Marchionni: «Giocare alla Juve è il massimo» - ESCLUSIVA
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Marchionni: «Giocare alla Juve è il massimo» – ESCLUSIVA

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Marco Marchionni racconta il suo passato alla Juventus: ecco le parole dell’ex esterno bianconero, tra passato e presente

Marco Marchionni adesso è il viceallenatore della Carrarese, squadra che milita in Lega Pro nello stesso girone della Juventus Under 23, il girone A. Marchionni è legato ai bianconeri anche per il suo passato da giocatore, avendo militato nella Juve dal 2006 al 2009, togliendosi parecchie soddisfazioni. Intervenuto ai microfoni di Juventusnews24, Marchionni si racconta e dice la sua sul momento del calcio, tra ripresa e temi di mercato.

Siamo praticamente alla vigilia della ripresa del calcio italiano, con la Juventus impegnata venerdì in Coppa Italia contro il Milan. Cosa pensa di questa ripartenza dopo tre mesi di stop?
«Credo che abbiamo bisogno della ripresa, anche se ci saranno tanti infortuni perchè è una cosa anomala per i calciatori stare fermi per tre mesi. Sia i calciatori che la gente comune hanno bisogno di qualcosa di diverso, poichè purtroppo in questi tre mesi si è parlato solo di morti e di virus. Magari la ripartenza potrà regalarci un sorriso, distraendoci da questo brutto periodo».

Lei arrivò nella Juventus nel 2006 restando fino al 2009. Che emozione ha provato nel vestire la maglia bianconera in quelle stagioni?
«Sono riuscito ad arrivare in una delle squadre più forti d’Italia, se non d’Europa. Riuscire ad arrivare nella Juve credo che per un bambino che sogna di giocare a calcio sia il massimo. Purtroppo è andata non benissimo, perchè il primo anno ci siamo ritrovati in Serie B, il secondo ed il terzo abbiamo fatto delle ottime stagioni ma purtroppo non abbiamo vinto niente. C’è un piccolo rammarico, ma ho la soddisfazione di aver giocato in una squadra così blasonata. Poteva andare diversamente ma sono comunque contento».

Negli anni alla Juve è riuscito ad esordire anche in Champions League in una gara tra due formazioni storiche, ovvero Juve-Real Madrid. Un privilegio non da tutti.
«Arrivare a giocare alla Juve, giocare la Champions e battere due volte il Real Madrid è un’emozione unica che mi porterò dentro. Poi abbiamo avuto la fortuna di batterla sia all’andata che al ritorno ed era da tanto che la Juve non vinceva in Spagna, resta un ricordo davvero molto bello». 

Nei suoi anni alla Juventus ha giocato con Gigi Buffon. Il rinnovo del portiere classe 1978 sembra ormai ad un passo. La stupisce questa scelta?
«Questo fa capire come sia eterno. Se alla fine una squadra come la Juve continua a puntare su di lui, anche a livello di spogliatoio come persona che può trainare il gruppo e far raggiungere traguardi importanti, credo dica tutto. Gigi poi è uno dei migliori anni e lo può essere anche adesso a 42 anni».

Da un nativo di Carrara all’altro, sfruttando il legame con la Carrarerese. Federico Bernardeschi non sta trovando forse lo spazio sperato nello scacchiere di Maurizio Sarri.
«Ma secondo me Federico è un ottimo giocatore che quando è stato chiamato in causa è riuscito sempre a dimostrare il suo valore e a fare le cose che gli chiedeva l’allenatore. Poi è normale che in una squadra come la Juve possano esserci alti e bassi perchè ce ne sono tanti forti come te, se non addirittura più bravi. Credo che se lui continua a rimanere alla Juve è perchè ha le qualità per farlo, soprattutto nella Juve di oggi che è composta da tanti campioni». 

