Ronaldo, un caso anche comunicativo: silenzi, smentite e turbamenti Juve
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Ronaldo, un caso anche comunicativo: silenzi, smentite e turbamenti Juve

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Passano le stagioni e le ultime vedono un Ronaldo sempre meno sorridente alla Juventus: le smentite non convincono più

«Passano gli anni e i mesi, e se li conti anche i minuti», la penna fantastica di De Andrè ne Il Giudice dà l’incipit alla riflessione su Ronaldo. La notizia, solo spifferata ieri, aveva già fatto esplodere il dibattito sul portoghese: inizio in panchina in Serie A, all’alba del campionato, come non era mai accaduto. La notizia è poi diventata certezza rievocando vecchi fantasmi, rabbia e scenari di mercato. Sky Sport aveva rilanciato l’indiscrezione di un Ronaldo che avrebbe richiesto ad Allegri di stare in panchina per motivi di mercato.  L’indiscrezione non ha poi trovato conferma nelle parole di Allegri post pareggio contro l’Udinese: il tecnico ha spento l’incendio in casa bianconera dicendo che la panchina era concordata e che Ronaldo aveva accettato la scelta tecnica.

Lungi dal voler dare in pasto ai tanti criticoni un quadro complottista, resta comunque qualche sospetto sulla gestione quantomeno comunicativa del caso Ronaldo. Perché quando il tuo miglior calciatore delle ultime stagioni, che percepisce 31 milioni, inizia l’annata in panchina con tante voci di mercato e la presunta volontà di dire addio, di caso occorre necessariamente parlare.

Le smentite che non convincono

Oltre alle parole di Allegri ai microfoni di DAZN e in conferenza stampa (CLICCA QUI PER LEGGERE LE SUE DICHIARAZIONI), prima di scendere in campo contro l’Udinese è arrivata la smentita di Pavel Nedved ai microfoni di DAZN: «Non bisogna cercare sensazioni dove non ce ne sono. È stata una scelta condivisa col giocatore. Le condizioni non sono al top non solo per lui. Anche Chiellini è in panchina. Sono scelte condivise». Presenza inusuale ai microfoni nel pre partita quella del vicepresidente che forse raccoglie l’eredità di Fabio Paratici. E proprio le sue parole di smentita e normalizzazione del caso Ronaldo hanno ricordato la comparsa dell’ex CFO ai microfoni di Sky post Juve-Benevento per rinsaldare la posizione di Pirlo: «Ho parlato di linea e questa continua, siamo molto contenti di quello che stiamo facendo e continueremo su questa strada, abbassando la testa per pedalare e lavorare». Posizione ribadita anche nel post Fiorentina-Juve: «Abbiamo fiducia in ciò che stiamo facendo, è il nostro unico pensiero. Se andremo in Champions l’allenatore sarà lui», e rinforzata dalle parole di Nedved nel post Juve-Milan alla consegna del Tapiro: «Pirlo rimane certamente e anche Ronaldo». Fine campionato, Juve in Champions con la Coppa Italia in tasca e Pirlo esonerato per far posto ad Allegri. Tralasciando l’aspetto tecnico e l’evoluzione (o involuzione) del progetto annunciato due anni fa nel post Lione, alle parole non sono seguiti i fatti dunque anche per la situazione Ronaldo c’è da stare con le antenne dritte… il 31 agosto è ancora lontano.

 

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Ronaldo zittisce ma sta in silenzio

Dopo le bombe lanciate dal giornalista Edu Aguirre, amico di Ronaldo, lo stesso CR7 sui social aveva chiesto rispetto dichiarando chiusa la sua storia con il Real Madrid. La foto con il dito a fare il gesto usuale per zittire è d’impatto ma i tifosi hanno notato l’assenza della parola Juve o dei riferimenti alla sua attuale squadra dal suo discorso. Serviva? Assolutamente sì, in un momento complicato e nebuloso come questo ai tifosi occorreva una parola chiara e netta del loro beniamino. Tanto più se, nel post partita di Udine, i social del portoghese sono rimasti in silenzio: non una foto, non una dichiarazione per rincuorare la squadra, non un post di rammarico per il gol annullato. E la comunicazione social è lo specchio dell’umore di un calciatore. Ha colpito, nel post partita, anche il silenzio ai microfoni degli altri calciatori della Juventus: inusuale dato che di solito, dopo il match, almeno un calciatore dovrebbe intervenire al canale tematico della società o ai detentori dei diritti televisivi. Potrebbe essere una scelta slegata dal contesto ronaldiano o magari una sorta di silenzio per evitare di incorrere in scivoloni. Questo al momento non è dato saperlo. Il silenzio degli innocenti, o dei colpevoli come cantava Caparezza diversi anni fa, è comunque assordante.

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