Juventus Women, strappo interno con la campionessa Gunnarsdottir: l'addio è un'ipotesi
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Juventus Women, strappo interno con la campionessa Gunnarsdottir: l’addio è un’ipotesi

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Juventus Women, strappo interno con la campionessa Gunnarsdottir: l’addio è un’ipotesi. Sarebbe una sconfitta per il movimento

Cose di spogliatoio, ma fino a un certo punto. Ricordate la litigata tra Montemurro e Gunnarsdottir? Nello spogliatoio della Juventus Women si annida un disagio che ha visto nel battibecco tra il tecnico e la sua giocatrice di maggiore personalità solo l’increspatura più superficiale. L’islandese, secondo alcune indiscrezioni raccolte in esclusiva da JuventusNews24.com, sarebbe considerata una presenza scomoda all’interno del micro-mondo di Vinovo. «Sono davvero felice a Torino e alla Juventus. Il club è incredibile e le persone che lavorano qui sono probabilmente le persone più gentili con cui ho lavorato in questo ambiente», diceva l’ex Lione nel documentario prodotto dal club bianconero. Potrebbero diventare le ultime parole famose visto che ora la Juve valuta una clamorosa uscita della pluricampionessa europea dopo una sola stagione.

Torna il tormentone degli individualismi che hanno sconquassato il gruppo, così come l’amara consapevolezza che il calcio femminile italiano non sia pronto a sostenere campionesse di questo calibro. Sia chiaro: l’islandese è tutt’altro che una mela marcia, ma pare avere una dimensione sproporzionata e una velocità diversa rispetto al resto dell’organico. Braghin nelle prossime settimane tenterà di ricucire lo strappo nella speranza di rimettere le cose a posto, ma la priorità sarà comunque conferita alla serenità di una squadra che ha smarrito la propria compattezza. Montemurro non è riuscito a gestirla al meglio – anche in campo Gunnars ha reso solo a sprazzi – e non si incatenerebbe per trattenerla a Torino: da Londra sussurrano che avesse avuto problemi anche con la giocatrice più rappresentativa dell’Arsenal… Ne deriva un discorso più generale ma altrettanto attuale. La nuova Juve femminile, un po’ per esigenze economiche e un po’ per scelta, ripartirà da elementi più giovani, affamati, e con un grado di empatia più compatibile a quella di un allenatore che ha bisogno di ragazze che lo seguano in tutto e per tutto. Poi il resto ce lo mette lui, come dimostrato dagli straordinari risultati europei raggiunti nell’ultimo biennio. Però questo sembrerebbe un passo indietro per tutto un movimento ancora intriso dal dilettantismo.

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