Tacchinardi: «Sarri si è meritato lo Scudetto, ora il Lione» - ESCLUSIVA
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Tacchinardi: «Sarri si è meritato lo Scudetto, ora testa al Lione» – ESCLUSIVA

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Alessio Tacchinardi commenta la conquista del nono Scudetto consecutivo da parte della Juventus: ecco le sue parole

Alessio Tacchinardi è uno che di Scudetti e vittorie con la maglia della Juventus se ne intende. L’ex centrocampista bianconero ha commentato in esclusiva ai microfoni di Juventusnews24 la conquista del nono Scudetto consecutivo della Juventus, analizzando i temi della stagione.

Tacchinardi, nono Scudetto consecutivo con tutte le difficoltà del caso. Come le è sembrata la squadra ieri sera, che a tratti aveva subito un po’ l’inerzia della Sampdoria?
«Ci sta soffrire in un campionato così particolare contro una squadra molto fisica. Ieri mi è sembrata una Juve più tonica rispetto alle ultime partite, in ripresa e questo mi fa ben sperare in vista della Champions League. Si doveva chiudere il prima possibile per poi concentrarsi e recuperare le energie in vista dell’importantissimo impegno. Ieri è riuscita a sbloccarla con uno schema su calcio di punizione, meritando la vittoria. La cosa più importante era chiudere questo campionato».

La cosa che le è piaciuta di più di questa stagione e quella che le è piaciuta di meno?
«La cosa che mi è piaciuta di più è stata la voglia della squadra di provare a cercare un’idea di gioco attraverso il suo allenatore e ci ha provato in tutte le maniere. Viceversa, c’è stata la difficoltà nel non riuscire a farlo al 100%, però penso sia questione di tempo e Sarri non è un ragazzino che allena da un anno. Conosciamo il suo calcio, allena a grandi livelli da molti anni. Quando si riuscirà a trovare l’equilibrio tra il gioco e la continuità, si vedrà una squadra ancora più spettacolare». 

Molti addetti ai lavori hanno parlato di una Juve vittoriosa per demerito degli altri più che per merito proprio. Cosa ne pensa?
«Io penso che COVID o non COVID, la Juve avrebbe vinto lo stesso lo Scudetto. Le altre hanno rallentato, ma non è mica colpa della Juve? Tutte hanno avuto difficoltà nel post-COVID, giocando ogni tre giorni, ma la mia sensazione è che la Juve avrebbe vinto comunque. Se nella ripresa Lazio e Inter in primis non sono state all’altezza, vuol dire che hanno lavorato in maniera particolare».

Uno dei grandi protagonisti è senza dubbio Maurizio Sarri, alla prima vittoria nel campionato di Serie A. Cosa pensa del tecnico toscano?
«Arrivare ad allenare la Juve o giocare per la Juve ti mette addosso delle responsabilità forti. Lui secondo me se lo merita, per tutta la gavetta che ha fatto. La cosa che mi dispiace è che non sia riuscito a far vedere veramente quello che lui sa fare. La cosa strana è che fino alla Supercoppa, per 60-70 minuti si era vista una Juve bella, dopo ha rallentato e non so perchè. Io ero contento della scelta che aveva fatto la Juve, per un cambio nella filosofia di gioco, peccato che non c’è riuscito completamente. La fortuna di un allenatore è avere anche una società forte, e la Juve è fortissima su questo».

Stanno arrivando calciatori forse più funzionali al gioco di Sarri, come Arthur. Dove dovrà intervenire la società per migliorare ancora?
«Può migliorare sicuramente nella zona nevralgica del campo. Oggi però devo dire che sono contento del rendimento di Rabiot. Io per primo lo avevo criticato in questi mesi, anche se ero stato molto contento del suo acquisto a giugno. Io criticavo lui e Ramsey che in una maniera o nell’altra non avevano reso. Ora invece vediamo come il francese stia giocando, anche se Sarri è stato privato per diverso tempo di due centrocampisti che dovevano essere dei cardini fondamentali. Sicuramente verrà preso un giocatore giovane, di gamba a centrocampo anche se si deve osservare il finale di stagione di Rabiot perchè può essere un giocatore determinante. E’ vero che ci vuole un po’ di ambientamento, ma lo hanno prolungato un po’ troppo».

In attacco invece si parla dell’addio di Higuain, ancora da definire, e del probabile arrivo di uno tra Milik e Jimenez.
«E Zapata anche, non lo dimentichiamo. Penso che tutti e tre abbiano le caratteristiche giuste. La Juve quest’anno è arrivata corta come attaccanti, come prime punte, perchè mandando via Mandzukic si è presa un bel rischio. Con Higuain così, Dybala anche che non sta bene, si deve affrontare un ottavo di finale con il Lione che diventa delicatissimo. Tutti e tre sono attaccanti con caratteristiche diverse. La mia graduatoria al momento è questa: Zapata, Milik e Jimenez. Ci vogliono calciatori con forza nelle gambe perchè Sarri chiede intensità e corsa, per una Juve più giovane che sta nascendo». 

Se dovesse fare un nome per designare l’uomo immagine di questo Scudetto?
«Dico Dybala perchè dopo le difficoltà dell’anno scorso ha avuto una forza importante per tirarsi fuori da una situazione un po’ delicata, dimostrando tutta la sua classe». 

In conclusione le chiedo un pensiero per Buffon: ennesima stagione da record per una leggenda del calcio.
«Per Gigi sono super felice, è un professionista fantastico e credo che abbia dato una grossa mano a Sarri nei periodi difficili perchè è un personaggio particolare. Oltre a giocare e parare ancora bene, ha un valore per la società che non ha eguali. Mi auguro a Lisbona di vederlo alzare quella benedetta coppa, sarei il più felice perchè uno come lui merita di farlo, è un grandissimo».

Si ringrazia Alessio Tacchinardi per la disponibilità e la cortesia mostrate in occasione di questa intervista

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