LAVAGNA TATTICA - Questa Juve può rinunciare a Bentancur?
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LAVAGNA TATTICA – Questa Juve può rinunciare a Bentancur?

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Le ultime due gare hanno mostrato come mai la Juve abbia bisogno del miglior Bentancur. Serve intensità a palla persa

Gli affanni di Arthur e Rabiot

Nelle ultime due partite, abbiamo visto alcuni problemi atavici della Juve di Pirlo, data soprattutto dalle caratteristiche di molti giocatori. Ossia, la mancanza d’intensità che la squadra dimostra nei 90′, con prolungati momenti di passività in cui l’avversario spadroneggia. In inferiorità numerica, il Sassuolo ha spesso mosso bene palla e trovato l’uomo libero (quasi sempre Traoré) tra le lunghe e sfilacciate linee bianconere. Il Genoa, mercoledì, ha continuatamente inciso in transizione: nella ripresa, la Juve ha perso una valanga di palloni nella trequarti genoana. I liguri creavano grandi problemi in transizione, con la Juventus costantemente fragile in mezzo al campo.

Non è un caso che queste difficoltà si siano accentuate con l’uscita di Bentancur, che ha comportato la contemporanea presenza in campo di Arthur e Rabiot. Come abbiamo scritto ieri, questi due mediani danno troppo poco alla fase di non possesso. Hanno qualità difensive di basso livello e sono in grande difficoltà nei ripiegamenti: soprattutto il brasiliano soffre molto quando deve coprire ampie porzioni di campo, ha un fisico che lo rende inadatto in quelle situazioni. In una Juve spesso lunga, è quindi normale che Arthur vada in crisi nelle continue transizioni rivali. Il brasiliano è un calciatore che si esalta sul breve (anche in fase di possesso), ma che patisce molto quando distanze si dilatano.

Inoltre, va detto che anche nelle fasi di difesa posizionale sia lui che Rabiot danno poca intensità alla fase di non possesso bianconera. La traversa di Pjaca in Juve-Genoa esprime bene la passività dei mediani, visto che il croato tira dopo aver superato facilmente prima Rabiot e poi Arthur.

 

Perché gioca Bentancur

Con le transizioni difensive che spesso sono problematiche, si capisce come mai Pirlo stia reputando fondamentale Bentancur. Certo, l’uruguagio non sempre è continuo e ha inoltre tanti margini di crescita in molte situazioni. Per esempio, soffre quando deve giocare sotto pressione, soprattutto in zone sensibili del campo. Non spicca quando deve organizzare e dare ordine all’uscita della Juve, anzi è spesso impreciso. Un qualcosa che abbiamo visto per esempio nel match contro il Milan, dove Bentancur per primo ha sofferto l’aggressività della squadra di Pioli, perdendo tanti palloni.

Tuttavia, considerando che la Juve non riesce sempre a difendere alta come vorrebbe Pirlo, ecco che le qualità di Bentancur diventano fondamentali. . E’ un giocatore molto più intenso e con qualità atletiche superiori, in grado di coprire ampie porzioni di campo. Anche se il primo pressing salta, l’uruguagio sa recuperare tanti metri in poco tempo, con corse all’indietro generose e veloci, che si abbinano a un grande talento nel recuperare palla sull’avversario.

Qui per esempio recupera sull’avversario dopo una corsa all’indietro e avvia la transizione che porta al terzo gol di Parma.

Oltre a queste situazioni di ripiegamento, in generale è un mediano molto aggressivo nell’anticipo e nell’accorciare la squadra. Rende la squadra più alta e più adatta per sostenere un pressing offensivo.

Certo, nelle gare in cui la Juve soffre invece un pressing alto, è forse meglio disporre della qualità di Arthur Melo nella prima costruzione, per dare ordine all’uscita e consentire di trovare superiorità numerica. Attualmente, sembra però che nel complesso Bentancur offra un rendimento più funzionale per quelle che sono le esigenze di Pirlo. In una Juve che vuole giocare così alta e con tanti uomini sopra la linea della palla, in cui si accetta di difendere con tanto campo alle spalle, l’uruguagio sembra difficilmente sostituibile per ciò che dà alla fase di non possesso. A Pirlo serve un vertice basso aggressivo e capace di difendere in campo aperto.

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