Perin: «Chiedere è sintomo di coraggio, non di debolezza» - VIDEO
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Perin: «Chiedere è sintomo di coraggio, non di debolezza» – VIDEO

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Perin: «Chiedere è sintomo di coraggio, non di debolezza». Le parole nella prima puntata di “Stories of Strenght” – VIDEO

Perin è stato il protagonista della prima puntata del nuovo podcast lanciato oggi dalla Juve dal titolo “Stories of Strenght“.

COME HA AFFRONTATO MOMENTI DI ALTI E BASSI – «Ho iniziato questo percorso per necessità sportiva. Nel giro di pochi anni avevo subito moltissimi infortuni e avevo perso un po’ l’amore e la passione per questo sport. Ho iniziato un percorso con la mental coach Nicoletta dal 2018. Poi mi sono reso conto di quanto sia importante nella vita di tutti i giorni. Solo crescendo come esseri umani cresciamo come sportivi e professionisti in ogni ambito. Ci sono tanti alti e bassi, ma è proprio dai bassi che si mettono le basi per costruire delle parti di noi stessi migliori, delle basi per cui ritorneremo negli alti sappiamo come gestire le emozioni di gioia e felicità. Ma se prima non impari a gestire le emozioni nei momenti di down, non riesci a gestire quelle di picco. Sono momenti che vanno vissuti appieno anche soprattutto i momenti di incertezza. Quando accetti realmente di volere stare nell’incertezza, ti accorgi che magicamente, quando accetti una parte di te, smette di chiamarti e poi risalire nei momenti di picco nelle parti più belle e creative»

SITUAZIONI SENZA SOLUZIONE «Prima di cominciare questo lavoro ho passato momenti in cui facevo finta di non vedere perché credevo non ci fosse soluzione. Cercavo di non vederle. Quando ho iniziato questo percorso di salute mentale mi sono accorto che anche grazie a chi mi aiuta, mi dà degli strumenti, i momenti dove non vedi via di uscita sono veramente brevi. Chiedere aiuto non è sintomo di debolezza, ma di coraggio. Invito chiunque stia passando dei momenti in cui non vede via di uscita nella proprio aspetto emotivo e nella vita di tutti i giorni di chiedere aiuto a qualche professionista perché danno strumenti da utilizzare fin da subito. Vi accorgerete di come la vostra e nostra vita può subire dei click in positivo in brevissimo tempo. Quando inizi a utilizzare questi strumenti nella vita di tutti i giorni e ti accorgi che realmente funzionano, non riesci più a farne a meno. La crescita personale è un percorso che non si mette mai di imparare. Si scoprono sempre nuove parti di se e strumenti da utilizzare. La cosa più bella è condividere questi strumenti, donarli agli altri, a chi è in difficoltà, per ritrovare un po’ il sentiero».

PERCORSO DI CONOSCENZA – «Il primo punto è che siamo in un’epoca che pensa che bisogna risolversi tutte le cose da soli perché se non riesci è debole. E’ esattamente il contrario. Lavorare su stessi si vanno a toccare parti in cui ci vuole coraggio per guardarle in faccia, cose del passato che probabilmente abbiamo messo dentro di noi e ci appesantiscono. Li chiamo zainetti emozionali che poi quando li vai sciogliere vedi una leggerezza e libertà d’animo impressionanti».

L’IMPATTO DEGLI ZAINETTI EMOZIONALI SULLA VITA LAVORATIVA – «Tantissimo. Ho avuto 5 operazioni e tutte e 5 erano infortuni emotivi, li chiamo così. Inutile dire che non esistono, esistono nei calciatori e in tante altre professioni. Quando ho cominciato a lavorarci e sciogliere questi nodi, questi zainetti, ho cominciato a lasciarli per strada, non me li portavo più appresso che mi sentivo pesante quotidianamente e ogni giorno non capivo cosa fossero. Vai ad affrontare delle cose accadute nella vita, non avevi il coraggio di affrontarle e procrastinare è un difetto enorme che purtroppo ha l’essere umano. Bisogna guardare i problemi in faccia e affrontarli. Per questo dico che ci vuole coraggio a chiedere aiuto. Se chiedi aiuto alla persona giusta ti metterà di fronte a questi aspetti che devi avere il coraggio di affrontare se vuoi progredire come essere umano. E’ un aspetto fondamentale».

COME VIVE OGGI E GLI EFFETTI DEL PERCORSO – «Pensavo mi servisse solo dal punto di vista sportivo, ma poi man mano che percorri questo sentiero quotidianamente ti accorgi che ti migliora la vita di tutti i giorni, dall’essere un marito, un padre, un figlio, un amico, un compagno di squadra. Vivi la vita molto più profondamente, con gioia e felicità, con più leggerezza. A Crepet, noto psicologo, ho sentito dire la frase la vita è fatta da due parti, la prima in cui dobbiamo essere come una spugna e cercare di apprendere il più possibile da tutto quello che ci circonda, dalla vita degli altri, il secondo è il momento di ridare tutto quello che si è appreso e donarlo agli altri. Lui dice che la vita è un business che finisce in rosso, alla fina della nostra vita dovremo essere stati bravi ad aver donato di più di quello che abbiamo avuto. Questa visione un po’ mi rispecchia. E’ anche un po’ egoistico, ma aiutare gli altri mi fa sentire bene. Però se c’è la parte altruista c’è anche la parte egoistica che possono andare anche di pari basso. Ho imparato che non c’è una parte più giusta dell’altra, tutte le parti di noi sono giuste e non vanno giudicate».

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