Zhang rincara la dose: «Con Dal Pino sono stato troppo leggero»
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Zhang rincara la dose: «Con Dal Pino sono stato troppo leggero»

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Zhang rincara la dose: «Con Dal Pino sono stato troppo leggero». Il presidente dell’Inter a 360 gradi e in particolare sull’emergenza Coronavirus

Steven Zhang è stato intervistato dal Financial Times.

INTER CON SUNING – «Da quando l’Inter è stata acquistata da Suning, il club ha subito una grande trasformazione. Innanzitutto, le nostre prestazioni in campo. In secondo luogo, il nostro valore commerciale e di marketing. Dalle nostre piattaforme digitali puoi vedere che i numeri sono doppi o tripli di un paio d’anni fa…quindi è logico che anche il nostro valore per gli sponsor come club stia aumentando».

OBIETTIVI – «Per l’Inter, in quanto uno dei club più importanti al mondo, devi fare del tuo meglio per vincere. Non vogliamo vendere i nostri giocatori di talento ma vogliamo attrarre i migliori talenti da tutto il mondo».

MOMENTO INTER – «A stagione in corso è difficile tracciare un bilancio, ci sono momenti positivi e altri negativi. È normale, è ciò che appassiona i tifosi. Rispetto al passato stiamo facendo grossi passi in avanti, il nostro allenatore e la nostra squadra stanno facendo un lavoro enorme, è sotto gli occhi di tutti. I nostri tifosi e anche i nostri avversari si sono accorti che il nostro club sta crescendo ed è sempre più forte».

CORONAVIRUS – «Non sono preoccupato del fatto che le partite a porte chiuse possano influenzare le prestazioni della squadra. L’unica cosa che mi preoccupa è la salute pubblica e preservare le persone dai possibili rischi che si corrono partecipando a eventi sportivi con tanti spettatori».

ATTACCO A DAL PINO – «Molte persone pensano che le mie parole siano state forti. Penso che le mie parole siano state leggere e non abbastanza forti».

Il numero uno nerazzurro ha poi parlato anche alla BBC.

PORTE CHIUSE – «La salute pubblica deve essere messa al primo posto. Come Inter, quindi come club di calcio con milioni di tifosi al mondo, abbiamo la responsabilità e il dovere di dare l’esempio, applicando tutte le misure precauzionali in maniera corretta. Giocare a porte chiuse è la cosa giusta da fare, è la scelta corretta affinché la gente non corra rischi. Giocare un match senza tifosi è difficile sotto molti punti di vista e non piace a nessuno, ma è necessario andare avanti con il calendario e con tutte le attività, privilegiando la salute pubblica sopra ogni cosa. Al momento è l’unica opzione percorribile. Come presidente di una squadra di calcio e come manager di una organizzazione coinvolta in questi eventi, non potevo accettare una proposta che avrebbe messo a repentaglio la salute delle persone. Non è importante di che partita si trattasse, non è importante che si rimandasse di 24 o 48 ore: sapevamo che la situazione non si sarebbe risolta in un lasso di tempo così breve. Ho fatto ciò che era giusto fare dal punto di vista morale, anche se dire no è complicato. Abbiamo fatto la scelta giusta e ora tutti se ne stanno accorgendo».

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