Monza Juve Trofeo Berlusconi: Soulé e Ranocchia incontenibili - ANALISI
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Monza Juve Trofeo Berlusconi: Soulé e Ranocchia sono incontenibili – ANALISI

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Analisi tattica Monza Juve Trofeo Berlusconi: la partita dell’U-Power Stadium analizzata nei dettagli. Le mosse di Giovanni Stroppa e Massimiliano Allegri

Le difficoltà del primo tempo

Juve-Monza ha avuto due tempi molto diversi tra di loro. Nella prima frazione, i bianconeri – passati in vantaggio abbastanza presto – sono infatti parsi piuttosto remissivi. Rinunciavano quasi totalmente a pressare in avanti, con i padroni di casa che godevano di un’evidente supremazia territoriale. Abbiamo visto poche volte la Juventus palleggiare da dietro e ripartire: si limitava, difendendosi con un 4-5-1, a chiudere gli spazi centrali, costringendo il Monza ad andare in fascia.

Insomma, sembrava lo stereotipo della Juve di Allegri che avevamo lasciato, con un atteggiamento rinunciatario e attendista. Le uniche note liete provenivano dalla fascia destra, con Soulé e Ranocchia: l’argentino riceveva largo a destra, mentre la mezzala si buttava dentro. Le loro giocate davano pericolosità alla squadra. Non è stato quindi possibile trarre molte indicazioni sulla fase di possesso, soprattutto su Ramsey vertice basso. La Juve è infatti stata bassa e attendista, raramente palleggiava dal basso e costruiva, con anzi il possesso palla nettamente a favore del Monza.

La crescita del secondo tempo

La musica è però cambiata nel secondo tempo. Con la rosa stravolta e tanti giovani vogliosi di mettersi in mostra, la fase di non possesso della Juve è diventata più ambiziosa e aggressiva. I bianconeri hanno così mantenuto un baricentro più alto, con il Monza che faticava a risalire. La Juve è diventata più produttiva offensivamente, anche grazie alle modifiche tattiche di Allegri. Nel 4-3-3 della prima frazione, Soulé partiva largo a destra mentre Kulusevski godeva di tanta libertà tattica. Da sinistra svariava su tutto il fronte offensivo, tant’è che spesso lo vedevamo vicino all’Argentino.

Nella ripresa, Allegri ha stretto maggiormente la sua posizione. Kulusevski si è scambiato di posizione con Brighenti, di conseguenza vedevamo lo svedese molto più centrale. Contro un Monza più lungo e fragile, l’ex Parma ha inciso di più, trovando anche la via della rete. Nel finale, il gol dei lombardi ha dato più pathos a una partita diventata tranquilla, con la Juve che è stata così costretta a difendere l’unica rete di vantaggio.

Da segnalare, ancora una volta, la prestazione di molti giovani. Soulé e Ranocchia (quest’ultimo autore di un bellissimo gol) sono stati probabilmente i migliori, con ottime giocate e combinazioni a destra. Ha invece deluso abbastanza Pellegrini, piuttosto anomalo in entrambe le fasi.

Cosa ci lascia la partita

Per quanto sia solo un’amichevole di fine luglio con pochissimi titolari, va comunque rilevato l’atteggiamento del primo tempo. Come abbiamo scritto, la Juve per larghe fasi della partita ha rinunciato a contendere il possesso agli avversari, scegliendo di aspettare il Monza (un avversario di Serie B) con un atteggiamento molto rinunciatario. Qualcosa che esprime bene lo stile di Allegri, il quale non ha mai esasperato il pressing offensivo.

A parte questo, forse gli spunti principali – più che dalla partita – arrivano dalle parole di Allegri nel post match, in cui ha sponsorizzato la possibilità di rendere Ramsey il vertice basso della Juve. Di certo, l’impegno contro il Monza non ci consente di fare analisi significative su questa soluzione, visto che – come abbiamo scritto – il baricentro arretrato dei bianconeri ha abbastanza “escluso” il gallese dalla partita, toccando pochissimi palloni. Forse nelle prossime gare avremo test più significativi.

 

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