Siviglia Juve, Allegri cambia ancora. E in attacco regna l'incertezza
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Siviglia Juve, Allegri cambia (ancora). E in attacco regna l’incertezza

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Siviglia Juve, Allegri pronto a cambiare ancora la sua formazione. E in attacco regna sempre un senso di incertezza

La Juventus è arrivata al giorno della verità. Quello in cui si deciderà il futuro della sua stagione in campo europeo, che decreterà se per la squadra di Allegri il 2022/23 è stato un anno da dimenticare completamente o meno. Il secondo posto in campionato è un buon risultato considerando come si era messa la classifica (e come potrebbe mettersi a breve), ma sicuramente non era quello a cui si aspirava la scorsa estate, così come non era nei piani un’eliminazione ai gironi di Champions con solamente tre punti fatti in sei partite e l’onta della triste sconfitta subita in Israele per mano del Maccabi. Ecco perchè ora l’Europa League diventa un obiettivo sempre più importante da centrare e, forse, anche l’unico modo per evitare di finire fuori dalle coppe europee l’anno prossimo come vorrebbero invece ai piani alti della Procura Federale. Di fronte c’è però una squadra, come quella di Mendilibar, che di questa competizione ha ormai fatto la sua seconda casa, facendo incetta di coppe negli ultimi anni. Non è un caso che, nonostante una classifica deficitaria in Liga, gli andalusi vengano considerati alla pari di “un Real Madrid di Champions nell’Europa minore”. E se le scelte di formazione dovessero essere quelle della vigilia, l’incertezza su come andrà a finire sarebbe ancora di più giustificata.

A COSA PENSA ALLEGRI

Uscire indenni dal Sanchez Pizjuan è impresa che quest’anno, nella fase ad eliminazione diretta, non è riuscita a nessuno. Il gol di Gatti al 97′ di una settimana fa regala ovviamente speranze, perchè un pareggio è sempre meglio di una sconfitta, ma ora la Juve è chiamata a fare quei gol che nell’ultimo periodo sono venuti troppo spesso a mancare. E così Allegri cambierà ancora volto alla formazione iniziale. Il modulo di base sarà sempre il 3-5-1-1, con Di Maria già annunciato nelle vesti di trequartista e il rientro di Kostic (ogni tanto un po’ di riposo, ma senza esagerare per lui) dopo l’assenza contro la Cremonese in campionato. Sempre panchina per Chiesa, per cui questa è stata un’annata di prova, di “riassaggio” del terreno di gioco dopo il lungo sinfortunio il complicato recupero, ma il vero rebus viene per la scelta del centravanti. La maglia, a sorpresa, dovrebbe finire sulle spalle di Kean, preferito nel ballottaggio sia a Vlahovic che a Milik.

IL PERCHE’ DI QUESTA SCELTA

Il classe 2000 di Vercelli è tornato a giocare domenica sera, disputando gli ultimi 7 minuti della vittoriosa gara casalinga contro la Cremonese, ma prima di allora non accumulava minuti dallo scorso 1 aprile, quando un suo gol decise il match con il Verona. Alla fine dei giochi si tratta di una decisione rischiosa, ma dettata dalla condizione non certo esaltante degli altri due. Vlahovic, dopo aver ritrovato la via del gol contro Lecce e Atalanta, si è infatti bloccato nuovamente proprio contro il Siviglia e nell’ultimo incontro di campionato, fornendo prestazioni al di sotto del suo livello. Nuove critiche sono piovute all’indirizzo del serbo, che da poco prima del Mondiale in poi ha dovuto fare i conti con una pubalgia che non lo ha voluto lasciare tranquillo. Non tanto meglio è andato Milik, che si aveva anche segnato contro la squadra di Ballardini, ma nel complesso era risultato in ombra nella costruzione dell’azione della sua squadra. La spizzata per il gol di Bremer e poi poco altro, prima di essere sostituito proprio da Kean. Ora Max ci riprova cambiando ancora una volta le carte in tavola, nella speranza che Moise regali una notte da ricordare a tutto il popolo juventino, che sogna un trionfo europeo dopo ben 27 anni dall’ultima volta.

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