Gatti: «Meglio il calcio senza Var. Derby, Allegri, vi dico tutto»
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Gatti: «Meglio il calcio senza Var. Derby, stagione, Allegri, vi dico tutto»

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Gatti: «Meglio il calcio senza Var. Derby, stagione, Allegri, vi dico tutto». Lunga intervista del difensore della Juventus

Lunga intervista di Federico Gatti a Tuttosport. Ecco le parole del difensore della Juve.

MIGLIORAMENTI – «I margini sono enormi. Sono cresciuto nella personalità e quella te la trasmettono le partite, l’esperienza e gli errori. Un aspetto per cui sono davvero grato ad Allegri è il fatto di avermi dato la possibilità di crescere. Quando fai un errore e poi vieni messo da parte è dura, invece lui mi ha concesso continuità e questo mi ha permesso di diventare più forte, un giocatore migliore. Poi nella Juve è normale crescerei, qui io cresco ogni giorno. Devo migliorare ancora in termini difensivi e di impostazione».

DAI DILETTANTI ALLA JUVE – «Si tratta di un percorso bello in cui ogni step è stato importante. Sono stati anni bellissimi, come la vittoria del campionato di Eccellenza col Verbania. Mi ricordo che vivevo nella stessa casa con due compagni: avevano 8 e 4 anni più di me, uno che arrivava dalla Francia, Marsiglia, e uno da Roma. Si creava un legame fantastico. Quello un po’ mi manca, ma la vita mi è cambiata totalmente».

VOLTO DELLA JUVE OPERAIA – «In una squadra esattamente come in ogni azienda c’è anche chi fa il lavoro sporco ed è fondamentale. C’è chi ha determinate qualità, chi ne ha altre, ma solo se convivono possono brillare al meglio entrambe».

TIFOSI – «Sono sempre stato così, mi carico tantissimo quando sento il pubblico che spinge, le tifoserie quasi esagerate. Anzi, un aspetto su cui devo lavorare e ne parlo spesso con Allegri è la gestione delle energie. Perché spesso ne spendo talmente tante che a volte trascorro dei minuti come in apnea. Comunque meglio troppa energia che poca sempre».

DERBY – «Il derby mi carica sicuramente, ho avuto la fortuna di giocarlo all’andata, è stato il mio primo, in cui per altro ho anche segnato, mentre nella stagione passata non sono stato impiegato contro il Torino. In realtà l’adrenalina da derby la si vive più nei giorni precedenti che proprio nel corso della partita, in quel momento sei concentrato su quello che devi fare a prescindere da chi hai di fronte. In campo pensi solo a vincere».

DIFENSORE GOLEADOR –  «In parte il mio passato da mezzala, un po’ di fortuna, l’abilità dei miei compagni nel battere angoli e punizioni. Anche se a me delle statistiche non importa veramente. Io ho due obiettivi precisi che sono quelli della Juventus: la Champions League e la Coppa Italia».

ZAPATA E SANABRIA – «Sono entrambi forti. Il Torino è una squadra molto fisica, fastidiosa, gioca sulle seconde palle. Uomo su uomo. Stanno facendo molto bene, sarà una gara davvero difficile».

VLAHOVIC – «Come ogni persone sta vivendo un periodo di crescita. Confronto all’anno scorso è molto più dentro la gara e anche se un attaccante pensa soprattutto a fare gol è migliorato tanto grazie alle esperienze accumulando partite. Si migliora e si cresce grazie agli errori».

CRISI JUVE – «Non saprei motivarlo, è difficile. Abbiamo passato un periodo no in cui è mancato qualcosa: mesi prima una palla finiva sul palo e ed entrava in porta, in quel periodo succedeva il contrario. Ci è mancata un po’ di esperienza. Ora abbiamo questi due obiettivi, Champions e Coppa Italia, e non possiamo lasciarceli sfuggire, per nessuno motivo. Dobbiamo vincere il derby perché dopo i tre punti vivi meglio, ti alleni meglio ed è tutto più bello».

SENZA COPPE – «Le settimane sono vuote. L’anno scorso c’era e quest’anno immaginavo che senza sarebbe stato meglio, perchè si sarebbero potute affrontare meglio le gare di campionato ma non è così. Per come sono fatto io giocare ogni tre giorni mi tiene sempre attivo, riesco a essere sempre sul pezzo. E’ più impegnativo dal punto di vista fisico, anche per i viaggi e gli spostamenti ma la testa non stacca mai. Quindi è mancata tanto l’Europa e dobbiamo far in modo che torni il prossimo anno».

GIUNTOLI  «Alla Continassa ha portato freschezza. Ci segue sempre, in casa e fuori».

YILDIZ– «È giovanissimo, ha davanti una carriera lunga e certamente importante. Non deve accontentarsi, si tratterebbe dell’errore più grande ma deve pensare a migliorarsi giorno dopo giorno. Certo, non deve pensare di spaccare il mondo già domani. Io spesso lo marco in allenamento, si vede che, a soltanto 18 anni, ha qualità enormi. Abbiamo tanta fiducia in lui, nelle sue qualità. Deve avere pazienza che è basilare nella carriera di un giocatore, mai volere tutto e subito».

SOGNO EUROPEO – «La speranza c’è ma per me prima di tutto viene la Juventus».

DERBY DA TORINESE – «Ha un sapore maggiore. Mi ricordo il derby del fallo di Glik su Giaccherini e quello del gol di Pirlo all’ultimo minuto. A quei tempi non potevo immaginare che un giorno sarei riuscito a giocarlo un derby».

CALCIO E VAR – «Non è un argomento che mi compete, ma io dico che va bene così. Stiamo cambiando troppo il calcio per i miei gusti, a me piace quello di altri tempi. Quello senza Var, non che mi sembri tutto finto ma si sta esagerando. La tecnologia esasperata toglie le emozioni, lo scopo è quello di abbassare il numero degli errori ma in realtà si sbaglia lo stesso perché si tratta comunque di scelte difficili da fare. Davanti a un monitor vedi una realtà che è oggettiva ma non sempre corrisponde a quella del campo. Con le azioni al rallentatore non si capisce l’entità dei contatti. Lo dico anche per esperienza personale. Se fermi l’immagine magari vedi un tocco o un contatto ma non puoi comprenderne la portata e la forza. Il braccio un po’ alzato, un po’ basso, un difensore ora non puo’ più fare niente perchè è subito rigore. A volte fanno un cinema per far prendere un giallo o un rosso all’avversario. In area non possiamo più intervenire, ci dobbiamo togliere per evitare di subire un penalty».

DJALO’ «Si allena con noi ogni giorno. Arriva da un infortunio difficile quindi non è semplice ma arriverà il suo momento».

COSA L’HA STUPITO DELLA JUVE – «La cura dei dettagli e la grande umiltà dei compagni. Si può crescere, la Juve ti dà tanto, ma devi dare tanto anche tu».

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