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Burioni: «Ripresa calcio? Difficile prevederlo, vaccino non prima di dicembre»

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Burioni: «Ripresa calcio? Difficile prevederlo, vaccino non prima di dicembre». Le dichiarazioni del celebre virologo

Roberto Burioni, noto virologo oltre che ormai celebre personaggio social e televisivo, è stato intervistato da Tuttosport in merito all’emergenza Coronavirus.

RIPRESA – «Trovo grande difficoltà a fare una previsione. Io penso che in questo momento sia indispensabile ancora qualche settimana prima di progettare una possibile ripresa del calcio e di tutti gli altri sport. Prima dovremmo vedere cosa accadrà e quando torneremo ad uscire di casa. E anche cosa accadrà con l’arrivo dell’estate. Temo però che fino a quando non avremo qualcosa di risolutivo contro questo virus sarà molto difficile rimettere dentro a uno stadio alcune decine di migliaia di persone, tutte insieme, tutte vicine, che si abbracciano quando la loro squadra segna. Temo che per un po’ dovremmo vivere questa nostra nostra bellissima passione in un modo un po’ diverso. Sarà un sacrificio che dovremo fare. Ma sono anche sicuro che poi un giorno torneremo a godere del calcio e di tutti gli altri sport, così come ne abbiamo goduto fino ad oggi. Meglio, fino a ieri».

VACCINO – «Non lo sappiamo. Ci sono diversi candidati interessanti che stanno funzionando negli animali. Il che è un buon segno ma non definitivo. Speriamo che si possa andare avanti nella sperimentazione il più velocemente possibile. Io ritengo che nella migliore delle ipotesi potrebbe volerci un anno. Proprio se tutto andasse per il meglio, diciamo che con uno sforzo sovrumano potremmo averlo a disposizione magari a dicembre. Il virus è apparso a gennaio per cui potremmo avere disponibile il vaccino alla fine dell’anno pronti per affrontare l’eventuale ritorno del Covid-19 durante i mesi invernali. Però questa è una previsione estremamente ottimistica. Comunque sia, dobbiamo parlare anche dei farmaci non solo del vaccino. Per l’Hiv non abbiamo un vaccino però dobbiamo dei farmaci molto efficaci che non soltanto impediscono ad una persona di morire ma la rendono anche molto meno infettiva e lo stesso vale per l’epatite C. Non solo, per il Covid-19 abbiamo dei farmaci già esistenti, dei quali si sta valutando l’efficacia. Speriamo di avere qualche risposta positiva in questa direzione».

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