Da un Federico all’altro sempre con una forte connotazione viola. Le voci di un addio di Chiesa alla Fiorentina si fanno sempre più insistenti, con Juve e inter pronti a darsi battaglia in sede di mercato. Cosa consiglierebbe al numero 25 viola?
«Questo lo sa soltanto lui, nessuno può dargli consigli o esprimere giudizi, perchè alla fine è la motivazione quella che ti spinge a giocare bene ogni domenica. Lui sa quello che può fare: è normale che arriva un momento nella carriera di un calciatore in cui si vuol fare un salto importante, però è pur vero che la Fiorentina di ora dall’arrivo di Commisso vuole fare un campionato importante. Secondo me soltanto lui può capire la strada da percorrere: a Firenze è uno dei più bravi e può essere leader mentre alla Juve può essere considerato uno dei tanti perchè come lui, se non più bravi, ce ne sono tanti». 

La Juventus si è già mossa sul mercato a gennaio, assicurandosi Kulusevski che dal Parma arriverà in bianconero, compiendo il suo stesso percorso. Come valuta il suo acquisto?
«E’ stato investito un bel budget dalla Juve e credo che il ragazzo sia bravo. Sta dimostrando di esserlo ma comunque gioca in Serie A da nemmeno un anno. Se la Juve ha fatto questo investimento lo ha fatto per il futuro, allo stesso tempo non si può giudicare completamente un giocatore soltanto da un anno. Ci sarà margine per vederlo, per migliorare e quando darà continuità allora si potrà giudicarlo. Al Parma ha fatto molto bene ma servirà tempo per vedere realmente quello che è». 

Si è parlato anche dell’interesse estivo della Juventus per Kulusevski per inserirlo nel progetto della seconda squadra, la Juventus Under 23. La sua Carrarese ha battuto i bianconeri di Pecchia per 1-3 al Moccagatta. Cosa ne pensa di questo progetto, unico in Italia?
«Credo che il progetto Under 23 sia importante soprattutto per i giovani per temprarli contro gli altri giocatori più anziani ed esperti che hanno giocato anche in Serie B e in Serie A. Quando un giovane in Primavera è più bravo degli altri si vede ed in quella categoria continui a dimostrarlo, poi quando devi affrontare giocatori esperti, allora si cresce. In Spagna da anni si adotta questo progetto oramai e si ha la possibilità di far crescere bene i giovani per portarli in prima squadra già pronti. Se uno dovesse rimanere sempre in Primavera ed è più bravo degli altri, lo dimostrano domenica dopo domenica; se invece ci si confronta con attaccanti, difensori più esperti che ti mettono in difficoltà, allora si vede la reale bravura dei giocatori e si può dimostrare ancora di più».

Tornando alla Serie A ed al calcio giocato, crede che la sosta abbia scombinato i piani nella lotta Scudetto? Juve, Lazio e Inter come ripartiranno?
«Credo che in questo momento, con lo stop di tre mesi, la Juventus abbia ancora qualcosa in più perchè è composta da gente che oltre ad avere un motore dentro importante hanno colpi di classe che quando si compete allo stesso livello, possono dare qualcosa in più. La Lazio ha una struttura importante che si porta dietro da diversi anni, però adesso potrebbe risentire dello stop. L’Inter forse delle tre è quella che ne ha giovato di più perchè non stava andando benissimo prima dello stop quindi ha potuto ricaricarsi e riprendere il discorso che aveva lasciato a metà dicembre. Quindi secondo me la Juve è un pochino più avanti, bisognerà vedere se la Lazio riuscirà a mantenere il suo passo da grande squadra, avendo dimostrato di avere il merito di giocarsi lo Scudetto fino alla fine». 

Un ruolo fondamentale lo potranno giocare le cinque sostituzioni. Una variabile decisiva per la lotta Scudetto?
«Credo che ne possa giovare chi ha una rosa migliore. Ad esempio una squadra come la Juve che prima doveva scegliere tre subentranti, ora può sceglierne cinque, cambiando praticamente mezza squadra. Questo agevola l’allenatore perchè può permetterti di far girare più giocatori possibili e anche i giocatori con più possibilità degli altri. In Lega Pro sono due anni che le facciamo e ti dico che sono molto convenienti perchè ti dà la possibilità di sbagliare formazione ma di correggerla a gara in corso per quasi metà squadra».

Si ringraziano Marco Marchionni e l’ufficio stampa della Carrarese, Fabio Sebastiani, per la gentile concessione dell’intervista

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