Pirrotta: «La Juve è il mio sogno svanito, ma quel Viareggio con Immobile...» - ESCLUSIVA
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Pirrotta: «La Juve è il mio sogno svanito, ma quel Viareggio con Immobile…» – ESCLUSIVA

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Dal provino alla Juve al mancato salto nel mondo dei professionisti, passando per Viareggio e l’amicizia con Giuseppe Giovinco. Domenico Pirrotta si racconta in esclusiva su Juventus News 24

Alzi la mano chi si ricorda di Domenico Pirrotta, centrocampista classe ’90 della Cheraschese (Eccellenza piemontese) dal glorioso passato nella Primavera della Juventus. Due partecipazioni al Torneo di Viareggio e altrettante vittorie per l’ex bianconero che, nel giorno d’apertura della celebre manifestazione giovanile, si racconta in esclusiva a Juventus News 24. Dal suo approdo in bianconero fino al sogno svanito del professionismo: l’intervista a Pirrotta.

 

Ciao Domenico, partiamo dal principio: come è iniziata la tua avventura bianconera?

«Avevo 10 anni e fui chiamato dalla Juventus. All’epoca giocavo nel Moncalieri e il provino fu una bella emozione: ero soltanto un bambino. Insieme a me fu messo in prova anche Carlo Pinsoglio (oggi terzo portiere alla Juve ndr). Ti osservavano per 3-4 giorni e poi ti dicevano “sì” oppure “no”. Andò bene ed entrammo nella loro Scuola Calcio. Così inizió tutto».

Passando all’apoteosi di Viareggio: niente male, vero?

«Vincemmo per due volte consecutivamente il Torneo di Viareggio, nel 2009 e nel 2010, come dimenticare? È una manifestazione importante, dove incontri il meglio delle realtà giovanili. Avevamo una grande squadra. Insieme a me giocava gente come Immobile, Ariaudo, Ekdal, Iago Falque, Marrone: tutti ragazzi che da lì a poco sarebbero diventati professionisti».

La tua carriera, invece, non è decollata… Che spiegazione ti sei dato? Hai qualche rimpianto?

«Volevo e speravo di fare qualcosa di più importante. Servono tante cose: costanza e sacrificio, in allenamento come nella vita privata. Non so che cosa sia andato storto, non ho mai avuto la fortuna di farcela. Potessi tornare indietro? Cambierei tanti atteggiamenti, tante parole pronunciate senza pensarci troppo. Sono una personalità un po’ calda in campo e dico sempre quello che penso. Ma un motivo c’era se giocavo alla Juventus, avevo delle qualità. Di quel mondo lì mi è rimasta l’amicizia con Giuseppe Giovinco. Siamo ancora molto legati, nonostante lui sia a Matera, in Lega Pro».

Cosa ti è rimasto più impresso dell’universo Juve? Cos’ha di speciale rispetto al resto?

«La Juve è semplicemente la Juve. È un mondo in cui tutto e tutti sono a disposizione. Viverlo è un sogno: organizzazione, preparatori, attrezzatura all’avanguardia. Pensi che sia normale ma è così soltanto lì: fuori l’incantesimo si spezza».

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