Guidi: «Dybala non farà causa. Processi e mercato: cosa succede»
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Guidi (Gazzetta): «Dybala non farà causa. Processi e mercato: ecco cosa succede» – ESCLUSIVA

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Marco Guidi, giornalista della Gazzetta dello Sport, è intervenuto in esclusiva a Juventusnews24: ecco cosa ha dichiarato

In esclusiva per Juventusnews24, con il giornalista della Gazzetta dello Sport Marco Guidi abbiamo parlato di cosa succede dentro e fuori dal campo per i bianconeri: dal ricorso sulle plusvalenze all’infortunio di Chiesa, le sue parole.

Qual è il tuo giudizio sulla Juve, ora che siamo giunti alla pausa?

«C’è stato sicuramente un trend positivo sia in campionato che in Europa dove però ora, ai quarti, ha un avversario come lo Sporting da rispettare per il percorso che ha fatto in Champions e per poi aver eliminato l’Arsenal. In campionato, anche grazie ai tanti passi falsi di chi sta davanti, è una Juve rilanciata nonostante le sconfitte contro Monza e Roma che potevano complicare il cammino verso una qualificazione in Europa. Mi aspetto al ritorno, con un turno favorevole col Verona, che possano accorciare sul Milan che andrà a Napoli».

Allegri appare più saldo che mai sulla panchina, o no?

«Si si. I dubbi su Allegri erano arrivati, anche legittimi, dopo che tu avevi perso nella stessa settimana col Milan e poi in Israele col Maccabi. Inevitabile che anche con il Monza di mezzo la società si facesse due domande. Poi la fortuna di Allegri in quel momento è stata chiaramente il contratto oneroso a favore. Fosse stato un altro tecnico, con un altro tipo di contratto, poteva anche essere esonerato. Ma gli va comunque dato atto di aver infilato una serie vittorie e di aver compattato il gruppo in un momento difficilissimo come quello post penalizzazione e sconfitta a Napoli. C’è stata una reazione e il percorso da lì in poi, escluso qualche intoppo, è stato netto».

Situazione Chiesa, è vero che il ragazzo ora ha paura dopo l’ennesimo stop?

«Credo sia umano avere paura, parliamo di un ragazzo che è rimasto ai box per dieci mesi, quindi più di quanto si pensava inizialmente (6/7 mesi). Poteva tornare a lavorare in estate con la squadra, poi dopo si è parlato di agosto/settembre e poi infine è tornato solamente a novembre. E’ stato un lungo travaglio e lo ha dimostrato anche il suo docu-film, ma in fondo era il primo ko grave della sua vita. Poi quando sembrava a pieno regime sono cominciati i piccoli problemi, ma sono anche normali secondo me, magari anche alla gamba opposta. Le risonanze non hanno evidenziato problemi, ma ad inizio della nuova settimana si sottoporrà ad un controllo che serve più che altro a tranquillizzarlo. Si fida di chi l’ha operato e vuole sentire anche questo parere».

Sul mercato invece qual è la situazione? Dall’esterno traspare una voglia di ricostruire uno zoccolo duro italiano.

«Si l’indirizzo è quello, poi chiaramente il mercato sarà figlio di quello che succederà fino a giugno. Se la Juve giocherà le coppe avrà un appeal diverso sui giocatori da comprare e quelli da mantenere, fatto salvo che l’indrizzo della società è quello di contenere i costi, visto che le ultime annate hanno sempre registrato un segno meno davanti ai bilanci. Le diverse ricapitalizzazioni hanno dato inevitabilmente un po’ di fastidio, ora si deve tornare con il pilota automatico. Nessuno sa con certezza il futuro ma i nomi più gettonati sono quelli di Frattesi, Vicario o Carnesecchi o sulle fasce quelli di giovani che fanno bene in A e hanno un ingaggio basso. In estate poi rischi di perdere alcuni big Rabiot, Di Maria e Cuadrado, mentre Vlahovic è legato ad un contratto e quindi andasse via sarebbe per un altro tipo di decisione. Ma comunque gente di un certo livello come Di Maria e Rabiot aspettano di capire cosa succederà».

Punto sull’extra-campo: cosa succederà domani con l’udienza preliminare?

«A livello processuale l’udienza preliminare stabilisce se gli indagati diventano imputati o no. Il Gup, in questo caso Picco, ravvisa potenziali reati tali da mettere su un processo o se gli elementi non sono tali da portare ad altro. Io credo sia difficile rilanciare la posizione degli imputati, ma allo stesso tempo c’è il tema sulla sede su dove dovrebbe svolgersi. Ricordiamo che la Juve, essendo reati finanziari, vorrebbe essere giudicata dalla Procura di Milano, mentre per Torino la Procura si rifà alla nuova norma che prevede che rimanga lì. Il primo nodo da sciogliere è dunque questo. Ma perchè la Juve spinge per andare a Milano? Non perchè i giudici di Torino sono cattivi, ma per tempistiche. Per la difesa una delle strategie è fare andare a lungo il procedimento, per far poi così sopravvenire la prescrizione. Chiaro che molti ti dicono che questa è una difesa scorretta ma è una mossa comune, tanti processi in Italia arrivano alla prescrizione».

