Tifosi Juve, distanti ma uniti: la storia di Paolo, papà in cerca di lavoro
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Tifosi Juve, distanti ma uniti: la storia di Paolo, papà in cerca di lavoro

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Tifosi Juve, distanti ma uniti: la storia di Paolo, papà in cerca di lavoro. La rubrica che ascolta e racconta le storie del popolo bianconero

Paolo Farina è un marito e papà di Caserta: sposato con Carmela, ha due bellissime figlie di nome Carol e Melissa, rispettivamente otto e quattro anni. Da qualche mese non lavora più e percepisce il reddito di cittadinanza, «il minimo – ci spiega – per fare la spesa e pagare l’affitto di casa».

La sua storia è spontanea e semplice come la sua passione per la Juventus, ereditata dal papà e dallo zio da cui «si andavano a vedere sempre le partite». Ha raccontato entrambe su JuventusNews24.

Ciao Paolo, immagino che questa situazione abbia ulteriormente complicato la tua ricerca di un’occupazione
«È tutto fermo, si può fare ben poco. Un anno fa volevamo aprire una ludoteca, poi abbiamo dovuto rinviare per la crisi che c’era, oggi è difficilissimo aprire la partita iva. Questo mese siamo stati costretti a rinviare le bollette. Io praticamente non lavoro da 5-6 mesi, l’ultima mansione che ho svolto è quella di barista. Non voglio partire per trovare lavoro. Voglio restare qui, dove sono cresciuto, non allontanandomi dalla regione». 

Sei preoccupato per la salute tua e della tua figlia?
«Noi alla fine restiamo sempre a casa. L’ultima ad essere uscita di casa è stata mia moglie un paio di settimane fa per la spesa: ha fatto un po’ di rifornimenti. Il quadro è questo, spero che presto si possa ripartire. Sentiamo tante fake news e qualche notizia vera. Spero che almeno il clima possa beneficare di questa situazione».

Perché sei un tifoso della Juventus?
«È una passione che ho ereditato dalla mia famiglia, mio padre tifa Juventus da quasi 70 anni. Andavamo sempre a vedere le partite da mio zio che si comprò addirittura la stella allo Stadium. Ricordo che una volta non fece entrare mio fratello a casa perché era un tifoso del Napoli. Io invece non ho mai avuto dubbi: la Juve è l’unica squadra che mi emoziona».  

Mai stato allo Stadium?
«Non sono mai andato, ma mi piacerebbe. Mi è capitato solo una volta di vedere la Juve in occasione di un “Trofeo Birra Moretti”». 

Sarri alla Juventus… Dalle tue parti fa ancora un certo effetto, vero?
«Gli allenatori sono professionisti. Lui è stato criticato perché si era instaurato un certo tipo di legame con la piazza e perché si è reso autore di diversi gesti e dichiarazioni di un certo peso specifico. Ma nel calcio moderno è così che funziona». 

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