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Tommasi: «Serie A? Si andrà oltre il 30 giugno. Ecco su cosa siamo concentrati»

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Damiano Tommasi, presidente dell’AIC, ha rilasciato alcune dichiarazioni in merito alla ripresa delle attività in Italia

Intervenuto ai microfoni di Sky Sport 24, Damiano Tommasi ha fatto il punto della situazione in Serie A. Queste le parole del presidente dell’AIC.

LA A VUOLE GIOCARE – «E’ una posizione che conoscevamo già e tiene aperto il campionato. Si va oltre il 30 giugno, quindi questo è un pensiero che si conosceva ma noi siamo concentrati sul protocollo per gli allenamenti individuali per gli sport di squadra, vediamo se riusciamo a permettere ai calciatori di tornare ad allenarsi lunedì nei centri sportivi, sperando che ci sia l’approvazione».

LE POSIZIONI DI EMILIA ROMAGNA E CAMPANIA – «Dobbiamo capire quanto questa ordinanza possa essere messa in pratica, perché credo che entreranno in campo anche i comuni. Ne avevamo parlato con il Ministro Spadafora. I calciatori hanno quasi 2 mesi di inattività, tornare nel centro sportivo ad allenarsi è importante, nonostante la ripresa sia prevista il 18. E’ il passo che vorremmo capire se si possa fare a livello nazionale».

DIFFERENZE – «La cosa che è balzata agli occhi dall’ultima ordinanza è la disparità tra sport di squadra e sport individuali, per questo cerchiamo di affrontare il discorso relativo al protocollo per aprire i centri sportivi. Questo vale anche per le categorie inferiori con i calciatori che vogliono tornare a fare il proprio lavoro. Tutti vogliono completare la stagione. Bisogna ragionare su vari aspetti, sono piccoli step che anche nel calcio si vorrebbe percorrere in caso di ripresa della stagione».

RIPRESA NEI PARCHI – «Se qualche società mi ha detto che i giocatori andranno ad allenarsi nei parchi? E’ una delle possibilità. Il tema della responsabilità e sicurezza è il tema focale. Ad oggi siamo concentrati ad ottenere l’accesso nei centri sportivi».

L’ESEMPIO – «Abbiamo imparato ad aspettare perché le decisioni prese oggi avranno un’altra valenza tra una settimana. E’ difficile fare previsioni per tutti. C’è un tempo fatto dalla UEFA, fine luglio, che è stringente. Bisogna capire come arrivarci a piccoli step. Chiaramente non è che domani mattina i calciatori possono giocare delle partite a porte chiuse, c’è bisogno di un livello progressivo, non so se c’è un riferimento. All’estero si parla si farà, si ripartirà, poi quando si arriva a ridosso delle date si cambia, non mi rifarei a loro perché non c’è ottimismo nemmeno lì. C’è da fare un percorso progressivo e speriamo che l’inizio degli allenamenti individuali sia l’inizio di un percorso progressivo».

PAURE – «C’è la paura di non portare a termine la stagione ma anche la paura della sicurezza, tanti calciatori e calciatrici hanno una sensibilità particolare perché sono stati colpiti da vicino da questa malattia. C’è la voglia di riprendere il prima possibile e il prima possibile in sicurezza».

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