Pazienza: «Juve, ecco cosa devi temere di questo Napoli» - ESCLUSIVA
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Pazienza: «Juve, ecco cosa devi temere di questo Napoli» – ESCLUSIVA

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Michele Pazienza, ex calciatore di Juve e Napoli, ha rilasciato un’intervista in esclusiva a Juventus News 24

Il verdetto è stato emesso: sarà Juve-Napoli l’ultimo atto di Coppa Italia, che consegnerà a una delle due squadre il primo trofeo in palio dopo lo stop per l’emergenza Coronavirus. Superate Milan ed Inter in semifinale, e biglietto prenotato per la finalissima di Roma per mercoledì 17 giugno. In esclusiva a Juventus News 24, Michele Pazienza ha presentato la sentita sfida tra le squadre. Lui, che dal 2008 al 2001 ha giocato al San Paolo e nel 2011/2012 ha vestito la casacca della Vecchia Signora, conosce bene il valore e il fascino di questa partita…

Juve-Napoli sarà la finalissima di Coppa Italia. Quale squadra vede favorita per la vittoria del trofeo?

«È una partita con un fascino particolare, sia per i trascorsi importanti di Sarri a Napoli e sia per il blasone delle due squadre. Magari non quest’anno, ma nelle passate stagioni hanno lottato per il titolo, quindi c’è molta rivalità tra le due formazioni e tra le due tifoserie. È una partita interessante dal punto di vista della storia che hanno le due rivali per il trofeo, ma dal punto di vista dello spettacolo mi aspetto qualcosina in meno rispetto alle precedenti sfide per via dello stop che c’è stato di oltre tre mesi».

I bianconeri contro il Milan o gli azzurri contro l’Inter: chi l’ha convinta maggiormente alla ripresa in Italia?

«La Juve l’ho vista soltanto a tratti, mentre mi è piaciuto di più il Napoli ieri sera. Ha avuto lo stesso atteggiamento delle ultime gare prima dell’interruzione per il Covid-19: molto abbottonato, che lavorava sui 30/40 metri e in grado di sfruttare al massimo le caratteristiche dei propri attaccanti. Velocità, ripartenze, la capacità di ribaltare l’azione in pochi secondi».

Un lato positivo è sicuramente l’esplosione di Rodrigo Bentancur. Quanti margini di crescita ha ancora l’uruguaiano?

«È un giocatore molto interessante. Ha già mostrato delle qualità importanti, sia sul profilo della personalità e sia su quello tattico e tecnico. Dobbiamo considerare anche il fattore età, che gli permette di avere il tempo dalla sua parte per crescere ancora. Potrà rimanere in pianta stabile per diversi anni nello schieramento della Juve».

Pjanic ha già la testa lontana da Torino secondo lei?

«In questo momento è attratto probabilmente da altre soluzioni. Dovrà trovare l’energia, la forza e le capacità per isolarsi dalle voci di mercato per dare il suo contributo alla Juve in questi mesi. È stato un club importante per il bosniaco durante questi anni, in cui è cresciuto molto. Vedo una situazione analoga anche per Lautaro Martinez dell’Inter: due giocatori importanti per i club a cui appartengono oggi, ma distratti dall’interessamento di altre squadre».

Tornando invece al Napoli, cosa dovrebbe temere la Juve della squadra di Gattuso?

«Il Napoli è una squadra che ha trovato un certo equilibrio sui 70 metri quindi, rispetto all’inizio della stagione, ha spostato la fase di pressing di 20/30 metri andando a chiudere le linee di passaggio e dando meno profondità all’avversario. Gli azzurri si ricompattano e ripartono facendo male in maniera mostruosa. Insigne, Mertens e Callejon sono giocatori che riescono a fare dei capovolgimenti importanti in pochi secondi».

Un nome che lega le due squadre è quello di Arkadiusz Milik. È il profilo giusto per alzare l’asticella in attacco?

«Secondo me non ha ancora mostrato appieno le sue qualità in Italia. Questo è dovuto ai tanti infortuni subiti. Io lo reputo adatto per la rosa del Napoli ma anche per quella della Juventus: ha caratteristiche importanti, precise, che lo rendono un’arma in più per entrambe le compagini».

Il polacco potrebbe scatenare l’effetto domino su un altro ex Napoli, Gonzalo Higuain. Pensa che si chiuderà quest’estate la sua avventura a Torino?

«Con Higuain mai dire mai… È già successo lo scorso anno: doveva andare via, era stato accostato a più di un club, poi alla fine è rimasto disputando una stagione importante. Io non mi sento di dire ad oggi che l’argentino sia già un ex o un quasi ex giocatore della Juve, perché nelle dinamiche di mercato ci sono situazioni che si vanno ad incastrare con altre e possono cambiare tutto».

Anche Maurizio Sarri incontrerà di nuovo il ‘suo’ Napoli. Che ricordi ha lasciato in azzurro il tecnico toscano?

«Ha compiuto un percorso importante a Napoli, dando continuità a quello iniziato da Mazzarri. Oltre ad una posizione di classifica importante, ha portato un gioco in grado di valorizzare le qualità dei suoi calciatori. Questa partita diventa affascinante anche per questo, perché c’è il ritorno contro il Napoli di un allenatore che ha dato tantissimo e ha lasciato sicuramente dei bei ricordi».

Farebbe bene la Juve a puntare su Jorginho per sostituire l’eventuale partenza di Pjanic?

«È un profilo che Sarri conosce benissimo. Forse più di tutti sarebbe il prescelto per sostituire al meglio Miralem Pjanic in quel ruolo, che per il gioco dell’allenatore della Juventus diventa fondamentale».

Si ringrazia Michele Pazienza per la disponibilità e la cortesia mostrate in questa intervista

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