Morata: «Alla Juve non è un buon momento, ma siamo un grande gruppo»
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Morata: «Alla Juve non è un buon momento, ma siamo un grande gruppo»

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Alvaro Morata, attaccante della Juve, ha rilasciato una lunga intervista al quotidiano spagnolo El Pais. Le sue parole

Intervistato da El Pais, Alvaro Morata ha rilasciato queste dichiarazioni.

CONDIZIONE – «Sono stato via quasi un mese e nella fretta di rientrare non stavo bene fisicamente. Ho dovuto lavorare molto per la squadra e non ero lucido per fare gol. Le ultime partite le ho giocate a sinistra, quasi coprendo la fascia. L’importante è giocare e fare quello che chiede l’allenatore. Ovviamente mi piacerebbe giocare meglio e segnare più gol. Prima dell’infortunio stavo bene ed è stato difficile per me tornare».

LARGO A SINISTRA – «In Serie A non stiamo vivendo un buon periodo, ma c’è un grande gruppo. È molto difficile arrivare in cima, tutto quello che dobbiamo fare è essere obiettivi, dimenticare le cose che non si possono fare e cercare prima di entrare nelle posizioni in Champions League e poi guardare avanti».

SENZA RONALDO PIU’ RESPONSABILITA’ – «Siamo tutti sotto pressione, dato che sono in prestito [dall’Atlético], può essere che la gente parli e mi guardi di più, ma quando non sei il padrone del tuo destino, l’unica cosa che puoi fare è lavorare».

PRESSIONE ALL’EUROPEO – «Sono cose del nostro lavoro. L’Europeo è iniziato come è iniziato, ho avuto un paio di occasioni in cui ho fallito… Devi affrontarlo, non è piacevole. Se non fosse stato per l’allenatore e i compagni sarebbe stato molto peggio. La cosa migliore è che fuori ci siamo guadagnati il ​​rispetto dei nostri rivali e tifosi che hanno visto che eravamo un gruppo sano, di signori che hanno applaudito il vincitore».

CRITICHE – «È spiacevole per chiunque. Quando la mia famiglia o gli amici cercano di distrarmi per farmi stare bene, dicono ‘non ti hanno fischiato, non gli è piaciuto il cambio…’ io rispondo sempre: ‘immagina un mio cugino che lavora in una stazione di servizio e iniziano a fischiare e insultare perché è finita la benzina.’ Non c’è nessuno che è perfetto, non siamo macchine, so cosa mi viene richiesto qui. Le critiche non mi fanno arrabbiare, mi dà fastidio, l’odio o la mancanza di rispetto. Ho visto bambini con genitori arrabbiati, ed è quello che impara il loro figlio. Comunque, penso che qualcosa stia cambiando, che le persone si stiano rendendo conto che ci sono dei limiti».

TENERO DI TESTA – «Non ho più 20 anni, non posso preoccuparmi di queste cose, ho dei figli, una donna e devo insegnare a loro che bisogna andare avanti anche se non si ha voglia. È stato davvero molto difficile perché ricevi messaggi del tipo: guarda cosa ha detto questo tizio di te! Ma bisogna andare avanti dritti per la propria strada ».

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