Come McKennie e Alex Sandro hanno cambiato Juve-Torino
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LAVAGNA TATTICA – Come McKennie e Alex Sandro hanno cambiato Juve-Torino

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Nonostante un primo tempo disastroso, la Juve ha battuto il Torino in rimonta. McKennie e Alex Sandro hanno avuto un ottimo impatto

Giro palla troppo lento

Come ha detto Pirlo nel post gara, la Juve contro il Torino ha attaccato male per larghe fasi del match. I granata si difendevano con un 5-3-2 molto corto e compatto, che lasciava il pallino del gioco agli avversari. Per superare il bunker rivale, la Juve avrebbe dovuto velocizzare la manovra. Ciò non è avvenuto, con un palleggio molto sterile e prevedibile che faceva il gioco del Torino, il quale riusciva a leggere in anticipo le mosse bianconere.

I padroni di casa erano troppo fermi e statici, con scarso movimento senza palla. Per il Toro era troppo facile difendersi: non a caso, la Juve ha faticato a tirare in porta come mai in stagione. Pirlo ha detto questo: “Quando si chiudono hai bisogno di muoverti, di trovare più spazio, attaccare più volte la profondità per liberare spazi anche per altri giocatori.” Ciò non è però avvenuto, con la palla che girava troppo lentamente.

Inoltre, un grosso problema era anche il riempimento dell’area di rigore. Senza Morata e con un Ronaldo che svariava molto, c’erano pochi giocatori che attaccavano gli spazi. Di conseguenza, il Toro aveva vita abbastanza facile nei cross, le maglie bianconere erano poche.

I cambi di Pirlo aggiustano la partita

Per quanto la vittoria ottenuta in extremis non cancellino le difficoltà enormi mostrati dalla Juve, il successo è importante per due motivi. Prima di tutto per il morale, per la capacità di centrare quelle vittorie sporche che sono la chiave per aggiudicarsi i trofei: soprattutto dopo le parole di Pirlo post Benevento, in cui aveva criticato l’attitudine della squadra.

E poi perché questa volta i cambi dell’allenatore sono riusciti a incidere. In quella fase del match (gli ultimi 20′), è stato molto intelligente l’ingresso di McKennie al posto di un Rabiot opaco. Come abbiamo scritto molte volte, l’americano ha grande capacità nell’aggressione degli spazi e nel buttarsi dentro. Con lui in campo, l’area di rigore era meglio riempita: di conseguenza, i molti cross che la Juve effettuava erano via via sempre più pericolosi.

Con Ronaldo che svariava molto, McKennie era praticamente una prima punta. Era infatti il texano che, come si vede nella slide sopra, riempiva bene il centro dell’attacco. Arrivato a Torino come mediano difensivo, oggi Pirlo sta utilizzando l’ex Schalke soprattutto per le sue qualità offensive. Nelle gare in cui l’avversario è basso e inondi l’area avversaria di cross, McKennie ti garantisce un buon attacco degli spazi. Non è un caso che sia stato proprio lui a centrare il gol del pareggio.

L’impatto di Alex Sandro

Anche l’ingresso di Alex Sandro ha migliorato lo scaglionamento della squadra. Come sappiamo, la Juve gioca con un 3-2-5 asimmetrico in fase di possesso: un terzino (Danilo) resta bloccato, mentre l’altro (Cuadrado) si alza per dare ampiezza. Considerando però che il Toro giocava molto basso, la posizione di Danilo era pressoché inutile, regalava un uomo agli avversari.

Con l’ingresso di Alex Sandro, la Juve ha avuto una struttura tattica più classica e “semplice”, con entrambi i terzini che andavano sul fondo. Ciò ha aiutato molto Chiesa, che prima era un po’ troppo isolato. Ora, invece, quando i bianconeri allargavano il gioco a sinistra, si vedevano situazioni più interessanti. Con Alex Sandro largo, che si sovrapponeva e aiutava il compagno, la Juve riusciva più facilmente ad andare al cross.

Due esempi nelle slide sopra. Nella prima, Alex Sandro si sovrappone internamente ed effettua un cross pericoloso dalla trequarti. Nella seconda, con Chiesa raddoppiato da Nkoulou e Meité, il portoghese si sovrappone in fascia e dà una soluzione di passaggio al compagno. A seconda della situazione, Sandro sapeva se rimanere stretto o andare in fascia: una grossa differenza rispetto a Danilo, che gioca quasi unicamente dentro al campo.

Vedremo se questo derby sarà ricordato come il match della scolta. Questa volta, i cambi di Pirlo sono stati incisivi e hanno aumentato la pericolosità della Juve. Alla fine, il bunker di Giampaolo è caduto.

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