Analisi tattica Sassuolo-Juve: Rabiot e Kulusevski letali in ripartenza
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Analisi tattica Sassuolo-Juve: Rabiot e Kulusevski sono letali in ripartenza

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Analisi tattica Sassuolo Juve: la partita del Mapei Stadium analizzata nei dettagli. Le mosse di Roberto De Zerbi e Andrea Pirlo

Un inizio difficile

Sarebbe stato sbagliato aspettarsi grandi miglioramenti tattici alla giornata numero 36, per giunta contro un avversario organizzato come il Sassuolo. La Juve ha iniziato malissimo il match e sofferto in tante fasi di gioco: i bianconeri hanno provato a pressare in avanti, ma ciò ha aperto praterie. Era di fatto un invito ad attaccare la profondità, con il Sassuolo che he tirato 2 volte in appena 5′: da segnalare in particolar modo le difficoltà di un Bonucci che provava maldestramente a inseguire Raspadori nella metà campo avversaria.

La Juve è stata così costretta presto ad abbassarsi, ma non riusciva ad avere né la compattezza né la brillantezza adeguata. Il Sassuolo trovava costantemente l’uomo libero (soprattutto Raspadori) e oltretutto non faceva risalire una Juventus in grossa difficoltà nel costruire dal basso. Così è arrivata l’azione del rigore sbagliato da Berardi, a causa di un brutto errore di un Rabiot circondato da maglie avversarie.

La Juve punisce in contropiede

Tuttavia, i continui errori sottoporta del Sassuolo hanno condizionato la partita, che dopo il gol di Rabiot è molto cambiata. La Juve ha spesso sofferto ma ha iniziato a essere sempre più pericolosa quando recuperava palla. D’altronde, il Sassuolo attacca con tanti uomini ma si prende bei rischi nelle transizioni a causa di un baricentro molto alto. Questa gara ha confermato come la Juve sia più a proprio agio quando lascia il pallone all’avversario e si limita ad attaccare con transizioni larghe. In questo contesto, tanti bianconeri hanno inciso, soprattutto nella ripresa, quando il Sassuolo si è scoperto ancora di più per segnare.

Rabiot ha dimostrato per l’ennesima volta le sue caratteristiche: Incide quando deve correre e buttarsi dentro, situazioni in cui “pensare poco” e dove può fare valere lo strapotere fisico. Viceversa, tecnicamente è una sciagura quando bisogna palleggiare e consolidare il possesso. Oltre al gol e all’assist, nella ripresa è stato instancabile nell’attaccare gli spazi ed approfittare dei buchi del Sassuolo. Anche Kulusevski ha fatto (finalmente!) molto bene. Schierato largo a sinistra, l’ex Parma è  parso a proprio agio in una partita di questo tipo, dove doveva semplicemente correre e coprire ampie porzioni di campo.

Non a caso, nel secondo tempo sono cresciuti molti giocatori, tra cui quelli che nella prima frazione avevano un po’ faticato. Chiesa, rimproverato da Pirlo per lo scarso riempimento dell’area di rigore, ha usufruito di molti più spazi, mentre Ronaldo – un continuo generatore di occasioni – ha potuto ripetutamente puntare Marlon in campo aperto. Proprio da una transizione è arrivato il gol di Dybala, con il Sassuolo scopertissimo alla disperata ricerca del gol del pareggio.

Insomma, nonostante i molti problemi tecnici e tattici, la Juve è stata cinica, dimostrando di preferire questo tipo di partite rispetto a quando invece bisogna palleggiare contro una difesa schierata. La qualificazione in Champions rimane un obiettivo complicatissimo, ma questo prezioso successo tiene in vita i bianconeri.

 

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