Salvai su Twitch: «La Supercoppa ci serviva. Dopo il secondo infortunio ho pensato per un attimo di smettere»
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Salvai su Twitch: «La Supercoppa ci serviva. Dopo il secondo infortunio ho pensato per un attimo di smettere»

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Salvai su Twitch: le dichiarazioni della centrale della Juventus Women a pochi giorni dalla vittoria in Supercoppa

Cecilia Salvai, difensore della Juventus Women, parla sul canale Twitch del club bianconero dopo la vittoria della Supercoppa.

VITTORIA IN SUPERCOPPA – «Avevo ottime sensazioni sin dal riscaldamento, ho visto le mie compagne pronte e poi no ho avuto la conferma. Siamo state tutte brave a preparare la partita e si è visto. Siamo state brave a iniziare l’anno con un trofeo».

INIEZIONE DI ENTUSIASMO – «È la prima di quest’anno e ti dà un altro entusiasmo. Ne avevamo bisogno in questo momento, avevamo inciampato prima delle feste e lo volevamo tanto per questo motivo. Per noi alzare trofei è doveroso. Siamo molto felici e orgogliosi di dire che abbiamo alzato almeno un trofeo ogni anno. Sembra quasi scontato ma non lo è. Questo è il mio dodicesimo con la Juve, pensandoci a mente lucida sono veramente tanti».

AMICIZIA CON BONANSEA E ROSUCCI – «Sono emozioni forti, ne abbiamo vinti insieme 12 con questa maglia e 1 col Brescia prima di venire qui. Abbiamo una routine di foto ogni volta che vinciamo un trofeo. Ne abbiamo una bella raccolta, conosco Martina e Barbara dai tempi del Torino. Sono passati 15 anni e abbiamo ormai un legame strettissimo ed è bello quando vinciamo insieme. Bisogna continuare su questa strada e mantenere sempre viva la tradizione».

SIGNIFICATO COPPA – «È bello, sempre un’emozione. Al di là della coppa la vittoria in sé lascia entusiasmo e fiducia. Ti senti ancora più squadra e famiglia. Sono feeling molto positivi. Questa squadra rappresenta tutte queste emozioni».

J MUSEUM – «Mi è capitato di andarci, è una tappa doverosa anche per chi arriva. Ti fa capire cosa rappresenti. È sempre un’emozione forte perché ora ci sono sempre più nostre maglie appese per le 100 presenze. È un posto da visitare almeno una volta all’anno».

SHORT FORM DI JUVENTUS LAB CON LA SUA STORIA – «È stato bello raccontare, non è facile in 10 minuti. Abbiamo raccontato questa parte di me che in tanti non conoscevamo. Mi fa piacere aver ricevuto molti commenti e feedback positivi. Spero sia di esempio e ispirazione che chi si trova nella mia condizione o che semplicemente faccia riflettere un po’. È stata una bella esperienza, era la prima volta che avevo le telecamere in casa sia per me, mio marito, mia mamma che era in ansia da un mese ma è stata bravissima».

INIZIO DI TUTTO – «Ho iniziato grazie a mio cugino che ha 2 anni più di me, da piccolini stavamo spesso insieme. Io giocavo tantissimo con lui, ero proprio un maschiaccio. Tutto quello che riguardava le femminile non ce l’avevo e non volevo avercelo. Dai giochi ai vestiti. Giocavamo tanto a pallone, lui faceva la scuola calcio e io andavo a vederlo. Un allenatore molto giovane che allenava i ragazzini della mia età disse a mia mamma di portarmi e farmi provare. Da lì è partito tutto e non mi sono più fermato».

TENACIA – «Mi è cresciuta un po’ dentro, ognuno di noi ha delle caratteristiche che vengono fuori nel bisogno, io ne ho avuto bisogno presto e l’ho sviluppata prima del normale. Per la fortuna ce l’ho da tanto tempo e devo dire che è una bella caratteristica. Quotidianamente ti fa allenare tutti i giorni e giocare per vincere. È una routine monotona, non è sempre facile. Avere degli obiettivi ben fissi ti aiuta a fare il percorso fluidamente senza pensare di mollare. Aiuta sia in campo sia fuori a raggiungere i propri obiettivi quotidiani e a lungo termine».

