Tardelli: «Non avrei consentito diaspora calciatori. Dybala è rimasto...»
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Tardelli: «Non avrei consentito diaspora calciatori. Dybala è rimasto…»

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Tardelli: «Non avrei consentito diaspora calciatori. Dybala è rimasto…». Parla l’ex difensore della Juventus sulla situazione di emergenza

Marco Tardelli, ex difensore della Juventus, è stato intervistato dal Corriere dello Sport sul momento molto delicato che sta attraversando il calcio italiano.

STIPENDI – «Gli ingaggi dei calciatori? Tagliare è una brutta parola. Diciamo adeguare. Io non credo ci siano particolari problemi sotto questo punto di vista. I calciatori si sono sempre dimostrati molto attenti. Non credo proprio ci saranno problemi. Dipende da come verrà studiato l’adeguamento e da come verrà esposto ai giocatori. Io li vedo già che sciamano in piazza, per modo di dire ovviamente, in maniera da essere vicini ai tifosi. Sia i giocatori sia le società, a dire il vero. Avanzare proposte non mi spetta. Ci sono i rappresentanti dei calciatori apposta, e i club dall’altra parte del tavolo. Io mi sono candidato alla presidenza dell’associazione dei calciatori per gestire eventualmente il futuro. Il presente è nelle mani di chi c’è adesso. Conta solo una cosa: fare le cose e farle tutti insieme».

POLEMICHE ALLENAMENTI – «È sempre accaduto, nel nostro ambiente. C’è qualcuno a cui piace sostenere il contrario di ciò che dicono gli altri. Lo trovo normale o quasi. Quello che conta è il punto d’incontro a cui si arriva. Una cosa è sicura: andarsi a cercare le polemiche in questo momento è abbastanza sciocco. Sa qual è secondo me il lato positivo di queste vicende? Il calciatore è tornato a parlare. A occuparsi delle questioni della sua professione. Non si era mai chiesto prima ai giocatori se fosse il caso di andare in campo o meno, se ci potesse allenare in certe condizioni oppure no. Le cose si facevano e basta. In tempi passati e normali, a nessuno veniva in mente di interpellare i calciatori. In un momento così pesante, perlomeno si sente la loro voce».

GIOCATORI EMIGRATI ALL’ESTERO – «Voglio pensare alla buona fede. Mi sembra che Higuain avesse problemi con la salute della madre e ha voluto starle vicino. Mi auguro sia questa la verità, certamente lo è. Gli altri non avrebbero dovuto farlo. Per rispetto di tutti, non solo dei tifosi. Sei venuto momentaneamente in questo Paese, che ti è sempre stato vicino e che adesso ha problemi. Credo bisognerebbe uscirne insieme. Poi capitano anche cose sgradevoli come la positività al Coronavirus di Dybala e della compagna. Ma lui è rimasto. Ha subito il contagio ed è qui. Non si deve scappare. Si accettano i lati positivi e quelli negativi delle proprie scelte. Perché siamo una squadra, che ora è grande come l’Italia intera. Si combatte tutti insieme. Se diamo l’esempio sbagliato, gli altri lo recepiscono e fanno la cosa sbagliata».

DECISIONE JUVENTUS – «Dipende dagli accordi che ci sono tra i calciatori e la società. Avessi dovuto decidere io, non lo avrei consentito. Se c’entra l’effetto Ronaldo? Potrebbe essere. Ma è qualcosa che attiene ai rapporti tra i singoli e il club. Dico solo che i giocatori avrebbero fatto bene a rimanere tutti insieme, qui in Italia».

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