Mirante, confessione di spogliatoio alla Juve: «Buffon fuoriclasse assoluto»
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Mirante, confessione di spogliatoio alla Juve: «Lui era davvero un fuoriclasse assoluto»

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Antonio Mirante, portiere della Roma, ha rilasciato alcune dichiarazioni legate alla sua esperienza alla Juventus

Sul sito ufficiale della Roma è stata realizzata un’intervista ad Antonio Mirante, che ha raccontato così la sua esperienza alla Juve.

IDOLI – «Ne avevo diversi. Per la mia generazione i punti di riferimento erano Gigi Buffon e Angelo Peruzzi. Da piccolo mi piaceva molto anche Walter Zenga. Anche lo stile di Pino Taglialatela mi piaceva. A livello di tecnica invece ho sempre guardato con grande ammirazione a Luca Marchegiani».

JUVE – «All’inizio è stato difficile, ho lasciato casa da un giorno all’altro e lì c’era una situazione totalmente diversa. Passare dalle partite con la gente adulta agli allievi nazionali in un settore giovanile così strutturato è stato un po’ come ricominciare una trafila diversa. Sono cresciuto lì per 5 anni e nell’ultimo ero il terzo portiere della prima squadra».

PORTIERI IMPORTANTI – «Nel primo ritiro estivo che ho fatto con la Juventus c’era Van der Sar che alla Juve non ha avuto molta fortuna ma era un portiere fortissimo. Poi è arrivato Gigi Buffon, con lui ho fatto due anni. È un fuoriclasse assoluto, un ragazzo di grande spessore e carisma ma al tempo stesso semplice, disponibile con tutti i compagni».

PROFESSIONISMO – «In quegli anni abbiamo vinto per due volte il Viareggio e una volta la Coppa Italia. La Juventus aveva preso tanti giovani bravi, prima altri vivai erano superiori. Sentivo che ero vicino al mio obiettivo ma il percorso di un portiere è diverso rispetto agli altri calciatori. Uscire dalla Primavera e andare a giocare in Serie C era lo sbocco più naturale, andare in B era una fortuna. Dopo di che servivano ancora fortuna e bravura per riuscire a giocare e a emergere. Io sono andato in Serie B al Crotone che come allenatore aveva Giampiero Gasperini. Era una neopromossa e quell’anno ci siamo salvati bene, con tanti giovani forti come Matteo Paro, Daniele Gastaldello, Abdoulay Konko, Domenico Maietta, Tomas Guzman. Andando bene lì mi sono reso conto che avrei potuto avere una carriera di livello alto».

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