Cosa vuol dire che gli ultimi atti comunicati dai pm non sono rilevanti?

«E’ un’interpretazione coerente con quello che ha fatto la Juve fin qui. I pm hanno rinvenuto memorandum che fanno riferimento a operazioni di mercato occultate, alle famose scritture private, che erano a garanzia della Juve e concessi da club amici. Se la Juve dice che non valgono nulla, che non li ha depositati per questo, è normale che quando fa un bilancio non ne tiene conto. La Procura invece obietta, dice che hanno un valore. Non avendo visionato queste carte però nessuno può dire chi ha ragione».

Cosa ti aspetti dopo il ricorso presentato al Collegio di Garanzia del CONI?

«Anche lì si parla di una cosa sostanziale come il terzo grado e io credo sia difficile per chiunque, tranne che per un esperto, dire cosa succederà. Chiaro che ci sono alcune eccezioni fatte dalla Juve che sembrano comprensibili, così come magari alcune cose della Procura. Però mi hanno sorpreso i 15 punti, non pensavo si arrivasse a tanto. Devo dire poi che, per come è stata scritta la sentenza, è stata scritta alla perfezione la prima parte che giustifica il provvedimento, ma poi arriva un’altra parte che non entra nello specifico, nella determinazione della penalizzazione dei punti. Altre volte abbiamo letto di sentenze sportive che entravano nel dettaglio. Questa una cosa anomala e potrebbe essere il motivo per cui poi il Collegio di Garanzia del Coni può dire tornate alla Corte d’Appello Federale

Altre procure hanno iniziato ad indagare negli ultimi tempi. C’è possibilità di altre penalizzazioni secondo lei?

«Da una parte il tifoso medio si dice: “Se ci hanno penalizzato a noi non è che le facciamo da soli le plusvalenze“. Ma non sono solo plusvalenze fittizie, perchè si parla di un vero e proprio sistema seriale e anche col dolo. Questo separa la Juve da altri club, ma anche lo scambio di messaggi e mail che per la Procura dimostra che la Juve voleva fare plusvalenze con un dolo e non pensare ai giocatori e alla questione sportiva, quanto più a quella economica. Ora il principio applicato ad altri, se non emergono nuovi documenti o intercettazioni analoghe, mi sembra difficile. Ma è normale che le Procure avvisate da quella di Torino ora aprano un fascicolo. Ad esempio negli atti del Bologna non interviene un dirigente che fa riferimento al Bologna in prima persona».

Cosa succede invece sul fronte Dybala? Si parla di possibile causa.

«Qui è complessa la questione ma per un semplice motivo: Dybala ha firmato un accordo con la Juve, poi non depositato in Lega, che è uno dei punti cardine dell’accusa dei pm sulla seconda manovra stipendi. Ma Dybala non può fare una causa, al massimo un arbitrato (che A costa e B ha un sistema diverso). Secondo me, la richiesta di risarcimento danni per il mancato rinnovo poi trasformatosi in un trasferimento alla Roma, è una strategia del legale di Dybala per portare la discussione su un altro campo, per poi magari trovare un accordo con la Juve. Se Dybala facesse una semplice causa potrebbe non vincere e inoltre rischierebbe la squalifica per aver firmato un accordo non depositato. Posto che la rischia comunque perchè sono state poi trovate le carte, ma sarebbe quasi un autogol per lui. Non a caso esce sui giornali la richiesta di risarcimento danni».

Che idea ti sei fatto invece sulla Nazionale?

«Sulle scelte di Mancini condivido alcune cose e altre meno, ma è quasi sempre così, lo è sempre stato con qualunque CT ma io credo che, non avendo l’Italia materiale umano da scandalizzarsi se rimane fuori, ci stiano certe scelte. Poi io in questo momento Fagioli lo avrei già portato, anche se non parliamo di Iniesta ma di uno che da poco fa il titolare alla Juve bene da qualche mese. Poi ripeto, non parliamo del Brasile di Pelè, ma di un’Italia limitata dove uno non si può arrabbiare per le esclusioni di super top player. Poi su Retegui si va oltre, in un mondo globale non capisco perchè faccia scandalo. Il giocatore alla prima partita ha subito fatto gol, ma per me è ancora acerbo sotto alcuni punti di vista. Ma non dimentichiamoci che, se non siamo andati al Mondiale, è proprio per non aver fatto gol».

Si ringrazia Marco Guidi per la cortesia e la disponibilità dimostrate nel corso di questa intervista

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