Baldini: «La Juventus è un'esperienza unica, Nicolussi un predestinato»
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Baldini: «La Juventus è un’esperienza unica, Nicolussi un predestinato» – ESCLUSIVA

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Francesco Baldini, ex tecnico della Juventus Primavera, parla in esclusiva su JuventusNews24

Francesco Baldini, allenatore della Juventus Primavera nella stagione 2018/19, ha parlato in esclusiva su JuventusNews24. Dalla situazione del calcio giovanile, alla sua ricca esperienza alla guida dell’Under 19 bianconera: una chiacchierata col tecnico che, dopo l’esperienza in Serie B al Trapani, aspetta di sedersi su una nuova panchina.

Mister, buongiorno. Dove sta trascorrendo questa quarantena?
«Sono a San Marino insieme alla mia compagna e a mio figlio. Non vedo i miei genitori da due mesi e mezzo ma qui hanno chiuso la frontiera. Sto passando il tempo lavorando e aggiornandomi con lo studio. C’è tempo e sto cercando di sfruttarlo al meglio».

La domanda più scontata: la stagione calcistica riprenderà?
«Credo che in Serie A ci siano i presupposti, ma ovviamente non possiamo fare lo stesso discorso per tutto il calcio italiano. Ci sono realtà troppo diversificate tra loro».

Lo stop del calcio giovanile peserà sulla crescita dei ragazzi?
«Potrebbe. A me scoccia già solo per mio figlio che ha 10 anni e ora non può allenarsi. Penso sopratutto ai ragazzi della Primavera. Qualora dovessero fermare definitivamente anche quel campionato sarebbe un problema: ti manca mezza stagione e il salto nel professionismo è complicato. Così come dagli Allievi alla Primavera. 5-6-7 mesi è tanto tempo perso. Consideriamo anche che la parte finale della stagione è quella di solito in cui i ragazzi crescono maggiormente. Poi è chiaro: in questo momento sarebbe difficile fare altrimenti».

La sua stagione alla guida della Juventus, mister?
«Un inizio stupendo a livello calcistico. Abbiamo passato il turno in Youth League ed eravamo in testa al campionato. Fino a dicembre ho avuto un punto di riferimento importate in Federico Cherubini. Quando lui è passato a lavorare con la Prima Squadra ci siamo ritrovati un po’ spiazzati. Ma la Juventus è un’esperienza che dovrebbero fare tutti. Stare in quel contesto significa sottoporsi a contatti ed aggiornamenti continui. Me la porterò dentro per tutta la vita: la Juve è unica sotto l’aspetto dell’organizzazione».

Cosa significa collaborare e convivere con una Seconda Squadra?
«Intanto voglio fare una premessa, alla luce del discorso che facevo prima. L’Under 23 diventerà un’opportunità per quei 2001 più promettenti arrivati alla conclusione del loro percorso in Primavera. Trovo ancora assurdo che nel calcio italiano solo la Juve sia arrivata ad una Seconda Squadra. Voglio vedere come faranno le altre società di prima fascia con i propri giovani: o li butti subito in Prima Squadra o sei costretto a mandarli in prestito in Serie B o in Serie C. Detto questo ti posso dire che per me non è stato semplice. I ragazzi più promettenti della Primavera venivano convocati in Serie C e, poi, rifare il passo all’indietro non è facile per loro. Tra l’altro lo scorso anno anche Allegri aveva pescato da noi: Nicolussi, Portanova e Gozzi hanno tutti fatto il loro esordio in A. I ragazzi a disposizione non erano mai gli stessi ma il compito di un allenatore è questo, sapersi adattare alle situazioni. E soprattutto non bisogna mai dimenticare che nel settore giovanile il lavoro, al di là dei risultati, deve essere funzionale alla crescita dei ragazzi».

A proposito di crescita: ha citato Hans Nicolussi Caviglia, ora al Perugia in B. Che giocatore diventerà?
«A me piacerebbe allenare una squadra di Nicolussi. Io rivedo nel suo percorso quello che ha fatto Marchisio. Potrebbe essere quel giocatore che rientra alla Juve e diventa protagonista. È un prospetto importante, non so cosa farà il prossimo anno ma penso che potrebbe anche partire in ritiro con la prima squadra. È un predestinato, uno che lavora sempre, come Cristiano Ronaldo. Non smette mai di allenarsi, ricordo che dopo le sedute spariva e noi dovevamo andarlo a pescare in qualche campo di Vinovo».

La Juventus Primavera di Zauli le stava piacendo?
«Sì, io conosco bene il mister ed è un peccato che il suo lavoro sia stato interrotto. Stavano facendo molto bene sia in campionato sia in Youth League. Mi informo spesso sui ragazzi, anche quelli che sono poi andati a giocare altrove. Pessotto mi tiene informato: è una persona incredibile, una delle migliori che abbia incontrato nel calcio».

Lei ha allenato anche Fagioli: tutti dicono un gran bene di questo ragazzo. È così impressionante?
«Come disse Allegri pensa calcio in maniera speciale, a volte vedeva giocate che non vedevo neanche io dalla panchina. È diverso dal 95% degli altri giocatori. Credo però che debba crescere ancora molto a livello caratteriale. Lui sa che deve migliore. Se vuoi giocare a livelli altissimi – e lui può farlo – non devi prescindere da una professionalità incredibile».

Ha sempre stimato profondamente Petrelli? Al quale non ha risparmiato però, nei mesi, qualche tirata d’orecchie
«In Petrelli riscontro un potenziale di altissimo livello. È veramente un piccolo Ibrahimovic. Con quei piedi può fare gol e assist, ha grande fisico: è uno completo. A volte gli manca un po’ di determinazione, la fame per diventare un campione. Non vorrei mai che sprecasse queste doti enormi che ha».

Quando finirà questa pandemia, da dove ripartirà Francesco Baldini?
«Sinceramente non lo so, è veramente tutto bloccato. Ci sono state un paio di telefonate ma vedremo. Io sono alla ricerca di un progetto serio, una società con cui poter lavorare bene. Non ne faccio una questione contrattuale né di categoria. Voglio un contesto valido per poter costruire».

Si ringrazia Francesco Baldini per la disponibilità e la cortesia mostrate in occasione di questa intervista

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