Serie A 2019/20: come sono andate le "provinciali"? - Juventus News 24
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Serie A 2019/20: come sono andate le “provinciali”?

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Molto spesso, quando si tirano le somme di una stagione calcistica, si guardano ai risultati delle Big, o agli esiti finali del torneo: chi vince lo scudetto, chi retrocede, chi è stato il re dei bomber.

Perfettamente normale, e del resto i verdetti del torneo sono il sugo della competizione, quelli che fanno battere il cuore dei tifosi e palpitare chi si diverte ogni tanto a piazzare una puntata su un sito scommesse.

Chi ama il calcio a 360°, però, può essere interessato anche a guardare con occhio attento anche la stagione nel suo complesso, e non solo dalla prospettiva Juve, Milan e Inter. Nelle prossime righe proveremo a fare il bilancio dell’annata 2019/20 delle cosiddette “provinciali”: squadre che non rappresentano le grandi metropoli ma che sono storicamente protagoniste del nostro campionato.

L’ATALANTA, UNA PROVINCIALE ORMAI DIVENTATA GRANDE

Da quando Gian Piero Gasperini è diventato il suo allenatore, e grazie a una perfetta sintonia con il presidente Percassi, l’Atalanta è diventata, da squadra capace tutt’al più di conquistare un pass per l’Europa League, una delle 4-5 forze del nostro campionato. Settima due anni fa, terza l’anno scorso e quest’anno, con in più la chicca del raggiungimento dei quarti di finale di Champions League, la Dea non è ormai più un miracolo ma una solida realtà della Serie A. Ottimi investimenti, un gioco spumeggiante, un grande senso del collettivo e i tre assi Gomez, Zapata e Ilicic là davanti: i bergamaschi quest’anno avrebbero persino potuto aspirare a qualcosa di più della medaglia di bronzo, se non avessero buttato via qualche punto di troppo nel girone d’andata. Una stagione comunque super.

VERONA E SASSUOLO: CHE BELLE SORPRESE!

Hanno lottato per un posto nella prossima Europa League fino quasi all’ultima di campionato, quando tutto quello che si chiedeva loro era una tranquilla salvezza: Sassuolo e Verona hanno disputato una stagione da incorniciare, che li ha portati rispettivamente all’ottavo e nono posto in classifica. Gli emiliani, guidati in panchina da De Zerbi, non sono propriamente una novità, a livello di gioco (basti pensare ai molti talenti sbocciati negli anni, da Politano a Berardi), ma hanno spesso pagato una certa incostanza a livello di risultati, che li faceva ben figurare nel girone d’andata per poi spegnersi inesorabilmente in quello di ritorno. Quest’anno, invece, grazie all’ottima vena di veri talenti come Boga e Djuricic, il Sassuolo ha espresso un gioco gagliardo e che ha messo in grande difficoltà le big (chiedere a Inter, Juve e Lazio per conferma).

Dal canto suo, il Verona non godeva certo di grande credito, a inizio stagione: promossi dalla Serie B ai playoff, gli scaligeri erano considerati dagli addetti ai lavori come una delle compagini più deboli. Addirittura, mister Juric era quotato da molti bookmaker come possibile primo allenatore esonerato. E invece, il tecnico croato ha saputo creare un gruppo compatto e tosto, che ha costruito la sua anima soprattutto su una notevole solidità difensiva (i gialloblu sono stati la sesta difesa del torneo) ma che non ha mai rinunciato a giocarsela anche contro formazioni più forti, con un gioco sempre piacevole da guardare e che ha permesso ad autentici talenti come Kumbulla e Amrabat di sbocciare, nonché a giovani in cerca di maturazione come Faraoni, Di Marco e Lazovic di dare il meglio di sé, anche in mancanza di assi da prima pagina in attacco (dove comunque gli esperti Di Carmine, Zaccagni e Verre hanno detto la loro).

PARMA, BOLOGNA E CAGLIARI, UN BILANCIO AGRODOLCE

Per altre tre storiche provinciali del nostro calcio come Parma, Bologna e Cagliari bisogna fare un discorso diverso. Se, in linea generale, la loro annata può considerarsi discreta, le aspettative, soprattutto di tifosi e società, erano diverse. Il Bologna, guidato dall’indomito Mihajlovic, tenace nonostante una dura lotta contro la leucemia, avrebbe voluto cercare di strappare un posto in Europa League, ma un andamento altalenante, contraddistinto da ottime prestazioni (per esempio contro l’Inter) alternate a prove opache lo ha impedito.

Il Parma, grazie a un attacco stellare formato da Gervinho, Cornelius e Kulusevski (quest’ultimo in prestito dalla Juventus) ha fatto vedere buonissime cose in certi momenti della stagione, salvo poi sfaldarsi sul finale. Forse anche per questo motivo, a fine campionato la proprietà ha comunicato il licenziamento dell’allenatore D’Aversa, con cui il rapporto si era improvvisamente deteriorato: una mossa che ha colto di sorpresa molti osservatori e persino molti bookmaker, compresi siti quali acparma.it.

Il Cagliari, fino a metà anno, è stato la grande sorpresa. Trascinati da Nainggolan, Joao Pedro e Simeone, e in panchina da Maran, i sardi mostravano un gioco scintillante che li aveva portati in zona Europa League. Poi il buio: il rapporto tra mister e giocatori si è deteriorato ed è arrivata una serie lunghissima di sconfitte, che hanno portato all’arrivo di Walter Zenga in panchina. Con l’ex “Uomo Ragno”, i rosso-blu hanno raggiunto la salvezza: troppo poco per le aspettative della dirigenza, che sognava l’Europa.

E per il 2020/21? Di sicuro anche l’anno prossimo le provinciali saranno protagoniste del nostro campionato!

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