Il rumore del nemici e le biciclette dei livornesi: Mourinho e Allegri
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Il rumore dei nemici e le biciclette dei livornesi: Mou e Max nemici per la pelle

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Il rumore dei nemici e le biciclette dei livornesi: Mourinho e Allegri nemici per la pelle. L’editoriale verso Roma Juve

Si stimano, si temono e si rispettano. Caratteri forti e personalità che a volte hanno fatto scintille, ma in un gioco delle parti che entrambi conoscono nei minimi dettagli. Mou e Allegri sono i due allenatori più vincenti del campionato, hanno stili diversi, qualche tratto tattico in comune e una strategia comunicativa ben definitiva, ma con sfumature quasi opposte. Max gioca a non prendersi troppo sul serio, sottovalutando il peso della figura dell’allenatore, sempre scanzonato nei suoi intercalare livornesi per sdrammatizzare anche le situazioni più delicate. Mentre Mou è un maestro nel veicolare l’attenzione dove serve, spesso calamitandola su se stesso sollevando la squadra dalle critiche dopo un passo falso sanguinoso, come è capitato contro la Cremonese. Trentanove titoli in due ma distribuiti in modo disomogeneo: il portoghese ne vanta circa il doppio rispetto ad Allegri, e soprattutto ha dalla sua quella Champions che Max ha solo sfiorato un paio di volte in finale. Da Setubal Mou ha esportato il suo calcio in mezza Europa, allenatore del mondo, mentre il livornese è sempre rimasto fedele all’Italia, rifiutando il Real per tornare alla Juve. La Procura federale ha sospeso la squalifica di Mou, dopo il diverbio con Serra, regalando a Roma Juventus l’ennesimo duello incrociato tra i protagonisti più attesi. Si è conquistato le antipatie del popolo juventino dai tempi del triplette nerazzurro, e nei testa a testa successivi è sempre riuscito a infiammare lo Stadium con provocazioni (anche ai tempi dello United) e atteggiamenti al limite. Special One per meriti (e tituli) acquisiti sul campo, ha scelto la Serie A per rilanciarsi nel nuovo progetto Roma, a caccia di una Champions che la Juve rincorre da lontano. Mou e Max si osservano, per cercare di rubare qualcosa uno all’altro, ma troppo orgogliosi per ammetterlo. Forse si giocheranno un posto in Champions League fino all’ultimo, di sicuro i riflettori dell’Olimpico questa sera brilleranno anche per loro, e non è retorica quando Allegri alla vigilia spinge per la revoca della squalifica del rivale, ma semplicemente Roma Juve senza il portoghese non è la stessa cosa. Allegri è l’allenatore che ha ottenuto più vittorie in A (3 su 7) contro Mou, ma sempre con una certa fatica. Più local nell’esperienza e nella dialettica Max, che non perde occasione di sottolineare le sue radici livornesi, tra “Gabbioni” e battute in toscanaccio, mentre Mou sa adattarsi perfettamente allo stile delle squadre che allena, diventando il motore del gruppo e il punto di riferimento della società. Entrambi hanno dovuto o voluto dimostrare qualcosa nell’ultima esperienza in A: c’era chi riteneva Mou ormai sorpassato dopo le ultime esperienze allo United e Tottenham, ha scelto la Roma per rimettersi in gioco ad alto livello con un progetto ambizioso.

Discorso simile per Allegri che ha accettato al corte della Signora pur conoscendo le difficoltà del momento bianconero, stravolte dalle dimissione delle dirigenza a novembre e dalla penalizzazione in classifica. Il -15 è diventata l’arma in più di Max, non un alibi ma uno stimolo per ricompattare un gruppo che aveva perso certezze. Mentre la corsa alla Champions si è complicata per la Roma, Mou ha capito il momento e ha alzato la voce prendendosi la scena e le responsabilità del caso, come ha sempre fatto in carriera, nei momenti decisivi. La Juve è lanciata dopo 4 vittorie consecutive in campionato, mentre la Roma deve reagire al tonfo contro la Cremonese, Max e Mou sono pronti a sfidarsi sul campo e poi, nel caso, al fuoco incrociato nelle dichiarazioni post gara. Con un copione che ormai conosciamo a memoria ma non stancherà mai: provocazioni tra le righe, con qualche gesto sfuggente in campo o una mezza parola davanti alle tv. E la riposta in dialetto livornese, con un sorriso di circostanza o decisamente più marcato, a seconda di come sarà andata la partita. Tra due vecchi nemici per la pelle.

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