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Alessio Tacchinardi: «La Juve è matura per battere chiunque»

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L’ex centrocampista juventino ci illustra come la Vecchia Signora dovrà affrontare tatticamente le doppie sfide con Napoli e Barcellona, con tanti elogi per Pjanic

Alessio Tacchinardi cresce nel settore giovanile dell’Atalanta come tornante, poi Cesare Prandelli, suo tecnico nella formazione Primavera, lo imposta da regista di centrocampo per meglio sfruttarne personalità, senso della posizione e lancio. Tacchinardi, da sempre dotato di buona tecnica di base, approda nel 94 alla Juventus con Mister Lippi, milita 11 anni in bianconero, diventando una delle colonne portanti del centrocampo, posizione in cui episodicamente trova anche il successo personale a rete, grazie a potenti conclusioni dalla distanza. Con la casacca bianconera vince tutto, 6 Scudetti, 1 Coppa Italia, 4 Supercoppe Italiane1 Champions League, 1 Coppa Intercontinentale e 1 Supercoppa Uefa. Sulle sue spalle una discreta fetta di palma res della Juve e la sua proverbiale disponibilità a concedersi nelle analisi, ecco cosa ci ha rivelato a riguardo del periodo che la Juve dovrà affrontare nelle prossime, infuocate, settimane.

Tacchinardi, è cominciato il conto alla rovescia che porterà la Juventus a giocare per ben due volte a Napoli, cosa ci si deve attendere da queste due trasferte? «Due partite toste e complicate, il Napoli è una compagine che nella singola partita può colpire ogni tipo di avversario e nei 90-95 minuti è capace di sprigionare gioco e qualità, però la Juve si farà trovare prontissima, al netto delle polemiche, della tensione, della competizione e della querelle Higuain che da Napoli sbandierano. La Juventus dovrà far sfogare i partenopei reggendo l’urto, per poi ripartire in maniera fulminea, lasciando il segno, un po’ come è accaduto nelle due partite già giocate in precedenza. Certo, l’ambiente sarà torrido ma la maturità di Allegri e dei suoi ragazzi ormai è conclamata, i bianconeri possono battere chiunque».

Juve-Barcellona ai quarti di Champions, tatticamente come si colpiscono i blaugrana? «Allegri conosce bene l’avversario e sono certo saprà preparare le giuste trappole per questo Barcellona che è diverso dal passato. Messi non sembra più il giocatore strepitoso impossibile da bloccare, il centrocampo ha una forza propulsiva decisamente minore rispetto a due anni fa a Berlino e un po’ tutta la squadra sembra patire certi ritmi. Il Barca visto contro il Psg all’andata di Champions e il Deportivo La Coruna in Liga, ha dimostrato di soffrire tremendamente la fisicità, i ritmi elevati e la pressione alta, fatta di aggressione e spietatezza tattica, ecco la Juve dovrà giocare in questo modo per guadagnarsi percentuali di qualificazione, contenendo e ripartendo. A Torino nella prima partita mi attendo una Juventus capace di fare ciò per tutto il match, altrimenti potrebbero esserci problemi, in ogni caso la mia percentuale è equilibrata, 50 possibilità a testa per accedere alle semifinali. La Juve può farcela anche se sarà faticoso, dispendioso e molto complicato eliminare i catalani».

Da centrocampista, qual’è il suo giudizio sul rendimento, sino ad oggi, di Khedira, Pjanic e Marchisio? «Khedira dopo gli infortuni ha conquistato un equilibrio incredibile, è un mediano di grande valore, intelligenza tattica, fisico, e sa anche andare a rete con gli inserimenti, un giocatore moderno con i fiocchi che sa capire le dinamiche del gioco prima degli altri, Pjanic si sta dimostrando un centrocampista di livello superiore, un vero fiore all’occhiello. Dopo i primi 4-5 mesi di rodaggio nella Juve, ha preso per mano la squadra e sta facendo cose eccezionali per qualità, tocco, visione di gioco. Uno come lui disegna calcio ed è un super calciatore, con una cristallina dote dei grandi: l’umiltà. Ancora una volta la dirigenza Juve ci ha visto giusto. Su Marchisio dico che sbaglia chi pensa che sia in declino, e a parte l’infortunio, in questo periodo paga il modulo a due a centrocampo, altrimenti sarebbe di certo titolare. E’ in peno recupero, lo vedo lucido di testa e pronto di gambe, e se saprà usare questo momento di stasi come uno stimolo per fare ancora meglio, Marchisio sarà l’arma in più di questa Juve nel finale di stagione, colmo di impegni arroventati».

Per Alessio Tacchinardi che cos’è la juventinità? «Indossare la maglia è un’esperienza diversa dalle altre, alla Juve il motto per un calciatore potrebbe essere poco cinema molta sostanza. Devi sposarti con l’ambiente, vivere lo stile, la Società, la famiglia Agnelli, devi essere umile, rispettoso bravo a sopportare pressioni, impegnarti negli allenamenti, sempre presente con la testa e pronto al sacrificio, tutto ciò è la juventinità per il sottoscritto. E quando finisci di giocare ti rendi conto che l’aver militato nella Juventus ti ha lasciato dei valori profondi che serviranno nella vita».

 

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