INFORTUNI – «È un boom di emozioni, primo e secondo sono stati molto diversi. Il primo è successo in una giornata storica, eravamo allo Stadium e un po’ quello ha coperto la rabbia e la tristezza. Alla fine trovi il modo di andare, ci vuole pazienza e forza di volontà. È un percorso lungo, perdere la routine ti stronca. È tosta, non posso dire il contrario. Chi ci è passato mi capisce, ma tanto poi torni, lo sai. Tanto vale crederci sempre passo dopo passo. I miglioramenti li vedi a lungo termine. Da quando ricominci a camminare e poi a correre. Mentalmente il secondo è stato peggio, sai già tutto. A me è successo a tre anni di distanza che non sono niente. Dopo il primo parlando con una mia compagna avevo detto: ‘Dovesse risuccedere basta’. Alla fine è successo di nuovo, sul momento un po’ ci ho pensato…».

0-0 COL CHELSEA – «Ricordo bello e tremendo, quella partita non è durata 90 minuti ma 180. Ricordo che è stata interminabile, non vedevamo l’ora che finisse. Per noi difensori è stato piazzare il muro. Avevamo lavorato molto con Lenzini insieme, è un bel ricordo condiviso».

MAGLIE PREFERITE – «Quella del primo scudetto con la Juve che mi piace anche proprio come maglia. Quella dell’Italia dell’esordio con l’Argentina. E poi quella di Barzagli e quella di Renard, capitano del Lione».

23 – «Nasce una decina di anni fa, al mio primo Europeo in Svezia. Ero la più piccolina ed era rimasto quello. Era anche uno dei numeri preferiti di mio cugino che ce l’ha tatuato. È stato il destino ed è diventato il mio numero».

VISITE AI BAMBINI DEL REGINA MARGHERITA – «Mi piace andare lì, cerco di andare quando sono in sala giochi e posso giocare con loro. A volte mi lasciano delle sensazioni positive per quanto siano in una situazione negativa. Ti fanno vedere la realtà con occhi diversi. A volte ci lamentiamo per niente e quando stai a contatto con loro e le loro famiglie ti accorgi che nella vita c’è molto di peggio. Ti fanno aprire occhi e mente e ti permettono di affrontare le situazioni con la stessa spensieratezza che hanno loro. Sono così piccoli… A volte non capiscono la serietà della malattia come è successo a me. Io ho pochissimo ricordi, molto vaghi. Quando vado da loro ridiamo, coloriamo e disegniamo: cerco di assecondarli, sono spensierati e dimostrano una forza di volontà incredibile».

NONNO – «Non credo si abituerà ma a vedermi alla Juve. Lui è un tifoso del Torino e non posso chiedergli di rinunciare alla sua fede. È un tifoso granata di quelli forti, finché ha potuto andava con l’abbonamento in Curva Primavera. Quando ha saputo che andavo alla Juve… Se non altro tornavo vicino a casa e per questo è contento per me».

CERCHIO PRIMA O DOPO LE PARTITE – «Non c’è una regola fissa, è un modo per compattarsi e un momento che ha voluto il mister fin dalla prima partita. È un bel momento sia in caso di vittoria sia di sconfitta. Quando perdi ognuno ha i suoi momenti per sbollire… Lì invece ti ricompatti subito. Invece se vinci gioisci insieme. Devono esserci parole o di conforto o di motivazione per compattarsi»

MILAN – «Ricomincia anche il campionato, abbiamo punti da recuperare e non possiamo più perderli. Ne abbiamo già persi per strada. Sabato col Milan non sarà facile, è la prima al rientro dopo la sosta e dopo questa vittoria. Non è facile fare lo switch dalla botta di entusiasmo. Ma ho piena fiducia nella mia squadra e faremo il possibile per portare a casa i 3 punti».

MESSAGGIO PER I TIFOSI – «Spendo sempre bellissime parole per loro, ce ne sono sempre di più. Purtroppo negli anni abbiamo visto che non è scontato ci siano tifosi veri, anche sulle nostre tribune. Sono fiera dei nostri perché hanno sempre dimostrato di tifare per noi e mai contro le altre. Ringrazio anche chi ci segue da casa, so che siete tantissimi. Cercheremo di rendervi sempre più orgogliosi».

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