Pjanic: «Allegri ha zittito in tanti, la rimonta me l'aspettavo»
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Pjanic: «Allegri ha zittito in tanti, la rimonta me l’aspettavo»

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Miralem Pjanic, ex centrocampista bianconero, ha parlato dell’attuale situazione della “sua” Juventus. Le dichiarazioni

L’ex centrocampista della Juve Miralem Pjanic ha concesso un’intervista a Tuttosport.

RINASCITA JUVE – «No! Io lo sapevo e lo dicevo… Inizialmente i ragazzi hanno vissuto un periodo complicato, ma quando entri in una crisi così, in cui se giochi contro il Psg o l’ultima della Serie A ti sembrano tutti allo stesso livello, è perché la paura e le incertezze entrano nella squadra. Non riesci ad esprimere quello che vuoi, non è facile uscirne. Ma ho sempre detto che nessuno più di Allegri sarebbe stato in grado di ribaltare questa situazione. E infatti oggi sento molto di meno parlare certe persone… La situazione è più calma, per quel che riguarda il lato sportivo intendo, proprio perché Allegri ha rimesso la Juve sulla buona strada. Attenzione però: sono state giocate appena 17 partite, adesso arriva il difficile. Il campionato è ancora molto aperto. Bisogna tenere i piedi per terra e continuare a lavorare nella stessa maniera, raccogliere punti. Poi a marzo diventerà tutto decisivo».

ALLEGRI – «Posso dire che lui è di un’altra categoria perché è talmente sereno nel suo lavoro che, di conseguenza, trasmette serenità anche alla squadra. Ricordo i momenti complicati che avevamo passato noi e ricordo che in quelle fasi le sue parole e quelle dei componenti del suo staff erano sempre giuste. Inoltre, altra cosa molto importante, Allegri riesce a far giocare tutti gli elementi che ha a disposizione, quindi sono pochi quelli che si lamentano e non sono contenti perché non hanno minutaggio. Quest’anno ancora di più: ha dato spazio a tanti giovani che si stanno meritando il posto perché stanno facendo i risultati e stanno crescendo allo stesso tempo. Se io diventassi il presidente di una squadra, un giorno, vorrei sempre un allenatore come Allegri. Sempre».

AGNELLI – «Io ho sempre avuto un rapporto molto buono con lui ed è così ancora oggi. Lo stimo tantissimo: è una persona strepitosa. Sin da quando sono arrivato si è creato un buon feeling anche tra le famiglie: ci ha sempre aiutato, è sempre stato a disposizione per qualsiasi cosa succedesse. Ma è stato anche un presidente molto presente con la squadra e con i giocatori, soprattutto nei momenti più difficili. Essì perché quando le cose vanno bene sembra tutto facile, ma arrivano anche i periodi in cui le cose girano meno bene e in cui la squadra ha dubbi. in quei frangenti Agnelli ha fatto la differenza. Risultati alla mano, è stato uno dei presidenti più titolati della Juventus. Io so quanto ci teneva a vincere e so quale determinazione aveva. Un grande esempio: umile, gran lavoratore. Nessuno gli toglierà mai quello che ha fatto e lui sarà sempre parte della Juventus».

NAPOLI-JUVE – «No, io dico 50 e 50. Anche se la pressione sta dalla parte del Napoli. Hanno perso punti contro l’Inter: ci sta, per carità, ma se vogliono mantenere questa distanza non devono più lasciare niente per strada altrimenti rischiano di andare incontro a incertezze e paure».

REGISTA ALLA JUVE – «Io sono cresciuto anche ascoltando quello che il mister mi chiedeva su quella posizione. Prima di me c’era Pirlo, io ho trovato il massimo della mia carriera in quella posizione lì: abbiamo vinto gli scudetti, siamo andati in finale di Champions. Credo che i giocatori in regia debbano prendersi le loro responsabilità, sapere che sono in un ruolo molto importante per la squadra: devono inventare, manovrare, anche sbagliare, ma devono prendere certe decisioni sul campo per creare della superiorità. Devono osare, chiedere la palla, distribuirla, giocare in avanti, trovare l’imbucata. Allegri lo dice con precisione quello che serve, starà a loro ascoltarlo. Allegri ha sfruttato al massimo le mie qualità. Ora può fare lo stesso lavoro con chi c’è: i centrocampisti hanno talento e potenziale, ma la differenza tra un campione e un giocatore «normale» sta anche nella voglia e nella determinazione che ci metti. Peraltro non dimentichiamoci dei giovani: oggi c’è Fagioli, mi è sempre piaciuto anche quando c’ero io e lui era nelle giovanili. Sono contento che abbia più spazio. Miretti non l’ho conosciuto ma mi piace perché quando ha la palla ha sempre la testa alta e guarda in avanti, gioca in avanti, non fa passaggi banali».

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