non sono praticamente mai riusciti a trovare liberi i propri centrocampisti. Arthur era spesso preso da Tameze, ma anche quando riceveva libero gli mancavano soluzioni di passaggio per verticalizzare. Era spesso lasciato solo, senza soluzioni di passaggio verso cui scaricare. C’era troppa distanza tra il brasiliano e le altre mezzali, visto che Bentancur e Rabiot scappavano in avanti per provare (inefficacemente) ad aggredire gli spazi. Intenzione tra l’altro totalmente inutile, visto che la Juve non è mai riuscita a innescarli. E’ discutibile scegliere di giocare con un calciatore come Arthur davanti alla difesa senza supportarlo, con i compagni sempre lontani.

La manovra si inceppava costantemente sul proprio lato destro, ossia la zona in cui la Juve cercava di sfondare. Abbiamo visto tantissimi retropassaggi di Cuadrado e Danilo. Il Verona faceva tanta densità in zona palla, con la Juve così costretta a tornare indietro. Ancora una volta, mancavano soluzioni di passaggio sul corto, con i bianconeri che faticavano a innescare i propri calciatori in situazioni pericolose. Contro squadre di questo tipo, è utile sfruttare le corse dei terzi di difesa per creare superiorità posizionale e incertezza tra le fila rivali. Tuttavia, forse perché preoccupato da Caprari, Danilo è rimasto molto bloccato dietro, non si è quasi mai visto in avanti. In un contesto di totale aridità, Dybala era pressoché l’unico che provava a forzare la giocata. Basti pensare che i 3 dribbling totali azzeccati dalla Juve sono arrivati tutti da Dybala.

Due dei molti esempi in cui la manovra si blocca a destra, con Cuadrado che poi torna indietro. La squadra è ferma, statica.

Oltre all’improduttività di costruzione e sviluppo dell’azione, anche in fase di non possesso la Juventus ha dimostrato tante fragilità. Caprari ha seminato il panico tra le linee: lui e Lazovic hanno messo in costante affanno Cuadrado e Danilo.

In generale, preoccupa la remissività di tutta la squadra quando gli avversari hanno il pallone. Il Verona non è il Manchester  City quando costruisce da dietro. Anzi, gioca quasi subito lungo e tende a minimizzare i rischi. Tuttavia, la Juve non ha quasi mai pressato in avanti, rinunciando di provare a indurre gli avversari in errore. Il Verona consolidava il possesso senza patemi. Anche col doppio svantaggio, la Juve era spesso costretta a un baricentro bassissimo da un Hellas riverso nella metà campo bianconera.

La Juve non è ancora squadra: manca l’idea di giocare a calcio nel senso corale del termine, con tanti problemi in qualsiasi fase e situazione. Allegri non sta minimamente riuscendo a valorizzare la rosa, con anzi i giocatori più tecnici in grande difficoltà. Questa Juve non fa emergere a galla la qualità dei propri giocatori.

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