Zaniolo serve alla Juve?
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Zaniolo serve alla Juve?

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Zaniolo serve alla Juve? L’analisi su quanto possa servire davvero il centrocampista classe ’99 a Massimiliano Allegri

All’inizio di luglio, quando le voci di Zaniolo alla Juventus erano materia quotidiana, ho provato a chiedere su Twitter a quale giocatore del presente o del passato si poteva accostare. Oggi, a 50 giorni di distanza, il quadro è cambiato: Nicolò sembra più che mai romanista. E forse, se ci si rivolgesse al popolo giallorosso, la domanda d’obbligo sarebbe se pensano che diventerà un insostituibile. Che è un altro modo per domandare a Mourinho se davvero insisterà sulla compresenza tra Zaniolo, Pellegrini, Dybala e Abraham, vista la notevole quantità di palle-gol prodotte a Salerno e però i troppi errori a tu per tu col portiere, in primis proprio di Nicolò. Contemporaneamente, i problemi di qualità del centrocampo della Juve e gli stop di Pogba e Di Maria, lo renderebbero l’esatto punto di congiunzione delle due momentanee assenze di Allegri (parere personalissimo): una mezzala in grado di spaccare il campo alla stregua del francese, un rifinitore per la profondità di Vlahovic come si è visto sa fare l’argentino. Ma l’interrogativo se Zaniolo serve a questa Juve è più che probabile che lo sposteremo ad altre stagioni.

Nel sondaggio proposto, emerse una grande vivacità di opinioni, anche perché molti si interrogarono a fondo – per quanto si può fare in pochi caratteri – sull’originalità del giocatore: «Non mi ricorda nessuno ed è proprio questo che mi piace. Sarà qualcosa di mai visto prima». Poco paragonabile ad altri e – di conseguenza – fenomeno (con la f ancora minuscola ma già visibile) ancora da analizzare e capire. Comunque promettente, almeno per la maggior parte.

Contando che il campione testato era juventino, colpisce che l’accostamento più immediato sia con Kakà, che abbiamo vissuto come grande avversario. Con una tecnica inferiore ma con una progressione ragguardevole, «un cambio di passo e uno strappo» che ricorda il brasiliano.
Altrettanti, se non di più, ragionano su un Nedved in versione nuova, «una forza della natura» e anche «per come corre palla al piede», pur non avendo la stessa facilità di calcio con il destro e il sinistro. Sintesi finale: «Al solo scopo di contribuire alla discussione, Zaniolo è alto 1,90 mentre Nedved non arrivava a 1,80 manco coi tacchetti da 15. Il primo non avrà mai la mobilità o la velocità nello stretto che aveva il ceco».

I più “anziani”, o forse ispirati dall’idea di far fare a Zaniolo il percorso al contrario che fece Boniek, lo accostano al polacco che negli anni ’80 entusiasmò Comunale prima e Olimpico poi per come correva negli spazi senza farsi prendere. «Quando giocò contro la Juve e si infortunò mi impressionò per le sue progressioni palla al piede. Potente e tecnico potrebbe essere un Boniek moderno, un incursore». Interessante è chi gli mette accanto Tardelli, in una sintesi che evidentemente esalta la fase di recupero palla nella quale eccelleva il grande Marco, suggerendo così una posizione da mezzala.

Non pochi convergono sul nome di Bernardeschi, specificando «quello della Fiorentina»: «strappo potente e ruolo indefinito». E non manca chi si esercita a metterlo accanto a Zidane, specificando «Con le dovutissime proporzioni: trequartista dal fisico impostato e potente ma dal piede educatissimo». E ancora: «Zidane non aveva un ruolo come non ce l’ha Zaniolo».

Infine, metto in fila, a completare l’identikit ideale di Zaniolo, un po’ di altri nomi, tralasciando quelli che pensano che il meglio lo abbia già espresso e che gli infortuni del passato ne condizioneranno l’evoluzione nel futuro. Due sono i riferimenti ancora juventini: Möller e Boksic, che ricorda per «prepotenza fisica» ma «è sicuramente più creativo». Altri pensano invece alla Premier League o comunque al calcio d’ispirazione britannica e fanno nomi da far tremare: «alcuni box-to-box inglesi del passato (Gerrard per dirne uno)»; «per stazza, potenza e dimensioni dei quadricipiti difficile trovare qualcuno del passato. Direi il contemporaneo che gli è più vicino: Gareth Bale»; «Kevin De Bruyne. Nato come trequartista/ala poi trasformato nella miglior mezzala al mondo». Curioso tra i tantissimi, ma non privo di una sua legittimità, è chi vede in lui Gianluigi Lentini, il prototipo del talento italiano che poteva essere e non è stato (aggiungo io)

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