Marelli: «Mi auguro che l'AIA cambi il suo presidente»
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Marelli: «Mi auguro che l’AIA cambi il suo presidente»

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Marelli: «Mi auguro che l’AIA cambi il suo presidente». L’ex arbitro commenta alcune scelte e decisioni riguardanti il VAR e l’arbitraggio

Luca Marelli, ex arbitro di calcio, ha parlato durante la trasmissione Stadio Aperto in onda su TMW Radio di alcune tematiche come l’emergenza Coronavirus, gli arbitraggi e le polemiche sul VAR.

VAR – «Sono ormai quarantuno giorni che sto a casa, dal 29 febbraio. Per una serie di motivi: quel giorno mi son preso una laringite, per fortuna non c’entra niente con questo incubo. Qualche giorno prima del lockdown ho avuto questa febbre laringea… Si tira avanti con tanta voglia, si lavora per il futuro e speriamo che finisca presto, anche se credo che almeno tutto aprile lo passeremo così, poi da maggio in poi ci sarà da fare parecchio per recuperare quanto perso. Io ho come esempio i miei genitori, hanno 70 anni e questi sacrifici che facciamo sono per loro».

STOP CALCIO –  «Tranne qualche piccola eccezione di persona che si inventa virologo o medico da un giorno all’altro, tutti si sono resi conto che ci si deve affidare alla scienza. Io sono avvocato e di virus non capisco niente, mi fido di quello che dicono, seguo le direttive, faccio la spesa una volta ogni dieci giorni per me, per i genitori e per due vicini che per mobilità personale non riescono. In linea generale, a parte qualcuno che si fa gli affari suoi, gli italiani si dimostrano un popolo unito. Conta la maggioranza, questa ha capito l’emergenza e ne verremo fuori come sempre. Siamo un grande popolo, ma dobbiamo cominciare ad essere pure una grande unità, cominciare a parlarci senza sminuire le capacità o le competenze altrui».

IFAB – «Le modifiche che entreranno in vigore. Dovevano intervenire dall’1 giugno, ma è lasciata la scelta alle federazioni sull’entrata in vigore per la prossima annata. Secondo me, se si finisce, la stagione va conclusa con il precedente regolamento».

NOVITA’ FALLO DI MANO – «Sì, anche perché la regola dello scorso anno allargava troppo lo spazio entro cui considerare tocchi di mano in attacco sempre punibili. Chi mi segue sa che io ho sempre avuto questa speranza, ed è stata introdotta: c’è il termine di immediatezza, il tocco di mano è punito se la rete viene segnata con la mano, o viene creata l’occasione per far gol. L’esempio è il gol di Gabriel Jesus in Man City-Tottenham, col braccio di Laporte, che sarebbe stato annullato mentre il gol di Ibrahimovic annullato a Firenze sarebbe stato assegnato. Per questo dico che non si vadano a cambiare le regole in corsa, perché altrimenti il Milan avrebbe perso due punti rispetto a nuove situazioni»

VAR – «Modifiche inesistenti. Leggiamo tra le righe: l’IFAB è stata molto critica sul campionato inglese. Per quanto riguarda l’Italia, è tutto già come scritto. Ciò che viene sancito è che se tu devi decidere su una valutazione soggettiva, una mano, una spinta o uno sgambetto, l’arbitro non può essere condizionato dal VAR ma andare a vedere lui. Questo perché in Premier praticamente non esiste l’on field review, e queste direttive sono rivolti a loro. In Italia però è già la normalità, e non dobbiamo pensare che aumenteranno. Probabilmente più richieste all’arbitro, ma è una soluzione interna eventualmente, non obbligata».

MODIFICHE IN TEMPO PER EURO2021 – «Sicuramente, parliamo del 2021 e male che vada queste regole entreranno in vigore dal primo settembre. Magari in Italia si può ripartire un mese prima della Spagna o dell’Inghilterra, e lo dico guardando un po’ le curve. Credo che i campionati si concluderanno, c’è troppo in ballo e la UEFA vuole che si finiscano anche le competizione europee, pena la perdita di centinaia di milioni di euro. In realtà poi non cambierà tantissimo, sono modifiche marginali, che coordinano un regolamento che, dopo tanti cambi nell’anno scorso, si contraddiceva in alcuni passaggi».

AIA – «Mettiamoci in testa che da questa situazione d’emergenza usciremo ora ma convivremo per tanto con il momento. Qualche giorno fa ho sentito un amico medico e gli ho chiesto, se ogni anno 1,5 miliardi di persone sono colpite dal coronavirus del raffreddore, e di questo ci sono segnali dal 2000 avanti Cristo, se troveremo un vaccino. Spero che succeda, ma non sarà presto. Dobbiamo però metterci in testa che dovremo convivere con questo virus, mantenendo le distanze per qualche periodo, non vivendo come fino a fine febbraio. Un minimo di incertezza sulla salute riguarderà tutti, anche io quando, probabilmente il 4 maggio, riaprirò lo studio correrò qualche rischio. Sarà anche surreale ricevere clienti con le mascherine, ma è così. Sappiamo che persone sane superano questo virus abbastanza facilmente, anche se in tempi lunghi. Spero che non ci sia la paura ogni giorno, ma possiamo affrontare questo panorama e non possiamo stare a casa per 2 anni. Chi va ad arbitrare le partite dei Regionali avrà le stesse garanzie di chi vive la vita di tutti i giorni. Dovremo fare tutti come i giapponesi per le strette di mano».

STAGIONE SENZA VAR – «No, è una sciocchezza. L’ho detto in altre occasioni, a volte Nicchi si lascia andare ad affermazioni che sono più istintive che ragionate, e questo è sempre stato il suo difetto. Politicamente è bravo, ma anche a far parlare di sé e l’ha fatto anche stavolta con questa sparata. Ma bisogna pensare alle cose, io ho visto la sala VAR che è un container nel parcheggio di San Siro, ci sono tre persone dentro e se le distanziamo, con tanto di mascherine, non ci sarebbero grossi problemi. Se poi gli spazi sono più angusti, mandi un VAR solo con il tecnico. Poi pensiamo: quanto è che Nicchi parla della sala unica a Coverciano? Da quanto mi risulta è in altissimo mare, e anche senza sospensione non sarebbero stati finiti i lavori. Pensiamo alle tante promesse mai mantenute, come gli arbitri che parlano, sono 11 anni che lo dice. Ora ci sono le elezioni e mi auguro che l’AIA decida di sostituire il suo presidente. Non ha più la spinta dei primi anni di presidenza, e bisogna considerare che la situazione arbitri oggi è drammatica: siamo passati da 34.000 a 30.000 arbitri, un decimo di forza in meno per coprire le partite, ma anche per una migliore selezione. Pensiamo a trovare il sostituto di Nicchi, dopo 11 anni è giusto cambiare».

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