LAVAGNA TATTICA - Come si inserisce Morata nella Juve di Pirlo
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LAVAGNA TATTICA – Come si inserisce Morata nella Juve di Pirlo

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La Juve ha ufficializzato Morata. Si tratta di un attaccante con pregi e difetti ben marcati

Da che annate viene Morata

L’acquisto di Morata, che non bisogna avere paura di definire un “ripiego” dopo che sono sfumate tutte le prime scelte in attacco, cambia la prospettiva rispetto agli altri nomi. Dzeko e Suarez, sia per livello che per caratteristiche, erano dei potenziali titolari. Partner funzionali per Cristiano Ronaldo che si sarebbero giocati la titolarità con Dybala (giocatore su cui, nonostante l’ultima grande stagione, la società non crede al 100%). Morata oggi pare più che altro un rincalzo.

I tifosi juventini provano grande affetto per lo spagnolo, soprattutto pensando alle grandi partite che fece nelle competizioni europee. Bisogna però chiarire che non è esploso come ci si aspettava negli anni passati: è rimasto lo stesso giocatore, con pregi e difetti ben definiti. Ha fatto bene nelle squadre (vedasi Real Madrid) dove aveva chiaramente il ruolo di riserva, in cui entrava a gara in corso. Nel 2015-2016 giocò circa 1300′ in Liga, segnando ben 15 reti: nonostante una media gol molto elevata, raramente Zidane gli diede fiducia dal primo minuto (praticamente non giocò nella Champions League poi vinta a Cardiff).

Al contrario, Morata ha fallito nei contesti in cui doveva prendersi la titolarità, cosa avvenuta tanto a Londra quanto a Madrid. Sarri e Simeone gli hanno preferito rispettivamente Giroud e Diego Costa. Gli manca tanta costanza nel medio-lungo periodo, ed oltretutto tende ad abbattersi nei momenti di difficoltà, non dimostrando grande forza mentale. La sua discontinuità si palesa soprattutto in fase di finalizzazione, dove passa da un grande killer instinct a errori marchiani sotto porta. Insomma, è un giocatore umorale, da break e “fiammate”, che si esalta soprattutto a gara in corso.

Un giocatore specifico

Le caratteristiche di Morata sono ben marcate, con pregi e difetti molto chiari. Lo spagnolo si esalta nell’aggredire gli spazi e la profondità: non è un giocatore che ama venire incontro, anzi come prima cosa pensa soprattutto a come andare in velocità alle spalle della difesa avversaria. Non ama temporeggiare e ricevere da fermo, deve essere servito sulla corsa per incidere.

Soffre quindi molto gli spazi angusti e il contatto fisico con il rivale. Non ha un gioco spalle alla porta particolarmente raffinato e non è molto associativo: è poco pulito tecnicamente quando deve dialogare sul breve con i compagni. Inoltre, ha una scarsa visione periferica, difetto accentuato dall’alzare poco la testa.

Dzeko sarebbe stato un vero e proprio regista offensivo, un attaccante che è un maestro nel pulire palloni che arrivano da dietro, creare spazi e mettere in porta un compagno. Al contrario, Morata è un giocatore molto più diretto e verticale, che si limita quasi unicamente a voler andare alle spalle della linea difensiva. Insomma, un profilo molto più specifico rispetto al bosniaco.

Come si inserisce nella Juve di Pirlo

Nel 3-2-5 che abbiamo visto fin qui, gli attaccanti della Juve giocano dentro al campo. Sono molto stretti e vicini tra di loro, Pirlo vuole punte che ruotino e dialoghino costantemente sul breve. Morata non pare a proprio agio in queste situazioni perché, come detto, è molto diretto (pensa come prima cosa ad arrivare in porta) e soffre quando deve combinare sul corto. Inoltre, contro la Sampdoria abbiamo visto tanti filtranti dal basso di Bonucci alla ricerca delle 3 punte: passaggi che sembrano più adatti per un Dzeko, ossia per un attaccante bravo a giocare spalle alla porta e a proteggere palla. Al contrario, Morata si esalta fronte alla porta.

Uno dei molti filtranti di Bonucci per le punte. Ronaldo serve di prima Kulusevski.

Lo spagnolo però porta qualità che mancano oggi ai bianconeri. Prima di tutto, la sua velocità può rivelarsi un’importante risorsa a gara in corsa, dove gli spazi aumentano e il suo atletismo può fare la differenza. Inoltre, è un ottimo colpitore di testa: una qualità molto importante in una Juve che, come abbiamo visto, cercherà molto il cross per rifinire visto che i quinti sono costantemente alti.

Forse Morata non è l’attaccante del livello di cui la Juve aveva bisogno e, con altrettante probabilità, non è neanche il partner più funzionale possibile per Ronaldo. Si tratta comunque di un giocatore molto umorale, che ha bisogno di trovarsi in un ambiente che lo fa sentire a casa e che lo sostiene al 100%. In questo senso, Torino può essere il posto giusto in cui rilanciarsi.

 

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