LAVAGNA TATTICA - Perché Bernardeschi ha inciso in Juve Cagliari
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LAVAGNA TATTICA – Perché Bernardeschi è stato prezioso in Juve-Cagliari

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In un Juve-Cagliari non semplice, Bernardeschi ha dato più imprevedibilità alla squadra. Soprattutto nel secondo tempo

La vittoria contro il Cagliari lascia la Juventus in una posizione di classifica impensabile anche solo fino a dieci giorni fa. Va detto che la partita non è stata affatto una crescita dal punto di vista del rendimento. Anzi, i bianconeri hanno lasciato molto a desiderare, mostrando le solite difficoltà in tutte le fasi di gioco. Tant’è che nelle interviste post gara Szczesny si è lamentato dell’atteggiamento troppo remissivo della squadra.   Nella ripresa il Cagliari ha ripetutamente sfiorato il pareggio, con due occasioni divorate da Dalbert e Joao Pedro (a dire il vero Szczesny si è superato sullo stacco aereo del brasiliano), prima che la rete di Bernardeschi, tornato al gol dopo un anno e mezzo, chiudesse la partita.

 

Nel primo tempo, sembrava però di rivedere la squadra dello scorso ano (o perlomeno, il pattern di tante gare). Dopo un inizio incoraggiante, la manovra è diventata via via sempre più prevedibile. L’unico schema/soluzione offensiva consisteva nell’allargare il gioco a destra nella speranza che Cuadrado si inventasse qualcosa. Basti pensare che dei 22 cross totali della Juve, ben 14 sono arrivati dal colombiano (in uno di questi è arrivato il palo di Kean). A volte capitava che, sull’altro lato, Rabiot riuscisse ad attaccare lo spazio, ma la manovra era troppo lenta con i compagni che non riuscivano a lanciarlo in profondità. Capitava di frequente di vedere la palla allargata in fascia per l’esterno che però, totalmente isolato e con la squadra lontana, era costretto a tornare indietro. Come spesso succede, la Juve non riusciva a dare soluzioni di passaggio al giocatore che in quel momento aveva la palla,  non supportandolo minimamente.

Per dare più soluzioni offensive a una squadra piatta, Allegri a gara in corso ha deciso di invertire Morata e Kean. Lo spagnolo è diventato praticamente una seconda punta agendo sul centro-sinistra, mentre l’italiano ha fatto da prima punta. Morata è cresciuto abbastanza in quella posizione, con diverse ricezioni pericolose. Kean invece si è visto poco, con un secondo tempo abbastanza deludente: ha però avuto il grosso merito di trovare il gol del vantaggio, mettendo la testa al punto giusto sul tiro sbagliato da Bernardeschi.

Proprio dal carrarese, tornato al gol dopo un anno e mezzo, arrivano le notizie migliori della partita. Come accaduto contro il Venezia, Senza Dybala, Chiesa e con poca creatività in avanti, perlomeno i suoi movimenti hanno dato imprevedibilità. Svariava molto e dava tante soluzioni di passaggio al portatore, con la Juve che lo trovava libero. Certo, non sempre poi c’è tanta pulizia tecnica quando riceve, ma forniva alla squadra più qualità nello smarcamento.

Se nel primo tempo, con la manovra bloccata, Bernardeschi rimaneva abbastanza statico sul centro-destra, al contrario nella ripresa lo abbiamo visto ovunque. Si muoveva tanto sia in orizzontale che in verticale: con Morata in crescita da seconda punta e un McKennie entrato molto bene, la Juve ha trovato più spesso ricezioni tra le linee contro un Cagliari piuttosto disordinato. Bernardeschi si trovava spesso anche a sinistra, di fatto era il fantasista della squadra con tanta libertà in zona di rifinitura. Il gol è il giusto premio di una buona partita.

Nella prima slide, Bernardeschi serve di prima McKennie dietro il centrocampo sardo, mentre nella seconda azione è proprio Bernardeschi che riceve molto bene tra le linee.

In una Juve che continua ad avere tantissimi problemi tattici, è positivo avere un Bernardeschi che perlomeno assicura un certo standard di prestazione. In queste partite con tante assenze nel reparto offensivo, l’ex Fiorentina è stato – pur con i suoi limiti – determinante nel dare alla squadra un minimo di creatività in più. Vedremo se, con il ritorno di Dybala e Chiesa, Allegri cercherà di dargli fiducia.

 

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