Vlahovic perde la mira, Kean la testa. E Allegri rimpiange Morata…
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Vlahovic perde la mira, Kean perde la testa. Se Allegri in attacco rimpiange Morata…

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Contro la Roma domenica sera, a tradire la Juve, è stato soprattutto l’attacco. E se Allegri è costretto a rimpiangere Morata…

A volte le situazioni prendono una piega imprevista e ci si ritrova a ragionare sui “se” e sui “perché”, ma le statistiche non mentono e a Roma è stato soprattutto l’attacco a tradire la Juventus. E non è la prima volta. Vlahovic spuntato e forse distratto dalle voci di mercato estere, Kean carico a pallettoni – fin troppo – con un fallo di reazione che ha smontato la foga di rimonta bianconera. E’ questa la cifra del reparto offensivo bianconero o Allegri poteva fare di più a Roma, con le risorse a disposizione? Le risposte di Dusan al momento sono troppo discontinue per giustificare aspettative dello scorso gennaio e un investimento da oltre 70 milioni. Le pressioni a Torino sono impennate, ne ha risentito la sua media al di sotto degli standard di Firenze. Dieci reti in 24 presenze in questa stagione, nove in 21 nella seconda parte dell’anno scorso. Numeri diversi dalla versione viola, con un gol ogni 114 minuti. Chi si aspettava un bomber da 40 gol a stagione è rimasto deluso, la Juve ha puntato tutto su di lui, a costo di perdere Dybala e Morata, ma il serbo al momento fatica a sobbarcarsi da solo il peso dell’attacco sulle spalle. Allegri non ha ancora trovato l’assetto ideale per valorizzarlo, pur con i suggerimenti di Di Maria, i cross di Kostic o gli strappi di Chiesa part time (ma fino a quando?).

Con o senza tridente, con il ritorno di Chiesa al top della condizione toccherà all’allenatore trovare l’equilibrio tra i tre campioni in attacco. La Juve non può permettersi il lusso di Vlahovic in panchina, come a Nantes, ma Dusan deve imparare a incidere più spesso, anche quando non trova la via della porta: forse non è un caso che quando non segna è quasi sempre il peggiore in campo. Non è una questione tattica, ma piuttosto fisica e mentale. Le scorie della pubalgia probabilmente lo condizionano ancora, e forse anche lui si aspettava un’evoluzione diversa in maglia Juve. Ha un bivio di fronte, riprendersi la Juve dimostrandosi più forte anche delle critiche. O cedere alla lusinghe dall’estero, e rimettersi in discussione in Premier o Bundesliga, ma per la Juve sarebbe un passo indietro allarmante, come l’addio a de Ligt in estate.

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