De Ligt e Bonucci dominano: il 433 cambia la Juve - ANALISI
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LAVAGNA TATTICA – De Ligt, Bonucci e il centrocampo dominano: il 433 cambia la Juve

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Dopo un inizio difficile, il cambio di modulo ha cambiato la partita contro la Lazio. La Juve ha difeso benissimo, con De Ligt e Bonucci sugli scudi

Il 433 cambia la Juve

I primi 15′ sembravano il preludio a una nuova gara di grande sofferenza. La Lazio, fin qui mai totalmente convincente in stagione, era padrona del gioco e del palleggio, sembrava finalmente vicina a quello che Sarri aveva in mente. Trovava costantemente imbucate centrali e ricezioni tra le linee contro una Juventus in affanno. Il 5-3-2, modulo adottato in entrambe le fasi, funzionava male: la linea difensiva era troppo bassa e passiva e i centrocampisti erano spesso presi ai fianchi. La Juve, oltre che incapace di risalire il campo, dava continua sensazione di fragilità.

Due azioni di inizio gara in cui la Juve concede alla Lazio verticalizzazioni dietro il centrocampo.

Allegri è però stato bravo a sfruttare l’inconveniente in opportunità: l’infortunio di Danilo (con l’ingresso di Kulusevsk9) ha fatto passare Allegri al 4-3-3, modifica tattica che ha cambiato la partita e svoltato la squadra. In una gara dove, come spesso succede, la Juve si è difesa molto bassa lasciando il pallino del gioco ai rivali, bisogna partire dall’analisi della fase di non possesso per analizzare la partita. Ebbene, schierati con il 4-5-1, i bianconeri hanno occupato benissimo la propria trequarti. La Lazio ha tenuto molto palla ma è stata sterile, mancava sia intraprendenza che verticalità nel fraseggio. La Juve era sempre corta, compatta e concentrata. Come succede sempre alle squadre di Sarri, la volontà era quella di sfondare con rapide combinazioni centrali di prima, ma i bianconeri hanno retto. Chiesa e Kulusevski erano precisi nei raddoppi, con Locatelli, McKennie e Rabiot che facevano tanta densità in mezzo. Al netto dei demeriti laziali, non era semplice scardinare un blocco tanto solido. Milinkovic-Savic e le punte erano circondati da maglie rivali

 

Due esempi del 4-5-1 bianconero, con la Juve che protegge in modo impeccabile il centro del campo.

 

Quasi di colpo, i biancocelesti hanno iniziato a essere molto più orizzontali. Non c’erano quasi mai spazi per imbucate centrali, con la Lazio costretta ad aprire il gioco (qualcosa che le squadre di Sarri non amano). La Juve faceva però molto bene densità in zona palla, con la manovra offensiva biancoceleste che si bloccava. A volte riuscivano ad andare al cross, ma da posizioni improbabili e con l’area riempita male. La difesa della Juve aveva vita facile nello sbrogliare queste situazioni.  Con così pochi spazi centrali, i padroni di casa avrebbero dovuto sfruttare meglio l’ampiezza per allargare le maglie rivali, qualcosa che però non è avvenuto.

La Juve è un bunker

Da segnalare senza dubbio le grandi prestazioni di De Ligt e Bonucci, impeccabili contro i fraseggi rivali e solidi quando la Lazio andava al cross (10 spazzate complessive tra i due). L’azione del secondo gol nasce dall’ennesimo recupero di palla dell’olandese, che contrasta Muriqi e avvia così la transizione. La difesa è stata però protetta anche però bene da un centrocampo molto solido, dove Locatelli, Rabiot e McKennie hanno blindato gli spazi interni: 9 intercetti totali, 5 contrasti vinti e 3 tiri ribattuti.

Nelle slide sopra vediamo due esempi. Anche qui, la Lazio – molto raccolta in mezzo – tenta di sfondare con fraseggi interni, ma i centrocampisti della Juve sono bravi. Prima Rabiot (attaccato a Milinkovic-Savic) e poi Locatelli (in scivolata su Cataldi) recuperano palla, avviando così una ripartenza. Insomma, non solo grandi prestazioni individuali. La Juventus ha difeso molto bene di reparto, blindando gli spazi e facendo venire a galla gli scompensi rivali. La Lazio non è mai riuscita a sollecitare in modo credibile la linea rivale, non trovava neanche il modo di tirare dalla distanza.

La Juve ha però fatto vedere buone cose anche con il pallone (tutte dopo il cambio modulo). Locatelli, tramite utilizzo del terzo uomo, è stato trovato libero tante volte. McKennie e Rabiot hanno usufruito di diverse ottime ricezioni tra le linee. La Juve è così riuscita a passare spesso dai propri centrocampisti, qualcosa che nelle settimane precedenti non sempre riusciva.

Vedremo se il 4-3-3 visto dal 15′ in poi sarà una svolta (anche se non sembra semplice inserire Dybala). Quel che è certo è che, dopo un brutto avvio, il cambio di modulo ha dato brillantezza e solidità alla Juve. Sarà un caso (o forse no), ma l’unica partita di campionato vinta con più di un gol di vantaggio è stata forse quella in cui la Juventus ha manifestato di più la propria superiorità. Sono andati più vicini i bianconeri a segnare il terzo gol che non la Lazio (sterile per tutta la partita) a trovare il primo.

 

 

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