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Compagnon: «Serie B un sogno. Dybala è fuori dal comune» – ESCLUSIVA VIDEO

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Mattia COMPAGNON (Juventus U23) si racconta: "Sogniamo la B, a VLAHOVIC ruberei il senso del gol"

Mattia Compagnon, attaccante della Juventus U23, ha rilasciato un’intervista esclusiva a Juventusnews24. Le sue parole

Si avvicina il primo appuntamento playoff della Juventus U23, che debutta domenica al Moccagatta nel primo turno contro il Piacenza. In esclusiva a Juventusnews24, Mattia Compagnon ha raccontato la stagione della squadra di Zauli tra obiettivi e sogni. Un salto, poi, nella carriera e nei ricordi del giovane classe 2001, capocannoniere dei bianconeri con 7 gol.

I playoff e la stagione con la Juventus U23

Archiviata la regular season, è già tempo di playoff. Domenica arriva il Piacenza al Moccagatta: come si presenta la squadra a questo primo appuntamento?

«Arriviamo carichi e determinati, perché è da un anno che aspettiamo questo momento. Per noi è fondamentale, è un altro step di crescita. L’ultima partita contro di loro abbiamo vinto 4-0, ma nulla è scontato. Loro verranno qui avvelenati e noi lo stesso, vogliamo dimostrare le nostre qualità e chi siamo. Noi siamo la Juve, vogliamo far vedere quanto siamo forti».

Avete affrontato già due volte il Piacenza in questa stagione: pareggio per 1-1 in trasferta, vittoria per 4-0 in casa. Si può dire che la Juventus è favorita?

«Non vorrei dirlo, se ne parlerà dopo. Vogliamo arrivare umili, determinati per portare a casa il risultato».

La promozione in Serie B è un obiettivo?

«Sì, ma diciamo più che altro un sogno. Ci sono tante partite ancora prima di pensare a quell’obiettivo lì».

La vittoria per 3-2 sul Legnago vi ha permesso di centrare anche il record di punti (54). Mai la Juventus U23 aveva fatto così bene. Cosa significa per voi questo traguardo e, soprattutto, cosa c’è dietro?

«La vittoria contro il Legnago è stata fondamentale, soprattutto per il playoff. Ci permette di arrivare sereni e molto motivati. È stato anche il coronamento di una stagione fantastica, in cui siamo cresciuti molto e alla fine ci ha permesso anche di raggiungere questo record di punti».

Tratteggiamo il filo che unisce inizio e fine stagione. Se dovessi individuare un momento di svolta, qualcosa che vi ha dato maggiore consapevolezza: quale ti verrebbe in mente e perché?

«Abbiamo avuto una svolta a febbraio secondo me, in cui abbiamo fatto una serie di risultati positivi. Questo ci ha permesso di capire chi siamo e quanto valiamo».

Gruppo più giovane, quest’anno, rispetto alla passata stagione. In cosa ti ha sorpreso di più questa squadra e dove pensi serva ancora uno step di maturazione in più?

«L’aspetto che più mi ha sorpreso è che siamo una squadra unita. Tutti i ragazzi sono umili, a partire dai più piccoli fino ad arrivare ai più vecchi. Rispetto all’anno scorso siamo una squadra più giovane: chiaramente serve il tempo di maturazione, ma secondo me per i playoff dobbiamo solo stare uniti».

La crescita personale fino alla Juventus

Facciamo prima un salto indietro. Quali sono state le tappe da bambino prima del salto all’Udinese?

«Ho iniziato prima nella squadra del mio comune, l’Aurora Buonacquisto. Ho fatto 4 anni al Moimacco e dopo sono passato all’Udinese. Sono rimasto per 8 anni, poi c’è stata un’esperienza di sei mesi al Potenza, in cui sono cresciuto molto soprattutto caratterialmente grazie al mister Eziolino Capuano. A gennaio 2021, poi, sono venuto alla Juventus».

A 11 anni, come detto, il passaggio in bianconero che ha segnato la parentesi più importante della tua carriera nel settore giovanile. Cosa ha rappresentato per te l’Udinese?

«È stata una tappa fondamentale per me. Sono arrivato che avevo 10 anni e sono andato via che ne avevo 18: lì ho capito che il calcio è la mia vita. È il posto in cui sono cresciuto maggiormente».

Perché hai scelto Potenza come prima tappa tra i professionisti?

«Ho scelto Potenza perché fino ai 18 anni sono rimasto a Udine, quindi per fare quello step nei professionisti volevo andare via di casa, il più lontano possibile. Ho avuto questa opportunità in cui mi sono subito trovato bene, non ho avuto problemi di nessun tipo. Sono riuscito subito a dimostrare chi sono».

