Ghirelli JuventusNews 24: «Ripresa Serie C? Data da spostare in avanti»
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Ghirelli su Juventus News 24: «Ripresa Serie C? Data da spostare in avanti» – VIDEO

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Ghirelli in diretta su Juventus News 24: le parole del presidente di Lega Pro nell’appuntamento mattutino

Appuntamento importante per oggi, 21 aprile, sulla pagina Facebook di Juventus News 24. Nel consueto spazio dedicato al format EDICOLA, è stato ospite il presidente di Lega Pro Francesco Ghirelli.

Il presidente ha fatto il punto su quella che è la situazione attuale in Serie C legata all’emergenza Coronavirus, facendo chiarezza sui tanti punti in questione. Il numero uno della Lega Pro ha parlato anche di Juventus U23.

SITUAZIONE SERIE C – «Siamo fermi nei gironi A e B dal 21 di febbraio. Ci eravamo fermati perché avevamo avuto la percezione della situazione. Speravo, come mi avevano detto, di essere stato avventato. Il Paese avrebbe sofferto meno e avrei accettato un’accusa. A marzo abbiamo poi chiuso anche il Girone C. Se mi chiedessero quando tornare? Direi ieri. C’è la voglia di dare spazio a qualche ora di diversità rispetto a questa cappa. Offrire un po’ di svago a chi soffre. Se poi vado a vedere il complesso dei campionati c’è una differenza. Credo che la Juve e le altre squadre di Serie A facciano bene a spingere per la ripresa. Noi abbiamo altri problemi, una situazione molto critica in tante zone. C’è anche il problema del protocollo sanitario che va applicato ugualmente in tutti i campionati. Il virus non fa distinzioni. Per noi è una questione delicata che ci fa ragionare spostando in avanti la data d’inizio».

RISCHI RIPRESA – «Abbiamo 60 società in tutto il territorio italiano e dobbiamo applicare il protocollo. Struttura medica, centri sportivi, costi per gli interventi necessari sono tutti problemi che abbiamo. Abbiamo più Italie profondamente diverse. Dobbiamo evitare di non andare verso questo mostro come abbiamo fatto sinora. Cioè o con le mani nude o con la baionetta, perché ci ha massacrato. Non avremo sicurezza totale fino al vaccino e c’è il rischio di nuove positività. Qualora fossimo l’innesco di un nuovo focolaio per il calcio sarebbe un vero problema. Per questo sposteremo molto in avanti il rientro per sperare che il virus si attenui. La scienza è molto rapida nello sviluppo di farmaci e metodi di analisi, tra tamponi ed esami del sangue. Questo insieme di elementi dovrebbe attenuare la giusta severità attuale del protocollo sanitario. Non abbasseremo la guardia ma potremo avviare un percorso con maggiore tranquillità. Questa è la mia preoccupazione essenziale, oltre a quella di default delle società. Abbiamo 60 società che sono di imprenditori scossi dalla crisi. Il pensiero dell’imprenditore in questi giorni è giustamente rivolto alla propria azienda madre e il calcio si presenta fragilissimo. Il rischio che tutto quello che rappresenta il calcio – mecenatismo, passione per il territorio – potrebbe scontrarsi con la realtà. Nonostante tutti gli sforzi il calcio rischia di subire un colpo davvero serio. Non solo il calcio ma tutto il Paese sarebbe più povero»

FINALE COPPA ITALIA – «La sognavo. Avevo avuto degli scambi con Agnelli per costruire scenari bellissimi con un coinvolgimento delle scuole e la creazione di un grande spettacolo. Ne discuteremo il 4 di maggio in Assemblea, bisogna vedere se ci sono gli spazi. L’indicazione per il momento è di non conclusione, ma sarebbe bello disputare la finale e la decisione spetta al Consiglio Federale».

