Roma Juve: quanta fiducia ha Allegri nella tecnica della squadra?
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Roma Juve: quanta fiducia ha Allegri nella tecnica della squadra?

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Roma Juve: quanta fiducia ha Allegri nella tecnica della squadra? L’analisi del ko dell’Olimpico contro la squadra di Mourinho

Credo che ci siano tre punti di osservazione per valutare RomaJuventus. Non lo dico ovviamente in termini assoluti, ognuno può scegliere quel che preferisce tra tanti altri. Ma nel mio piccolo penso che quel che si è visto crei possibilità di riflessione soprattutto lungo tre temi: l’identità della Juve di Allegri; le prospettive future in campionato; giovedì sera, Juventus-Friburgo, prossimo appuntamento. Provo a fare un po’ d’ordine (nel logoramento nervoso del tifoso che non si capaciti come non si riesca a fare entrare un pallone alle spalle di Rui Patricio).
1) L’identità della Juve di Allegri. In questo difficile biennio – ma anche prima per la verità – è andata affermandosi una lettura delle partite che personalmente ho sempre contestato, consapevole di essere in minoranza. L’idea che il risultato di ogni singola gara sia la registrazione dell’identità di una squadra, la sua conseguenza diretta, il suo frutto maturo. Non che ovviamente non ci sia la mano di un allenatore, anzi, nei 90 minuti sono molte le possibilità d’intervenire: dalla scelta della formazione di partenza ai cambi in corsa, dal modulo alla strategia. Dopodiché, non è vero che l’evento sia interpretabile solo attraverso il duello di chi sta in panchina. Il calcio per fortuna non sono gli scacchi, non sta esclusivamente nella mente di chi ne determina le condizioni di partenza, non ci sono 7 gol di differenza tra Klopp e Ten Hag, Sarri non ha umiliato Spalletti e Mourinho non fa un calcio più moderno di Allegri, per sintetizzare i temi del weekend. La Juve non ha perso perché Allegriana o meglio, non solo. Al termine del primo tempo, potevamo essere davanti noi: nel quadro di una gara tattica, dove nessuna delle due si prendeva rischi, era stata la Juve ad avere più campo e più soluzioni: con i cross di Kostic, con la ricerca di Di Maria, con gli inserimenti delle mezzali. Piuttosto, se si vuole riflettere sulla concezione calcistica di Allegri, andiamo a capire se i nostri ritmi compassati sono figli della sua non eccessiva fiducia nella nostra tecnica. E chiediamoci se qui ha ragione, se cioè questa squadra è in grado di esprimere un altro tipo d’intensità senza andare fuori giri o se lui ha trovato un punto di equilibrio tra ciò che sappiamo fare e la scarsa velocità dell’esecuzione. Almeno fino a quando Chiesa non entra in campo, perché allora determina strappi e accelerazioni, senza peraltro che arrivino i gol, comunque. Concludendo: se qualcuno scriverà che Mou ha dato scacco ad Allegri sarà liberissimo di farlo, purché citi la precisione di Mancini e quella che non ha avuto Danilo, che all’ultimo minuto ha avuto la porta davanti per colpire più del match-winner.
2) Le prospettive future in campionato. La Juve ha l’obbligo di giocare fino in fondo con l’obiettivo di guardare la classifica. Già solo perché la squadra deve avere il diritto di credere possibile che la società vinca una battaglia fuori dal campo e le restituisca la possibilità di entrare in Champions. Il resto, credere a una rimonta, è una romanticheria che va bene, serve a stare concentrati e a vivere con l’orgoglio di sempre un’annata semplicemente assurda, dove altri avrebbero già tirato i remi in barca.
3) Giovedì sera, Juventus-Friburgo. Una squadra che crea poco e che quando crea non segna come dovrebbe in linea teorica avrebbe ben poche speranze in coppa, dove i gol bisogna farli. Vlahovic è un serio problema, ancor più per come è scomparso in area di rigore a Roma dopo avere lavorato bene nel primo tempo ad allargare il gioco ogni qualvolta ha potuto. Ma la Juve dell’Olimpico deve concentrarsi su una cosa più importante della crisi di Dusan, ovvero che non tutto deve necessariamente passare da Di Maria, ci sono anche altre possibilità d’invenzione. Purché tutti, nessuno escluso, inizi a essere più concreto, che non è un optional per farci fare almeno un altro passo in avanti in Europa.

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