La Juventus è diventata realtà nel gennaio 2021. Che ricordi hai di quella chiamata da parte dei bianconeri? Cosa ti ha impressionato di più nell’impatto con la nuova realtà?

«Mi ricordo che era prima di Natale, o prima di Capodanno, e ho ricevuto questa chiamata dal mio procuratore. Ero a casa con la mia famiglia ed è stato un giorno fantastico. Dopo quella telefonata c’è stato un mese di trattativa, è stata un po’ lunga però poi alla fine si è conclusa e a fine mercato sono arrivato a Torino. Anche qui mi sono ambientato subito bene: ho trovato dei compagni di squadra fantastici, le strutture non hanno eguali e quindi tutto mi ha permesso di ambientarmi nel miglior modo possibile».

2 reti i primi 6 mesi a Torino, quest’anno invece sei a quota 7 marcature totali. Sei il capocannoniere solitario della squadra, ci pensi ogni tanto? E che valore dai, a livello personale, ai gol?

«I gol per me sono la cosa più importante, il coronamento di tutta la settimana in cui mi alleno. Mi preparo per quella sensazione e per quel tipo di risultato. È la cosa più bella e importante che ci sia. Io ho un obiettivo: arrivare in doppia cifra, e spero che con i gol riesca ad aiutare la squadra ad arrivare più avanti possibile nei playoff».

Sei anche tra i giocatori che più spaccano le partite subentrando dalla panchina. Questo è sinonimo di grande forza mentale…

«È sempre più bello iniziare dal primo minuto chiaramente, però a me non cambia entrare dal primo minuto o al 60′. L’obiettivo è sempre quello di aiutare la mia squadra e cercare di fare gol».

Ci descrivi il tuo rapporto con mister Zauli? In cosa ti ha aiutato di più nel tuo percorso di crescita?

«Sono contentissimo di essere allenato da lui. Ho un bellissimo rapporto di fiducia reciproca: ogni giorno mi permette di migliorare gli aspetti tecnici, dato che lui è stato un attaccante».

Il mister ti ha schierato un po’ in quasi tutte le posizioni dal centrocampo in su. Ma qual è il ruolo che senti più tuo in campo?

«Il mio ruolo preferito è l’esterno alto, a piede invertito. Anche quella di trequartista, però, è una posizione in cui mi trovo molto bene».

Facciamo un giochino: cosa ruberesti a…

Juan Cuadrado

«Il suo dribbling e la sua resistenza aerobica».

Federico Chiesa

«La sua potenza fisica e la sua esplosività».

Paulo Dybala

«Il suo tiro e la sua conduzione palla».

Dusan Vlahovic

«Il suo fisico, la sua determinazione in campo e il suo senso del gol».

In prima squadra

Tu lo stai vivendo da dentro il progetto Under 23. Quanto senti forte il legame con la prima squadra?

«Per noi ragazzi dell’Under 23 è un privilegio allenarci con la prima squadra. Sono dei campioni, sotto tutti i punti di vista. Io ho un obiettivo: poter raggiungere la prima squadra ed esordire con la maglia della Juventus».

Come te lo immagini il possibile esordio con Allegri?

«Più che immaginarmelo, per me sarebbe un sogno esordire con la Juventus. Per renderlo possibile, cerco di allenarmi al massimo ogni giorno».

C’è un episodio in particolare, un aneddoto che ti viene in mente ripensando agli allenamenti con i big?

«Beh la prima volta che mi sono allenato in prima squadra. Ero molto nervoso, poi dopo mi sono trovato a mio agio dato che sono tutte bravissime persone e non ti fanno sentire diverso da loro ma cercano di aiutarti, di darti consigli e farti sentire a tuo agio».

Il giocatore che più ti ha stupito?

«Sicuramente Paulo Dybala, perché ha una tecnica e un tiro fuori dal comune. Farmi marcare da Bonucci e Chiellini? È stata una grandissima emozione la prima volta che è successo. Sono sempre stato abituato a vederli in tv. In campo non ci pensavo più di tanto, poi quando sono tornato a casa e ne ho parlato con la mia famiglia ho realizzato quanto sia stato importante per me. Spero di vivere sempre più momenti così».

Un augurio per il tuo futuro?

«Il mio obiettivo è quello di giocare in palcoscenici sempre più grandi, di raggiungere la Nazionale maggiore. Spero di vincere dei trofei sia con un club sia con la Nazionale».

Si ringraziano Mattia Compagnon e l’ufficio stampa di Juventus per la gentile concessione dell’intervista.

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