Inchiesta Juve, la nuova punizione Chinè e il caso Paratici: il punto
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Inchiesta Juve, dalla nuova punizione di Chinè al caso Paratici: il punto

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Inchiesta Juve, dalla nuova possibile punizione del Procuratore Federale Chinè all’udienza rinviata: qual è la situazione

Dopo quanto successo negli ultimi giorni è sempre bene fare il punto sull’Inchiesta Prisma che vede coinvolta la Juventus e il suo ex CdA, dal presidente Agnelli all’ex ds Paratici, a cui proprio da ieri è stato impedito di fare mercato anche al Tottenham, in virtù della decisione della FIFA (che ha allargato la sua inibizione in ambito internazionale) alla quale il club londinese ha comunque già risposto con un duro comunicato. Si parte dal rinvio dell’udienza preliminare, che sarebbe dovuta andare in scena il 27 marzo, mentre il Gup Picco ha disposto la nuova data al 10 maggio, quando verrà sciolto anche il nodo sulla sede dell’eventuale processo a carico degli ex dirigenti. La richiesta è sempre quella di spostarsi a Milano (sede della Borsa) o a Roma, ma con ogni probabilità questa decisione verrà poi rimbalzata alla Corte di Cassazione, alla quale spetterà la risposta finale.

Nel primo atto c’è stato però spazio per alcuni piccoli azionisti, spinti dalla Consob e dal Siti, per una richiesta di citazione nei confronti del club bianconero e di Ernst&Young, che ha approvato i bilanci che dall’accusa sono stati considerati falsati. Anche la Consob si è costituita come parte civile, mentre assenti erano l’Agenzia delle Entrate e la Federazione. E la Procura di Torino? L’intenzione adesso sarebbe quella di ascoltare, in poco più di un mese, anche Cristiano Ronaldo in virtù della seconda manovra stipendi e dell’ormai nota Carta Ronaldo, dopo che già Dybala e il suo pool di legali hanno parlato di richiesta di risarcimento per alcuni arretrati mai versati e che, invece, Madama si sarebbe impegnata a pagare. Ma questa è solamente una delle tante partite extra-campo che la nuova dirigenza juventina dovrà combattere.

Il Procuratore Federale Chinè è infatti pronto a firmare l’avviso di conclusione delle indagini dopo aver chiesto una proroga per il filone stipendi. Ora la sua intenzione è quella di considerare come parti separate quella degli stipendi e quella delle partnership considerate “opache” con altri club di Serie A e non. Ma perchè questo? Perchè le indagini parallele delle varie Procure della Repubblica sono ancora in corso e da lì potrebbero emergere elementi nuovi, più avanti, da poter poi riutilizzare. E, come se non bastasse, si profilerebbe una nuova pesante sanzione a campionato in corso. E in questo caso la società potrebbe muoversi verso tre direzioni: essere sentita o presentare una memoria difensiva, tutto nell’arco di quindici giorni, o, in alternativa, verso il patteggiamento. In quest’ultimo caso si arriverebbe ad un immediato dimezzamento della pena, avendo scenari più chiari su quello che si prospetta in futuro. Ma con il -15 di mezzo è un grosso rischio.

Già perchè non va assolutamente dimenticato il filone delle plusvalenze, dato che la nuova battaglia si giocherebbe solamente dopo la sentenza del 19 aprile che chiuderà definitivamente il caso, a meno che dal Collegio non arrivi la decisione di un rinvio alla Corte Federale per rivedere la pena. A quel punto non ci sarebbero speranze per la Juventus di vedere annullata in toto la penalizzazione, cosa che invece potrebbe fare il Collegio di Garanzia del CONI qualora considerasse maggiormente convincente la difesa del club rispetto alle motivazioni (che sono scese ben poco nel dettaglio in alcuni frangenti e qualche dubbio lo fanno venire, questo è bene ricordarlo) presentate dalla Federazione. FIGC che aspetta intanto anche il responso sulla Carta Covisoc (richiesta dai legali proprio di Paratici e Cherubini) da parte del Consiglio di Stato: se la nota dovesse essere utilizzata nel processo, una pioggia di ricorsi al TAR del Lazio da parte anche di altre squadre a quel punto sarebbe inevitabile. Un pericoloso precedente che Gravina e soci sperano di evitare. La Juve, ovviamente, no.

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