PROMOZIONI IN B – «Mi sono arrabbiato tantissimo. Ho chiesto scusa a Balata e Sibilia per questo scellerato che ha messo in giro questa lettera. Io ho commesso un piccolo errore. Avevamo finito il direttivo e l’approvazione del verbale nel tardo pomeriggio di sabato. Ho preferito non disturbare i presidenti, a differenza di questo scienziato dalla mente abbastanza malata. Una cosa deve essere certa: abbiamo messo in piedi un percorso corretto. Il dominus è il Consiglio Federale del 5 di maggio, mentre l’Assemblea è stata convocata il 4. Nei prossimi giorni ci incontreremo. Chi mi conosce sa che non posso fare scelte che prescindano dal Consiglio Federale. Così come non farei mai nulla nei confronti della LND. Ho parlato delle difficoltà delle mie società, immagino cosa succeda nelle Leghe inferiori. Noi siamo 60 società e dobbiamo trovare una soluzione che scontenti il meno possibile. So che non troveremo una soluzione in cui accontenteremo tutti. L’unica soluzione che accontenterebbe tutto sarebbe finire il campionato. Hanno fatto un’istanza su quella ipotesi. La nostra situazione non è semplice, andremo in Assemblea e discuteremo su come risolverla. Una Governance responsabile deve prevedere l’emergenza e far decidere democraticamente all’interno dell’Assemblea. E se possibile evitare i contenziosi per un’idea generale dello stare insieme. Dobbiamo essere consapevoli che se qualcuno di noi presidenti dovesse varcare la soglia della Giustizia Sportiva non farebbe una bellissima figura. Noi sappiamo vivere e sentiamo il profumo del campo e chi ci sta dentro. Ci darebbero un calcio nel sedere e ce lo meriteremmo».

RAPPORTI CON BALATA E GRAVINA – «Io ho cambiato carattere. Dicono che ho un caratteraccio perché dico quello che penso. Non sopporto le urla, in una discussione difendo le mie idee ma se mi convincono di qualcosa ringrazio chi l’ha fatto. Il mio compito è portare tutte le società oltre i crateri per vedere se ce la facciamo. È un coacervo di temi che fanno perdere la tramontana. L’obiettivo comune deve essere quello di avere un’idea di tornare a giocare il prima possibile quando le condizioni lo consentiranno. In modo da mettere insieme due esigenze: tornare a lavoro e riavere il calcio. Bisogna tenere ferma questa barra».

JUVENTUS U23 – «Sono arrabbiatissimo anche per questo motivo. Il 4 presenteremo anche il piano strategico. Parte dal fatto che nell’esaminare l’impatto economico del virus, siamo stata l’unica Lega a ragionare anche nel 2020/21. Sarà questa la stagione dove il calcio pagherà davvero il Coronavirus. Fino al vaccino giocheremo con gli stadi vuoti. Il primo punto è discontinuità. Dobbiamo salvaguardare la Lega Pro dalla storia di due anni di fallimenti. Siamo un grande impianto sociale che deve essere sostenibile. È una cosa che non possiamo chiedere solo al Governo, molto dobbiamo farlo noi. Dobbiamo assumerci le nostre responsabilità. Andremo a fondo, in particolare sulla mission giovani. Quella è la nostra scelta: formare giovani giocatori per le serie superiori e la Nazionale. La scelta delle altre società, escluse la Juve, è stata miope. Il mio suocero napoletano mi chiede perché la Juve vince sempre gli scudetti. Il motivo è che è avanti anni luce nel progettare. A me il termine Under 23 non piace perché parliamo della squadra più giovane d’Italia. Non solo ha formato giocatori per la prima squadra ma ne ha anche portati in Francia, come investimento. Quest’anno con Pecchia – che ha fatto un ottimo lavoro – è arrivata in finale di Coppa Italia e sta costruendo un percorso. Io credo che in Lega Pro, senza nulla togliere alla Primavera, i giocatori possa formarsi meglio. Mi sembra una scelta saggia e lungimirante».

RITORNO ALLA NORMALITA’ – «Ho visto stamani quel grafico per arrivare – regione per regione – al punto zero dei contagi. Le ultime due, Lombardia e Marche, potrebbero arrivarci a fine giugno con la scelta di rimanere in lockdown fino ad allora. È difficile,  dovranno decidere le autorità sanitarie. Bisogna aspettare il vaccino, se no per noi del calcio vedo impossibile la riapertura degli stadi».

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