Analisi tattica Juve Benevento: il match di Serie A ai raggi X
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Analisi tattica Juve Benevento: il match di Serie A ai raggi X

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Analisi tattica Juve Benevento: la partita dell’Allianz Stadium analizzata nei dettagli. Le mosse di Andrea Pirlo e Filippo Inzaghi

Juve Benevento: il racconto del match

Kulusevski a destra

Difficile parlare dal punto di visto tattico della debacle contro il Benevento, la partita forse simbolo del fallimento sportivo di questa stagione (che pure deve ancora terminare). L’aspetto inquietante è che sta succedendo una cosa simile agli anni precedenti: nel momento clou la Juventus – cosa che si vede da mesi – ha palesato una evidente mancanza di idee, soprattutto quando deve attaccare una difesa schierata. Come avevamo visto già contro Napoli e Porto, la palla ha girato con una lentezza imbarazzante da una fascia all’altra. Per l’avversario era relativamente semplice chiudersi in fascia e bloccare la manovra offensiva.

La Juventus oggi ha sofferto praticamente in qualsiasi aspetto, con tanti errori tecnici in tutte le fasi di gioco. Se ci si aspettava il solito ibrido con Bernardeschi alto e Kulusevski tra le linee, la Juve è invece scesa in campo con lo svedese largo a destra e Chiesa invece a sinistra. Se siamo abituati a vedere Danilo ricoprire una posizione bloccata, oggi anche Bernardeschi era stretto e dentro al campo. Un qualcosa che non ha aiutato l’ex Fiorentina, che ha sbagliato parecchio in entrambe le fasi.

Solite difficoltà

Come al solito, la Juve non trovava spazi per sfondare centralmente, di conseguenza provava ad allargare il gioco in fascia. Il problema è che era molto prevedibile in quelle situazioni: di solito, si serviva un Kulusevski molto aperto e isolato, che tentava di forzare la giocata e creare superiorità numerica. Il problema è che erano dribbling dall’elevato coefficiente di difficoltà, con l’ex Parma che ha spesso perso palla.

Considerando che la Juve stava sbattendo continuamente contro il compatto 5-3-2 di Inzaghi, non si capisce come mai Chiesa sia stato per quasi tutta la partita largo a sinistra. Con il senno di poi, era meglio spostarlo a destra, per farlo entrare di più nel vivo del gioco (sull’altra fascia non riusciva a incidere e perdeva spesso tempi di gioco). Anche nei momenti più negativi, l’italiano dà sempre la sensazione di poter creare qualcosa, va sfruttata meglio l’intensità dell’ex Fiorentina.

Tanti cross, ma non basta

Con Ronaldo e Morata poco incisivi, la Juventus ha fatto quello che di solito fa – senza idee – in queste situazioni: buttare palloni in mezzo. I bianconeri hanno totalizzato 32 cross, con 12 di questo che sono arrivati da Bernardeschi (che nella ripresa si è sovrapposto di più). Se nel primo tempo il Benevento aveva creato grossi pericoli in transizione, nel secondo tempo aveva abbassato molto il baricentro, faticava a risalire. Eppure, nonostante ciò, in una gara negativa la Juve non ha avuto né il cinismo né l’inerzia di sbloccare una gara che non si poteva vincere. Il fatto che poi Arthur abbia sostanzialmente regalato il gol agli avversari, che solo così potevano segnare, bene esprime l’impotenza e l’autolesionismo di una squadra con pochissime certezze.

Spesso, per assolvere Pirlo, si poneva il dito sui pochi allenamenti in questa anomala stagione condizionata dal Covid. I ripetuti impegni impediscono alla squadra di lavorare nel migliore dei modi sui principi che vuole dare l’allenatore. Ebbene, i bianconeri hanno avuto l’intera settimana a disposizione prima del match contro il Benevento: nonostante ciò, la Juve ha disputato una partita sconcertante dal punto di vista tecnico e agonistico. Più che pensare all’Inter, Pirlo deve seriamente preoccuparsi delle squadre alle spalle.

 

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