Torchia (ag. Rugani): «Juve non ha mai parlato di cessione» - ESCLUSIVA
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Torchia (agente Rugani): «La Juve non ci ha mai parlato di cessione» – ESCLUSIVA

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Davide Torchia, procuratore di Daniele Rugani, ha parlato della situazione del suo assistito in esclusiva per Juventusnews24

Juventus al lavoro sul mercato. Dopo i colpi Di Maria e Pogba il club bianconero ha chiuso anche per l’acquisto del giovane esterno sinistro Andrea Cambiaso, proveniente dal Genoa. Di questo e non solo ha parlato, in esclusiva per Juventusnews24, Davide Torchia, procuratore di Daniele Rugani che ci ha anche svelato la situazione del suo assistito.

Primi allenamenti della stagione e alla Juve sono arrivati due giocatori come Di Maria e Pogba. Quali sono le sensazioni di Rugani nel lavorare con loro?

«Mi ha scritto proprio questa mattina che mi avrebbe chiamato dopo l’allenamento odierno. E’ ancora presto per dire come si trova con i nuovi, ma detto tra noi sono giocatori talmente forti che Daniele non potrà che essere contento di lavorare con loro».

Rimanendo ai nuovi, condivide l’acquisto di Di Maria nonostante i 34 anni e la sola stagione in cui probabilmente giocherà a Torino?

«Di Maria ha qualità importanti che tutti conosciamo, li abbiamo già scoperti. Ha un atteggiamento positivo, è un grande professionista e nonostante i 34 anni mi sembra sia molto più in forma di gente che ne ha 28. L’ho visto talmente determinato in questi primi giorni che potrebbe rubare qualche anno sulla carta d’identità. Condivido il suo arrivo sicuramente».

Promosso anche il ritorno di Pogba? Qualcuno ha esternato diversi dubbi dopo le ultime stagioni allo United.

«Promosso giustamente. La Juve non ha neanche fatto uno sforzo esagerato nel riprenderlo, si è presentata questa importante possibilità parametro zero. Lui come Di Maria sono giocatori di un certo livello che se vanno in scadenza ovviamente fanno più rumore di altri. Poi mi sembra che, rispetto a qualche stagione fa, il livello dei calciatori a parametro zero si sia alzato notevolmente».

Si aspettava che, a metà luglio, Dybala non avrebbe ancora trovato una nuova squadra?

«Sinceramente no, ma come non me lo aspettavo per Belotti o Bernardeschi. Ma non è una colpa del giocatore, semplicemente le società hanno problemi economici e devono prima pensare a sfoltire. Parliamo comunque di un giocatore molto forte. Si è discusso tanto di Inter, ma i nerazzurri attualmente non hanno pochi attaccanti e giustamente se non parte qualcuno non possono acquistare, devono fare in modo che quadrino i conti. E’ un ragionamento giusto. La cartolina del momento, in ogni caso, dice che Dybala è disoccupato. Non mi piace usare questo termine, magari offensivo per qualcuno, ma la situazione è questa».

Tornando a parlare di Juve, passiamo alla difesa. Ormai sfumato Koulibaly è Bremer il nome giusto con cui rinforzare il reparto?

«I nomi giusti li sanno solamente la Juve e Allegri. Sul mercato ci sono giocatori bravi che hanno ottime qualità e Bremer è uno di questi. Viene da un ottimo campionato col Torino, ma potrebbe patire inizialmente il grande salto. Con i calciatori appena arrivati non è semplice la situazione, così come per loro non è facile giocare in un club di livello della Juve. Se non sei abituato a giocare in queste squadre puoi trovare problemi, quindi gli servirebbe tempo e l’ambiente dovrebbe essere paziente con lui».

Non teme che, con l’arrivo di un nuovo centrale di livello, Rugani possa trovare meno spazio?

«Per prima cosa Rugani ha fatto quasi il 40% delle partite nell’ultima stagione, che non sono poche. Il 60% alla Juve lo fanno solamente 6 o 7 giocatori. Per me il numero giusto di centrali da avere è 4 e quando sei nei 4 significa qualcosa. Noi siamo stati dentro anche ai tempi in cui c’erano Barzagli e Chiellini che sicuramente non erano di un livello inferiore. Non ci è mai mancata la concorrenza in 7 anni che sta alla Juve. Ma come ripeto, se lo vogliono tenere lo fanno perchè Daniele ha qualità. Normale con tanti campioni avere concorrenza, ma è un discorso da allargare agli altri reparti».

Possiamo quindi dire che anche il prossimo anno resterà a Torino?

«Allo stato attuale senz’altro. La Juve non ha mai intavolato trattative e non ci ha mai comunicato di volerlo cedere. Non è mai stato messo sul mercato, il contrario. Poi nel calcio non si sa mai. Ma allo stato attuale rimane a Torino».

Smentite quindi le voci di un interesse del Bologna o di altri club.

«Sugli organi di stampa ne escono di tutti i colori, ma noi non abbiamo avuto contatti diretti con il Bologna o con altri club. Ci fossero state eventuali trattative ovviamente ne saremmo al corrente. Ma capisco anche che i giornalisti hanno certe prerogative nel loro lavoro».

Altro acquisto della Juve è Cambiaso. Lo vede pronto al grande salto?

«E’ una ragazzo che ho avuto modo di osservare attentamente. Ha qualità, anche se è vero che non ha fatto 30 partite in Champions. Chi viene da squadre minori solitamente un po’ patisce il passaggio in squadre come la Juve. Le sue qualità non le discuto, poi decideranno i dirigenti con l’allenatore sulla permanenza. Calciatore futuribile, se lo gireranno in prestito penso sia perchè puntano su di lui e vogliono farlo maturare prima di poterlo lanciare».

Discorso simile possiamo farlo anche per Gatti?

«Si anche se non è di primissimo pelo perchè comunque ha 24 anni. Viene da un campionato di Serie B, in massima serie è tutt’altra cosa. In una piramide quando arrivi alla punta ogni difetto diventa sempre più grande, al primo errore rischi di essere massacrato dalla stampa e dai tifosi. E’ un investimento ponderato e il ragazzo ha il tempo dalla sua parte, dovrà dimostrare di poter ripagare la fiducia che gli è stata data dalla Juve».

In sintesi, dopo poco più di un anno di insediamento, come valuta il lavoro svolto da Cherubini?

«E’ stato fatto qualcosa di buono, il lavoro dietro c’è e si vede. Io Federico lo conosco molto bene, è cresciuto alla Juve e adesso è di livello internazionale, abituato alla forma mentis del club. Poi nel calcio di adesso si lavora sempre in team con l’allenatore. Una società deve lavorare a tutto tondo; non fanno solo il colpo tante volte, ma anche cose che fanno meno rumore. Ti parlo magari di cessioni o di qualche plusvalenza economica importante e anche lì sta il lavoro di Cherubini. Poi ricordiamoci sempre che è arrivato in un momento di riassestamento, dopo un ciclo finito e ricominciare non è mai facile. Non si può dire dopo un anno “fammi vedere se sei bravo”. Si fa fatica coi calciatori, figuriamoci con i dirigenti. Deve continuare così».

Si ringrazia Davide Torchia per la cortesia e la disponibilità dimostrate nel corso di questa intervista

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